Marino ritorna al passato, ai rigori di Verona (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista epurato

 

 

l tecnico del Frosinone cerca la spinta per ripartire nei playoff: “Sappiamo tutti che dobbiamo dare il massimo”
Marino ritorna al passato, ai rigori di Verona
“La differenza l’hanno fatta gli scontri diretti. Adesso dobbiamo dimostrare di valere i 74 punti ottenuti”. Ma Benevento brucia

 

 

Il clima nella sala stampa del Comunale è di quelli che nessuno avrebbe voluto vivere. Una squadra che aveva accarezzato, prima, la serie A. E poi addirittura l’aveva sentita con mano. Ma se l’è fatta scivolare fino a sabato scorso, nel catino bollente del ‘Vigorito’ di Benevento. Pasquale Marino preferisce fare un salto all’indietro di 7-8 mesi e torna con le sue dichiarazioni ai rigori di Verona.

 

Vede la classica pagliuzza invece che la trave. Perché l’ultimo punto che il Frosinone ha preso letteralmente a calci è quello di cinque giorni fa. Basta andare per ordine. Poi è verissimo che il Verona è passato in serie A grazie agli scontri diretti (2-0 al ‘Bentegodi’ con due rigori inventati contro l’-1-0 del Comunale a favore del Frosinone) ma la letteratura di partite da quel giorno in poi è ampia. E scopre il fianco a tante riflessioni.

 

Marino, e non ce ne voglia per questo il tecnico siciliano, bravissima persona e uomo di calcio, è un po’ come quel bimbo che sa di averla fatta grossa rompendo il vaso di Boemia ma cerca di convincere mamma e papà che il vaso è andato a sbattere contro di lui mentre correva nel salone di casa. E così nessuno ci convince del contrario e cioè che Marino e tutta l’armata gioiosa che siede sulla panchina del Frosinone avrebbe dovuto prestare attenzione e veicolare un messaggio alle orecchie del tecnico nel bollentissimo finale di Benevento, quando anche un pareggio avrebbe dato un respiro differente. Il lavoro di team è anche questo. Ed eccoci alle parole del tecnico.

 

Che partono dalla richiesta di spiegazioni proprio su quel punto di Benevento: “Io credo – esordisce il trainer giallazzurro – che tutte le squadre che hanno fatto un percorso importante in campionato hanno dei rimpianti. Altri magari hanno perso dei punti altrove, hanno dei rimpianti. La differenza io dico che l’hanno fatta gli scontri diretti, i due rigori dell’andata. Ma anche (bontà sua, ndr) quello che abbiamo buttato noi. Abbiamo fatto 74 punti. Alla pari con il Verona, una corazzata. C’è il rammarico per questo. Ma è stata una stagione importante”.

 

E adesso però non contano più. Si parte tutti da zero. E sbagliato o no che sia, è così: “Dobbiamo confermare che abbiamo fatto 74 punti, adesso è arrivato il momento di dimostrare che siamo superiori ai nostri avversari. Siamo pronti con la testa e sono convinto che faremo bene. Perché questo campionato ci ha detto che abbiamo perso punti con squadre di medio-bassa classifica fatta eccezione della sconfitta casalinga con il Perugia. Anche se questo però con conta nulla. Ci dobbiamo rimboccare le maniche e ripartire”.

 

La squadra per un attimo è parsa fermarsi. “E’ normale un po’ di nervosismo, illusione del gol del Cesena c’è stata e per questo la delusione è stata maggiore. E’ stata una mazzata. Ma era in preventivo”.

Adesso uno sguardo a quelli che saranno i potenziali avversari in semifinale. Una tra Cittadella e Carpi: “Avversari competitivi entrambi, ci sarà molto equilibrio”.

Servirà lavorare sulla testa più che sulle gambe. Ed è normale dopo 10 mesi di partite. “La squadra ha dimostrato che nelle ultime 5 partite ne ha vinte 4 e persa una. Nei momenti di difficoltà è sempre uscita fuori. Sappiamo tutti che dobbiamo dare il massimo. Domani inizieremo con un lavoro di scarico. Sabato riposiamo e domenica pomeriggio riprendiamo. Da lunedi inizia la settimana tipo che ci porterà alla sfida di venerdi prossimo”.

 

Il ritorno di Paganini. E il pubblico, semplicemente impagabile quello della Nord, più compassato negli altri settori dove il contraccolpo si è sentito. “Il ragazzo ha lavorato bene, oggi è stata una prova importante in vista dei playoff. Sarà determinante, soprattutto quando si gioca la seconda partita il 29. Avremo l’alternanza giusta. Ma debbo dire che si sono fatti trovare pronti tutti. Parlo di Matteo Ciofani, Frara, Soddimo che è cresciuto abbastanza. I ragazzi tutti vogliono dare una mano. E c’è tanta competizione perché giocando ogni 3 giorni tutti sanno di poter avere spazio. Quanto ai tifosi sono un’arma in più. Intanto dobbiamo pensare alla gara di andata, e poi questa classifica ci dà la possibilità di giocare il ritorno in casa”.

 

Vittoria e amarezza come si combinano tra loro: “Siamo un gruppo maturo. Sapevamo che quello che è successo oggi, poteva accadere. Il Cesena d’altronde era salvo. C’è stato un attimo, un’illusione che ci ha tagliato le gambe. Prima a me, stavo quasi cadendo e mi sono dovuto sedere in panchina. Qualche delusione quindi l’abbiamo avuta. Ma lo ripeto: siamo un gruppo maturo, dobbiamo resettare e dare il massimo. La differenza – e qui Marino torna a ribadire il proprio concetto – l’hanno fatta tanti fattori: tanti errori nostri ma anche il bonus di quei due rigori all’andata con il Verona. Ma adesso però c’è poco tempo. Bisogna concentrarci”. Infatti, c’è poco tempo per riflettere. Bisogna agire. Merito intanto a Spal e Verona ma questo Frosinone resta di un altro pianeta e Marino lo sa bene. E veder festeggiare altri per un misero punto gettato – in primo luogo – per quello zero in matematica fa malissimo. E nessuno se ne abbia a male.

 

 

Foto: copyright Mario Salati, tutti i diritti riservati all’autore

 

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