Lettera di Stirpe alla Lega di Serie B: “Il campionato va sospeso”

Foto: © Imagoeconomica, Rocco Pettini

Dopo le dichiarazioni della settimana scorsa, forte presa di posizione del presidente del Frosinone che scrive a Balata e chiede di fermarsi. Domani si riunirà il Consiglio federale della Figc per decidere l'eventuale blocco di tutte le attività. In giornata summit al Coni con Malagò che chiede lo stop dei tornei. La Lega dilettanti ha già deliberato l'interruzione fino al 3 aprile.

Alessandro Salines

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La scorsa settimana lo aveva detto a chiare note in un’intervista a tuttomercatoweb.com. Poi ovviamente si era adeguato e non allineato alle decisioni della Lega, come affermato dal presidente Mauro Balata.  Oggi Maurizio Stirpe va oltre e in una lettera ufficiale pubblicata sul sito del Frosinone chiede di sospendere il campionato di serie B per l’emergenza coronavirus.

Niente porte chiuse ma stop completo. Una posizione chiara e forte che anticipa il Consiglio federale della Figc che si svolgerà domani. Una riunione che dovrà prendere una decisione dopo le accese polemiche di queste ultime ore e la richiesta da più parti di fermare i tornei. Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, aveva invocato il blocco del calcio e in giornata ha riunito le federazioni per trovare una posizione comune. 

La lettera del presidente Stirpe

Maurizio Stirpe

Stirpe indirizza la sua nota direttamente al presidente della Lega Mauro Balata che è tra l’altro consigliere federale.

Dando seguito ai colloqui intercorsi la scorsa settimana e dopo aver valutato attentamente gli accadimenti delle ultime ore, sono a reiterare la richiesta di sospendere il nostro campionato almeno per le prossime due giornate“, scrive il patron giallazzurro che poi va al cuore del problema. “Tale richiesta appare giustificata soprattutto dalla crescita imponente dei contagi da covid-19 avvenuta nelle ultime 48 ore, che impone una seria riflessione sia sulle priorità che in questa fase il nostro Paese è chiamato a perseguire, ma anche sulle altre considerazioni, più proprie del nostro ambito, che dovrebbero essere tenute nella debita attenzione“.

Stirpe spiega: “Mi riferisco al rispetto verso i tifosi che hanno diritto a vivere l’evento sportivo nella sua pienezza e senza la mortificazione, a cui abbiamo assistito nello scorso fine settimana, della partita a porte chiuse che costituisce, tra l’altro, anche un danno ai diritti patrimoniali soggettivi appartenenti ai tifosi stessi“.  

Poi rincara la dose sul concetto fondamentale di salvaguardia della salute. Un aspetto che aveva già ribadito nell’intervista a tuttomercatoweb.com

La decisione di giocare a porte chiuse non appare utile a salvaguardare la salute degli atleti, degli arbitri e degli altri assistenti di gara, dei dirigenti e di tutti coloro che in qualche modo partecipano alla gestione dell’evento, contribuendo a prefigurare quasi la previsione di una tutela minore per questi soggetti – si legge ancora – In ultimo, in un momento complesso quale l’attuale, appare ingiustificato distrarre il personale sanitario o le forze dell’ordine dai loro compiti istituzionali per dedicarli alla gestione di eventi quali le partite a porte chiuse (a me personalmente, ma penso anche ad altri, crea, in questa fase, un forte senso di colpa)”.

La proposta del presidente

Maurizio Stirpe

Stirpe lancia la sua idea: “Chiediamo almeno di posticipare la giornata 29 e la 30 al termine di questo campionato (si potrebbe, ad esempio, ipotizzare il recupero rispettivamente il 18/5 ed il 23/5) con, conseguente slittamento dei play-off e play-out di 10 giorni di calendario – affferma Maurizio Stirpe –  In tal modo, potremmo riallinearci alle disposizioni governative che prevedono una rivalutazione complessiva della situazione ad inizio aprile e posticipare a quel periodo ulteriori ed opportune decisioni su questa ed altre tematiche correlate“.

Lo scenario all’orizzonte

Il presidente Maurizio Stirpe è stato un precursore.

Domenica scorsa Vincenzo Spadafora Ministro dello Sport e Damiano Tommasi, numero uno dell’Assocalciatori, avevano chiesto lo stop della serie A malgrado l’ultimo decreto del Governo consentisse di giocare a porte chiuse. Idem Malagò.

Appelli comunque tardivi considerando che Parma e Spal stavano per iniziare la gara. Insomma un corto circuito che ha provocato solo polemiche e non hanno dato una bell’immagine in un momento drammatico per il Paese. 

Domani il Consiglio federale dovrà decidere cosa fare mentre la Lega Dilettanti ha già stabilito la sospenssione dell’attività. La sensazione è che si vada verso il blocco anche se nella Lega di Serie A ci sarebbero delle resistenze. E si vorrebbe continuare a scendere in campo a porte chiuse sulla scorta del decreto legge.

Ma Malagò vuole dalla Figc una posizione chiara. “Se la federazione non è in linea con la Lega, deve commissariarla“, ha sentenziato il presidente del Coni.

Ma anche il Ministro Spadafora si è detto pronto ad intervenire con un ulteriore provvedimento. Ora però è necessario prendere una decisione seria e chiara. E basta con il rimpallo di responsabilità.

Un disastro economico

Frosinone Calcio

Non ci si può nascondere che un blocco dei campionati professionistici comporterebbe un grave danno economico per il calcio, uno dei principali comparti industriali dell’Italia. Un settore che muove miliardi di euro tra valore della produzione diretta (3.5 miliardi secondo le ultime stime) e impatto socio economico generato (3.01 miliardi). Un sistema che nell’ultimo decennio ha girato allo Stato 11 miliardi tra tasse e contributi previdenziali.

Il calcio non è solo Cristiano Ronaldo o Messi ma è un’industria che dà lavoro a quasi centomila persone e ha generato investimenti infrastrutturali pari a 136 milioni. Mentre sono 606 quelli che si riferiscono alle spese sostenute dai praticanti. Insomma un contributo diretto all’economia nazionale che supera i 742 milioni di euro. E quindi nel momento in cui saranno prese delle decisioni non si potrà non tenere conto di questi aspetti.

Non è cinismo ma il calcio è un azienda come le altre e va tutelata nell’interesse degli investitori e dei lavoratori.   

Il rinvio degli Europei

Lo stadio Benito Stirpe

In caso di stop, per la serie B ci sarebbero più margini di manovra tenendo presente che non ci sono le coppe europee. La proposta di Stirpe è già concreta ammesso che dopo il 3 aprile la situazione migliori.

Per il massimo campionato invece è tutto più complicato. Il calendario è intasato. L’unica possibilità è il rinvio degli Europei. A quel punto la stagione potrebbe allungarsi e concludersi regolarmente. Al contrario la serie A potrebbe essere annullata con ripercussioni negli altri tornei collegati tra loro da promozioni e retrocessioni.

Sarebbe un bel rompicapo soprattutto perché lo statuto della Figc non prevede norme ad hoc. La sospensione non c’è mai stata a parte nel 1915 in tempo di guerra. Quindi si dovrebbero scrivere delle regole nuove condivise da tutte le componenti per ridisegnare i campionati e ripartire. Non sarà facile tenendo presente la litigiosità del calcio e gli interessi in ballo.

Ma ci sarà tempo per discutere. Adesso l’emergenza sanitaria è più importante di qualsiasi cosa.

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