Bolgia dopo il 45′, Stirpe ‘vola negli spogliatoi e chiama la Procura (di G.Lanzi)

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista epurato

 

 

Tra il presidente Lotito e i suoi giocatori un confronto serrato
anche sul ‘modus operandi’ di affrontare la ripresa
Bolgia dopo il 45′, Stirpe ‘vola negli spogliatoi e chiama la Procura
Il massimo dirigente allertato da una telefonata del team manager Milana. Si muoverà nelle sedi opportune

 

 

Una bolgia nella pancia dell’Arechi tra il primo e secondo tempo. Tutto al riparo da occhi indiscreti ma non di quelli attentissimi della Procura Federale. Che ha visto e scritto. Nel frattempo, giusto per partire dalla fine, perché anche il Frosinone potrebbe muoversi nelle opportune sedi, anche con il presidente federale Carlo Tavecchio. La regolarità del campionato – gol in fuorigioco a parte del solito Verona – va salvaguardata nel limite del possibile. E il presidente Maurizio Stirpe non abbasserà di un millimetro l’attenzione attorno alla serie B ed al Frosinone.

Ma andiamo per ordine, cerchiamo di ‘spizzicare’ la carta come un incallito giocatore di poker.

 

LA BOLGIA NELLO SPOGLIATOIO
Il via libera al clima che con il calcio non ha nulla a che vedere c’è stato tra il primo e secondo tempo ma già all’arrivo all’Arechi l’aria non era delle migliori. Ma al momento del thè, quando la Salernitana, sotto di tre reti, rientrava negli spogliatoio furente, si raggiungeva il massimo.

Il ds granata Fabiani avvicinava il direttore di gara. E fin qui tutto più o meno regolare. Anche se certe scene – per chi ha un po’ di memoria con le partite del Frosinone degli ultimi 30-40 anni – si era stati abituati a vederle ad esempio sul campo del rione Sanità a Napoli, forse nemmeno ad Afragola e Pomigliano dove si usava un po’ più di… discrezione.

Ma, tornando alla partita dell’Arechi, è bene ricordare che quel clima intimidatorio ai danni del Frosinone, reo probabilmente di trovarsi sul 3-0 e con un uomo in più per la follia acuta che aveva colpito il granata Minala, era però scattato dal 1’, con falli sistematici ai danni di chiunque in maglia gialla provasse ad osare qualcosa.

E così i canarini, al fischio del riposo, avevano atteso che defluisse l’onda granata per poi imboccare la via del sottopassaggio che è posto (strategicamente) sotto la curva della Salernitana. Nel frattempo il patron della Salernitana, Claudio Lotito si era precipitato nello spogliatoi, per cercare di avvicinare gli arbitri e parlare con la propria squadra.

 

GLI STRILLI DI LOTITO
Proprio con i suoi giocatori Lotito avrebbe avuto un confronto serrato, anche sul ‘modus operandi’ con il quale affrontare il secondo tempo.

Gli spogliatoi sono caserme ma solo per i non addetti ai lavori. E qualcuno sulla sponda granata se l’è cantata con qualche collega giallazzurro a fine partita. Perché poi alla fine i calciatori si conoscono tutti e spesso le randellate in campo sono ‘tanto per far felici i tifosi ululanti’. Ed è quello che si chiedeva ai giocatori granata. Ma poi in campo, nella ripresa, si è visto poco o nulla. Visto il divario tecnico, si sono detti i giocatori della squadra campana, perché rovinare un’amicizia con un giocatore del Frosinone?

 

LA PROCURA FEDERALE
La sortita di Claudio Lotito negli spogliatoi non è passata inosservata. Soprattutto quello nella zona degli arbitri. Mentre nello spogliatoio c’erano una cinquantina di persone, molti probabilmente senza titolo. Il ds del Frosinone, Marco Giannitti, che avrebbe pagato di tasca sua per vincere a Salerno e che mai avrebbe immaginato di averla vinta già dopo 45’ sul velluto, non ha potuto fare a meno di avvertire il team manager Milana e sollecitargli una telefonata al presidente Maurizio Stirpe, seduto in tribuna.

Il massimo dirigente giallazzurro una volta sceso negli spogliatoi ha chiesto alla Procura Federale di prestare la massima attenzione a tutto ciò stava accadendo. Poteva essere anche tutto nella normalità – e non lo era affatto – ma il clima che si era alzato faceva prefigurare ben altro.

Gli ispettori invitavano quindi tutti i presenti, quindi anche il patron Claudio Lotito, ad abbandonare la zona degli spogliatoi e soprattutto quella antistante la zona dell’arbitro e dei suoi collaboratori dove si accalcavano persone e si alzavano voci per niente rassicuranti.

Il quarto d’ora canonico di pausa filava via colmo di tensioni, una sorta di bolgia costruita ad arte ma dove le urla dovevano restare soffuse al di fuori.

Il Frosinone ha mostrato i muscoli. E ironia della sorte, ancora una volta sulla strada dei giallazzurri c’è il patron della Lazio, Claudio Lotito. Ma da qui a dire che…. porta bene ce ne corre ancora.

 

 

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