Gol-fantasma, fuorigioco non rilevato e il precedente del 1983

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

di GIOVANNI LANZI
Giornalista epurato

 

 

Il Frosinone all’Ansa: rispetto per lo Spezia e per la verità. La serie B verso un finale bollente. Il precedente in quella porta, 34 anni fa
Gol-fantasma, fuorigioco non rilevato e il precedente del 1983
Dalla città ligure: l’assistente Muto c’era anche all’andata e non aveva visto nemmeno la rete di Terzi. Lunedi a Salerno e vale triplo

 

Serie B, come sei bollente. Gran finale di campionato vietato a chi si fa tremare i polsi. Lo Spezia ha urlato la rabbia per il gol non visto dall’arbitro Pinzani di Empoli? Il Frosinone ha fatto la cosa più semplice in casi del genere, battendo sul tempo anche gli ‘opinion leader’ e gli ‘opinion maker’ di tv e ‘media’ sportivi e generalistici che evidentemente quando si parla del Frosinone preferiscono dar ragione preventiva all’avversario di turno. Il dg Ernesto Salvini con i suoi più stretti collaboratori hanno vivisezionato le immagini della partita, scoprendo che quel dubbio sorto in corso d’opera era una certezza: il trequartista Piccolo ‘inibiva’ il tentativo di intervento di Bardi, era alla sua sinistra, dalla parte in cui il pallone era diretto, posizionato prima della linea di porta, quindi in posizione irregolare.

Nel comunicato pubblicato dall’Ansa, il dg canarino spiega con particolare eleganza e pulizia il concetto del club, che ha deciso di far valere le proprie ragioni, alzando uno scudo sul lavoro di Pasquale Marino e dei suoi giocatori. Lo riportiamo integralmente. Da parte del Frosinone c’è il «massimo rispetto» per lo Spezia, esiste però «una verità incontrovertibile: il gol reclamato al 18′ del primo tempo della gara del Comunale, lunedì scorso, era viziato da un evidente fuorigioco del calciatore numero 10 dello Spezia, Piccolo».

 

«Il fotogramma ripreso dalle telecamere di Sky è infatti eloquente – prosegue Salvini nella sua nota -: sul tiro dell’attaccante dei liguri con la maglia numero 29, Granoche, il giocatore dello Spezia, Piccolo, è posizionato al fianco del portiere Bardi, prima della linea di porta. In posizione quindi di fuorigioco mentre il pallone rimbalza oltre la linea bianca». Il dirigente frusinate ha voluto toccare anche il tema riguardante lo sfogo dell’ad ligure, Luigi Micheli e ribadisce il concetto del gol viziato: «La sua amarezza sarebbe comprensibile se sostenuta, nel caso di specie, da realtà. Evidentemente anche lui è stato tratto in inganno dal pathos del momento. Ripeto: la palla sul tiro di Granoche è vero che cade oltre la linea di porta dopo essere rimbalzata sotto la traversa, ma è altrettanto vero che c’è la posizione di Piccolo ad inficiare la regolarità del gol».

 

Fin qui il caso-Spezia. Resta un’amarezza che induce anche a riflettere. Se le gesta del Frosinone fanno notizia solo quando dall’esterno prendono gusto a negare l’evidenza dei fatti (nessuno ha minimamente accennato alla posizione irregolare dello spezzino) e lo fanno in maniera scientifica nella settimana che porterà alla partita di Salerno, è giusto restare vigili ed attivare tutti gli allarmi. A pensar male si commette peccato ma spesso ci si indovina, diceva un certo Giulio Andreotti che alla terra ciociara era legato da un rapporto viscerale. Il Frosinone non lo ha mai fatto in questa stagione ma qualche torto, se vogliamo, lo ha subìto. In silenzio, a parte qualche voce di dissenso da parte di Marino. Perché in silenzio?

Perché… più ti muovi e più rischi di farti male. Purtroppo c’è da dire anche che le competenze della classe arbitrale sono in netta discesa. Giusto per non dimenticare: il primo rigore concesso al Verona nella gara del ‘Bentegodi, il rigore a favore della Ternana al Comunale (fallo di mano inesistente), i rigori evidenti non assegnati a Cesena e in casa contro l’Avellino, la rete del pareggio dell’Ascoli viziata da fuorigioco di Perez.

 

A LA SPEZIA URLANO: MUTO, SEMPRE TU – Serie B come bollente. E sì. Perché dalla città sul Golfo dei Poeti hanno aggiunto qualcosa di più all’intrigo sull’asse Frosinone-La Spezia. Cosa? L’assistente sotto il settore Distinti del Comunale e quindi reo di non aver visto, tale signor Oreste Muto di Torre Annunziata in provincia di Napoli. Sarebbe lo stesso che nel girone di andata sventolò per l’annullamento del gol di Terzi al 31′ della ripresa per fallo di mano di Piu o spinta ai danni di Paganini. A La Spezia hanno alzato la voce, parlano di complotto. Il problema è che il signor Muto, suo malgrado, non solo non ha visto (facile fare ironia in questi casi…) il gol di Granoche (tatticamente però il Frosinone in quel frangente ha dormito…) ma nemmeno il fuorigioco di Piccolo. Uno a uno a palla al centro. Poi ha vinto il Frosinone, vero.

Ma ci ha messo obiettivamente molto di più. Tanto per cominciare Ciofani e Dionisi e poi una ‘garra’ commovente. Ad una manciata di giornate dalla fine serve solo quella unitamente ad un pizzico di fortuna. A La Spezia, però, le parole e le urla hanno cercato di mascherare altri problemi. La squadra di Di Carlo ha fatto un solo tiro in porta, è leziosa, con tanti solisti che in occasione dell’episodio incriminato si sono abbondantemente girati dalla parte opposta. Un esercito senza timoniere.
LA PORTA DEL GOL FANTASMA – A proposito di gol-o-non-gol, un precedente curioso riporta ad un Frosinone-Siracusa degli anni Ottanta. Era il 17 aprile 1983, quindi esattamente 34 anni fa), campionato di serie C2. Ed alla stessa porta sotto la Curva Nord. Che evidentemente, da quell’erba, emana un fluido particolare. L’attaccante del Siracusa era un certo Marcello Prima, un tipo alla Ciofani per intenderci: alto, non proprio massiccio, bravo con i piedi, giocatore che amava anche giocare il pallone lontano dall’area di rigore. Un bomber della categoria, spauracchio delle difese.

Prima fece partire una bordata incredibile da oltre 35 metri in posizione centrale, un missile che si insaccò all’incrocio dei pali alla destra del portiere di allora, Marco Cari: palla che sbattè sul ferro e schizzò al limite dell’area, tifosi ammutoliti, giocatori del Siracusa ad abbracciare Prima, l’arbitro con il gesto della mano fa proseguire. La partita, per la cronaca, terminò 2-2. Sotto una bellissima giornata di sole. Proprio come il 26 aprile del 2017. Corsi e ricorsi storici.

 

LA TESTA ALLA VOLATA FINALE – Lunedi sera nella bolgia dell’Arechi di Salerno (granata senza Odjer e Perico squalificati) e stavolta non vale doppio ma triplo. Da qui alla fine le partite saranno tutte così per tutte le squadre che lottano per un obiettivo. Mentre il Verona – ridisceso a +1 dal Frosinone ma con il punto supplementare della classifica avulsa (2-0 all’andata, per effetto del primo rigore inesistente) – giocherà un derby senza ritorno con il Vicenza che all’improvviso si è svegliato, miracolo del cambio di allenatore.

Nel frattempo è imploso il Benevento (che al Vigorito gioca un derby da tripla con l’Avellino), una costante del tecnico Baroni nelle sua esperienze in B. Ma d’ora in poi il Frosinone dovrà giocare per il Piano B (secondo posto) e il Piano C (+10 sulla quarta, attualmente sono +8 su Perugia che viaggia a Vercelli e Cittadella che aspetta il Cesena). Al Piano D (playoff) nessuno vuole pensarci. Serie B, come sei bollente.

 

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