Mea culpa di Marino: «Avevamo… la carta d’imbarco in mano»

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta

 

 

Il tecnico del Frosinone non si nasconde: “Non sono riuscito a motivare al meglio i ragazzi”
Marino: “Colpa mia. Ma avevamo… la carta d’imbarco in mano”

Poi concede lo zuccherino ai ragazzi: “Soddisfatto del secondo posto.
Ma ci dispiace per i tifosi”

 

 

VERCELLI – Non è un processo perché di fronte non c’è in Tribunale e nemmeno la Santa Inquisizione ma di certo il clima della conferenza stampa di Pasquale Marino nel post-partita non è,  giusto per dare un’’idea, lo stesso di sette giorni prima.

Diciamo subito che il tecnico non si è nascosto dietro il classico dito. Si è fatto carico delle responsabilità. Ma con un passaggio nemmeno troppo velato ha sferzato la squadra. Arrivata a Vercelli, come dice Marino “con la carta di imbarco in mano, in un clima di festa…”. E così a sette giorni dagli elogi post-Benevento c’è qualcosa che non ha funzionato nella traiettoria di avvicinamento all’’ultima partita del 2016 che avrebbe potuto regalare anche il titolo di campioni d’’inverno.

Marino è chiaro sin dall’’inizio della conferenza stampa: «Sicuramente come temevo non sono stato in grado di dare le giuste motivazioni. In campo non riuscivamo a fare le nostre giocate, anche le più normali. Il terreno di gioco ha inciso ma – e qui Marino dimostra ancora una volta grande serietà, evitando di nascondersi dietro la storiella del fondo sintetico – quando si offrono queste prestazioni ci sono stati sicuramente altri fattori negativi. Quando si sbaglia atteggiamento la responsabilità è sempre dell’allenatore, ripeto che avrei dovuto motivare in maniera diversa tutti”.

Ma poi non le manda a dire una prima volta. Le dice direttamente. Magari non alza la voce ma le parole vanno dirette «“Il clima di festa, la vigilia della vigilia, la trasferta che arrivava dopo la partita vinta con il Benevento. Un po’’ di decontrazione c’’è stata. Anche se nel primo tempo non abbiamo fatto granché, è altrettanto vero che abbiamo concesso poco e il loro gol è stata una nostra disattenzione. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, poi un’altra disattenzione e la partita a quel punto è stata chiusa. Ed è saltato tutto  l’’aspetto tattico che avevamo preparato. Dovevo fare qualcosa in più. Ma non  ho visto cattiveria agonistica”.

A fine gara il Frosinone non è stato sereno. Compresa l’’espulsione di Crivello sulla quale l’’arbitro è stato però molto fiscale. Ma anche dopo la seconda della Pro Vercelli i canarini hanno mostrato il loro nervo scoperto. “Quando una partita si mette su quei binari c’’è sempre nervosismo –- prosegue Marino -. Sono cose da evitare perché oltre al danno c’’è anche la beffa di qualche squalifica. Ma non dobbiamo dimenticare che questa squadra non perdeva fuori casa da settembre”.

Esattamente dalla partita in casa del Verona, anche là ironia della sorte fu un 2-0 maturato in circostanze differenti, con due rigori abbastanza magnanimi.

Marino non ci sta, la lingua batte ancora dove il dente duole: “Quando si perde sono arrabbiato prima con me stesso. Quando si perde commettendo delle ingenuità resta sempre l’’amaro in bocca. Ma posso solo ringraziare i ragazzi per quanto hanno fatto fino ad ora. Pensavamo di trascorrere anche un ottimo ultimo dell’anno con un risultato positivo dopo il successo alla vigilia di Natale. Così non è stato ma guardiamo anche alla classifica, al secondo posto: era impensabile sia all’inizio della nostra avventura che nella prima parte della stagione”.

Ma lo zuccherino alla squadra dura giusto un attimo: “Sono amareggiato per la sconfitta e per l’’atteggiamento avuto all’’inizio. Quando si commettono determinati errori si pagano”.

Dopo una sconfitta la testa ‘frulla’ pensieri, le gambe vorrebbero gettarsi subito nella mischia, il cuore pulsa forte sangue al cervello. Dopo una sconfitta del genere si avrebbe voglia di tornare subito in campo ma c’è la sosta: “Quando si perde vorresti rigiocare subito, più che staccare la spina. Purtroppo si dovranno attendere 20 giorni per riscattare questa sconfitta”.

Il cruccio di Marino viene a galla. E lo traduce in parole, continuando ad ‘autoflagellarsi’ di responsabilità  che probabilmente non sono tutte le sue anche se la girandola di moduli tattici ha avuto un peso negativo nell’economia del risultato: “Questo tipo di partite ti distraggono sempre, soprattutto se giocate fuori casa, l’ho già detto prima. Il clima nel quale siamo arrivati: chi doveva andare da una parte, chi da un’’altra, chi ha l’aereo. Siamo arrivati con la carta d’imbarco in mano. Mi dispiace, calo di tensione evidente. Non sono riuscito a prevenire quello che è accaduto”.

Un occhio alla classifica gli porta a far emergere un pensiero leggermente migliore: “La classifica? E’’ giusta. Abbiamo dovuto metabolizzare la retrocessione, c’’è stato cambio tecnico e tattico non facile per tutti. Ma abbiamo un margine per migliorare”.

Un pensiero infine va a quel centinaio di tifosi che ha seguito la squadra a Vercelli. Freddo, gelo, una sconfitta amarissima: “Ringraziamo i tifosi, soprattutto chi è arrivato qui ed ha fatto tanto chilometri. Speriamo che le soddisfazioni che abbiamo avuto in questa seconda parte del 2016 si ripetano anche nel 2017”.

Al netto di certe figure, però….

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