Il futuro della B appeso all’Abodi-quater (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

di GIOVANNI LANZI
Giornalista senza carta

 

 

Il Frosinone nella maggioranza di 13-14 club che vuole la rielezione.
Tavecchio vuole stravincere, Lotito non ci sta al ritorno del dirigente romano
Il futuro della B appeso all’Abodi-quater
Sul tavolo legge Melandri e canoni di contributi ristretti
ma anche il nuovo ruolo della Figc e 42 milioni da recuperare

 

La settimana santa della Lega di serie B. Cinque giorni bollenti. Di contatti, colloqui, telefonate, incontri. Si apre oggi e si chiude venerdi 17 marzo, due negatività a livello scaramantico che potrebbero annullarsi. E ricompattare la maggioranza dei presidenti dei Cadetti attorno al nome di Andrea Abodi. Sì, proprio lui che sarebbe al quarto mandato (il terzo appena un mese fa): il presidente-ex presidente che voleva diventare ‘diversamente presidente’ (della Figc) e che a furor di popolo potrebbe tornare da vincitore presidente della Lega di serie B. Quasi uno scioglilingua ma non è così, come vedremo.

 

VINCITORE E SCONFITTO – Lo sanno tutti: Abodi la scorsa settimana ha perso il duello di voti con Carlo Tavecchio per la presidenza della Figc. Il nuovo che avanza rispedito indietro, immolato sull’altare degli immancabili giochi di potere. Da una parte Andrea Abodi, 57 anni, romano, da 8 anni ai vertici della Lega di serie B dove ha convinto anche gli scettici provvedendo al maquillage totale della serie B, passata da un valore complessivo di pochi spiccioli fino ad arrivare a dividersi poco meno di 40 milioni di euro. Dall’altra Carlo Tavecchio, 74 anni, presidente uscente, salito ai vertici della Federazione arrivando di gran carriera dalla serie D.

Due manager diversi, due epoche di manager. In mezzo a loro il terzo incomodo, il presidente della Lazio e della Salernitana Claudio Lotito. Sempre presente. Immarcescibile. Il ‘mercoledi’ del calcio italiano nel senso più simpatico del termine.

 

IL SONDAGGIO E LA BENEDIZIONE – Il calcio italiano non ha svoltato verso il nuovo che avanza, ha scelto la continuità della conservazione. Amen. E un attimo dopo l’elezione di Tavecchio sono iniziate le consultazioni per cercare di riportare sui suoi passi Andrea Abodi. Ma non per piaggeria, piuttosto per reale convinzione. Il sondaggio è partito ma un attimo prima è stato avvertito con grande garbo istituzionale il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha dato la benedizione ‘urbi et orbi’ all’iniziativa.

Non è arrivato invece il gradimento di Tavecchio. O quanto meno il riconfermato presidente della Figc non ha dato il classico onore delle armi, porgendo la mano allo sconfitto e chiedendogli di continuare a collaborare dalle medesime posizioni. Un gesto che non è piaciuto perché il calcio italiano avrebbe bisogno di vincitori e non di sconfitti battuti e (ri)battuti dai vincitori che vogliono stravincere.

 

E LA B RIVUOLE IL SUO ‘VATE’ – Il sondaggio è partito un attimo dopo il ‘via libera’. E la serie B ha dato le sue risposte: 13-14 voti a favore (il dubbio è su una società che per ora ‘galleggia’ a bagnomaria), 7-8 voti contrari. E 1 società non sondata (il Commissario Straordinario del Latina il cui ruolo è in contrasto con l’assunzione di decisioni di carattere politico). Diciamo subito le cose come stanno. I contrari sono il Verona, Perugia, Ternana, Entella, Carpi, Cesena e naturalmente la Salernitana. Il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, è quindi nel gruppo dei favorevoli alla rielezione di Andrea Abodi che conta tutte le altre società.

Curiosità: Abodi ad inizio febbraio era stato rieletto la terza volta con 16 voti. Quindi 2 per ora avrebbero fatto il classico ‘salto della quaglia’ ma non è detto che non tornino all’ovile. Il risultato del sondaggio è stato immediatamente riferito sia allo stesso Abodi che a Lotito, il grande rivale forse più dello stesso Tavecchio. Ad Abodi è stato detto più o meno questo: “Le dimissioni le puoi ritirare immediatamente, la maggioranza della serie B rivuole te”. Abodi per ora nicchia, ne fa un problema di motivazioni. La sua ‘mission’ sarebbe ancora più difficile. Ma non per questo importante e gratificante di quella che ha portato avanti fino al giorno delle dimissioni.

 

IL BIVIO E LE RIFORME CAPESTRO – I Cadetti sono ad un bivio decisivo. Sarebbe un salto nel buio affrontare questo percorso ad ostacoli senza una guida che ha già traghettato verso lidi più sereni. All’orizzonte ci sono dei punti cardine da ridiscutere. Vediamoli.

In primo luogo c’è la discussione dei parametri imposti dalla famosa legge Melandri per i quali i canoni di finanziamento alla B si sono ristretti. In sostanza quel contributo verrebbe irrogato solo per i settori giovanili e per le infrastrutture. E tutto ciò dovrà avvenire attraverso una rendicontazione certificata.

Questo significa, a leggere con attenzione tra le righe, che anche in presenza di errore (e non si parla di dolo) il rappresentante legale del club rischierebbe anche una denuncia penale. Ma c’è di più. In questo passaggio-capestro: nella restrizione dei criteri non esiste nessuna copertura sugli ingaggi. Significa che la serie B andrebbe incontro ad una caduta verticale di ‘appeal’. Invece, nel pratico del restringimento dei canoni di contributo, un club come il Frosinone che ha già finanziato e costruito il Centro Sportivo e lo Stadio corre il rischio di non prendere nulla. E lo si potrà capire solo quando ci sarà chiarezza e certezza del perimetro in cui agirà la nuova normativa.

Tra i punti cardine ce n’è uno destinato a cambiare i rapporti di forza che sono già differenti. Attualmente il contatto era tra la Lega di A e quella di B, nel prossimo ci sarà la Figc a fare da tramite. La serie B rischia di vedersi assegnato un tutore, anche se di lusso. Ma la serie B, a proposito di disparità di trattamento, al momento prende il 6% della mutualità in luogo del 7.5% stabilito. Per pareggiare quel ‘gap’ lungo 10 anni la serie B deve andare a recuperare circa 42 milioni di euro. Facile capire che un presidente come Abodi ha già i fascicoli aperti sul tavolo.

Non è finita perché ci sono in scadenza i diritti Tv, dei quali lo stesso Abodi nel passato fu un abilissimo negoziatore. L’obiettivo della sua conferma ‘coram populi’ sarebbe anche un’altra: Abodi come argine di chi vuole mettere le mani sulla serie B.

 

LOTITO INFURIATO – A sintesi di tutto, le motivazioni affinché Abodi ritiri le dimissioni e riparta nel lavoro dopo il 17 marzo sono tutte validissime. Anche per non finire nel limbo. Per non finire più precisamente come un certo Demetrio Albertini, dimenticato dopo l’uscita dalla Figc a seguito della vittoria di un certo Carlo Tavecchio. Più di un presidente di serie B in questi giorni si è interrogato sulle dimissioni di Abodi, o meglio sulla inopportunità. In tutto questo contesto il presidente di Lazio e Salernitana, Claudio Lotito, sarebbe furibondo dopo questo sondaggio che rilancia Abodi. Che, vale la pena di ricordare, sarebbe al terzo mandato.

Nel primo venne eletto dopo qualche fibrillazione. Il suo competitor di allora era il dottor Michele Uva, oggi direttore generale della Figc con Tavecchio. A volte ritornano ma Abodi, dicono i bene informati, è abituato a resistere. E vincere. Anche per il calcio italiano.

La settimana santa della serie B sta per iniziare.

 

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