Palmisani, la parabola del ragazzo di Alatri che porta in alto il Frosinone

Lorenzo Palmisani, portiere classe 2004 di Alatri, convocato in Under 21 dopo un avvio di stagione da protagonista. Il Frosinone di Alvini vola e raccoglie i frutti della sua politica sui giovani.

C’è un filo giallo e azzurro che unisce la classifica di Serie B alla convocazione in Nazionale Under 21 di Lorenzo Palmisani. È il filo del lavoro, della programmazione, della fiducia nei giovani. Ed è anche la prova che il Frosinone di questo avvio di stagione non è una meteora ma una realtà costruita con metodo e coraggio.

Con 14 punti in 7 giornate e una media di due a partita, la squadra di Massimiliano Alvini viaggia ad alta quota e respira entusiasmo. Un entusiasmo che non nasce dal caso ma da scelte precise: quelle della società, che anche stavolta ha preferito guardare dentro casa prima di cercare altrove.

Il coraggio delle scelte

Il portiere Palmisani (Foto © Mario Salati)

L’esempio è proprio Palmisani. Classe 2004, nativo di Alatri, portiere moderno per tecnica e personalità, è diventato titolare dopo l’infortunio di Alan Sherri. Invece di correre sul mercato, il Frosinone ha deciso di puntare su di lui. Una scelta che ha il sapore di un manifesto: fidarsi dei propri ragazzi, farli crescere in campo e non solo negli allenamenti.

La risposta è arrivata puntuale: parate sicure, piedi buoni, calma da veterano. E adesso la chiamata di Nunziata in Under 21, che per il ventenne portiere canarino è un punto di partenza più che d’arrivo.

Dietro di lui, però, c’è un mondo che lavora. Il preparatore Matteo Di Norcia, che lo ha aiutato a maturare in silenzio, la struttura del club, che ha saputo accompagnarlo dopo l’esperienza travagliata alla Lucchese — 19 presenze, poi il fallimento societario — e la pazienza nel riportarlo “a casa”, lasciandolo crescere dietro a Cerofolini e Sorrentino fino al momento giusto.

Palmisani ed i frutti del vivaio

Kevin Barcella

Ma Palmisani non è un caso isolato. In questo inizio di campionato il Frosinone ha dato spazio anche ad altri talenti cresciuti nel proprio settore giovanile: Filippo Grosso (2006)Abdoule Ndow (2005)Damar Dixon (2004). E poi Bracaglia, Cichella e Barcella, ormai considerati elementi stabili della rosa.

Un segnale forte, soprattutto in un calcio che spesso preferisce l’usato sicuro ai giovani da lanciare. Il club di Maurizio Stirpe ha scelto un’altra strada: quella della sostenibilità sportiva, che unisce risultati e identità.

Un Frosinone con l’anima del territorio

Questa è la vera vittoria. Perché quando a rappresentare i colori giallazzurri è un ragazzo di Alatri, cresciuto nella cantera canarina, il senso di appartenenza diventa contagioso. È lo stesso entusiasmo che ha riportato allo “Stirpe” tifosi disillusi dopo la stagione sofferta in Serie A. Oggi l’aria è cambiata: si parla di futuro, di continuità, di progetto.

Numeri che fanno sognare e che danno sostanza al lavoro di Alvini, bravo a creare una squadra corta, aggressiva, capace di alternare intensità e qualità. Nel frattempo, durante la sosta, Alvini potrà contare su un gruppo quasi al completo: partiranno solo Palmisani (Under 21), Kvernadze (Georgia) e i gemelli Anthony e Jeremy Oyono (Gabon). Giovedì, intanto, test amichevole allo stadio “Liri” di Anitrella per celebrare i 70 anni del club monticiano.

Nel calcio, come nella vita, le scelte più coraggiose spesso sono anche le più giuste.
Il Frosinone ha scelto di credere nei suoi giovani, e oggi raccoglie i primi frutti.
La convocazione di Palmisani non è solo un premio personale: è un riconoscimento a un modo di lavorare che unisce la competenza tecnica all’orgoglio del territorio.

In fondo, è questa la vera identità giallazzurra: costruire futuro, senza tradire se stessi.