Meno Covid più stadio: allo “Stirpe” fino a 12.000 spettatori

Il Cts ha dato il via libera: gli impianti all’aperto passano dal 50% al 75%, quelli al chiuso dal 35% al 75%. Entro la fine dell’anno si punta al 100%. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico raccomandano alle società “di utilizzare tutti i settori e non solo una parte al fine di evitare assembramenti”. Confermati green pass e mascherine. Le nuove misure varranno per la zona bianca. Gabriele Gravina, presidente della Figc, soddisfatto: “Le riaperture non hanno fatto alzare la curva pandemica”.

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Un gol al covid. Un altro passo verso la normalità. Una boccata d’ossigeno per le società che hanno il fiato corto. Ad esempio allo “Stirpe” potranno andare oltre 12.000 spettatori e non più solo 8.000 come è accaduto finora. In zona bianca aumenta al 75% la capienza degli stadi ed al 50% quella degli impianti al chiuso. Il via libera è arrivato dal Comitato tecnico scientifico che ha risposto così al quesito posto dal Governo.

La decisione è stata ufficializzata in una nota firmata dal professore Silvio Brusaferro, portavoce del Cts. “Il Comitato ritiene che si possa procedere con graduali riaperture degli accessi di persone munite di green pass agli eventi sportivi – recita il comunicato –  La capienza negli impianti dovrà essere rispettata utilizzando tutti i settori e non solo una parte al fine di evitare il verificarsi di assembramenti in alcune zone e che siano rispettate le indicazioni all’uso delle mascherine chirurgiche e ci sia la vigilanza sul rispetto delle prescrizioni”.

VOGLIA DI FROSINONE

Stadio Stirpe

Per la società giallazzurra una buona notizia l’aumento della capienza dello stadio. Il club infatti sta registrando un’affluenza di pubblico importante, un entusiasmo ritrovato e rinnovato. C’è voglia di calcio e di Frosinone dopo un anno e mezzo fuori dagli stadi. E non a caso la squadra ciociara ha avuto finora il record di spettatori in Serie B:  16.901 in 3 partite, staccate di oltre 1.000 presenze la Reggina (15.653) e di quasi 5.000 la Ternana.

Un risultato importante ed ora con l’apertura al 75%  si potrà effettuare un ulteriore step di crescita che premierebbe di nuovo le scelte della società. Come detto lo “Stirpe” potrà ospitare 12.170 spettatori sui 16.227 della capienza massima. Entro la fine dell’anno, se le condizioni lo consentiranno, si dovrebbe arrivare all’apertura al 100% così come annunciato da Gabriele Gravina, presidente della Figc. “Ci stiamo impegnando per aumentare la capienza degli impianti – ha annunciato Gravina – In queste ore è arrivata una nuova disposizione con l’apertura al 75% dei posti dai primi di ottobre. Dopodiché puntiamo ad arrivare al 100% della capienza. La riapertura parziale non ha portato aumento di curva pandemica”.

IMPIANTI AL CHIUSO E POLEMICHE

Gianni Petrucci Foto: Alessandro Paris / Imagoeconomica

La riapertura al 50% dei palazzetti invece non accontenta il mondo del basket e del volley. La capienza era al 35% ma l’aumento non basta. “Se riapriranno i palazzetti al 75% del pubblico entro Natale? Non posso mettermi a fare la battaglia contro tutto e contro tutti, ma vorremo avere il 100% per tutte le società. Anche per una campagna abbonamenti in tranquillità. Se è giusto che il calcio abbia gli stadi riaperti al 75%, perché il basket non deve averli?“, ha detto Gianni Petrucci, presidente della Fip.

Massimo Righi, massimo dirigente della Legavolley, aveva preannunciato battaglia: “Il nostro sport vive di ticketing e sponsorizzazioni – ha detto Righi – Abbiamo avuto perdite pesanti: 28 milioni tra sponsor e mancati incassi, più 1 milione e mezzo di spese sanitarie. Ci sono società esasperate che stanno pensando anche ad una class action. I club sono stati costretti a ridurre drasticamente gli investimenti sui settori giovanili, con le pesanti conseguenze che questo determinerà, in particolare sulla salute e sulla qualità dei futuri giocatori”.

Anche Giovanni Malagò, numero del Coni, ha chiesto una riapertura totale degli impianti. “Il mondo dello sport reclama con pieno titolo e diritto la capienza massima all’interno degli impianti. Soprattutto in epoche in cui si discute dichiaratamente sull’utilizzo del green pass. L’alternativa – ha detto Malagò – sarebbe prevedere dei ristori per le società che hanno sempre fatto ricavi con il botteghino e ora sono in grandissima difficoltà. Ma sarebbe un’alternativa curiosa”. 

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