Pause, fiammate ed occasioni perse: il Frosinone è un’incompiuta

Il pareggio di Cosenza ha ancora una volta messo in evidenza una squadra discontinua nella stessa partita e soprattutto poco concreta sotto porta. I giallazzurri devono aggiustare la mira ed in tal senso il ritorno al gol di Novakovich regala fiducia. Tra le note positive è la difesa che con 6 reti subite è la seconda meno battuta del campionato

Alessandro Salines

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Un’incompiuta. A tratti anche bella ma pur sempre un’incompiuta. La gara pareggiata a Cosenza è stata la cartina di tornasole del Frosinone di questi ultimi tempi. Una squadra che a sprazzi esprime un bel calcio però in 90’ gioca più partite: parte bene o male, accelera e frena, cade e si rialza. In una parola: discontinua. E poi c’è un denominatore comune tra i due Frosinone: spreca troppe occasioni, in zona gol non è lucido e fatica un mondo a segnare.

Difetti che stanno segnando il cammino dei giallazzurri in termini di punti persi e sui quali Fabio Grosso è chiamato a lavorare sodo. (Leggi qui Il Frosinone a due velocità raggiunge il pari a Cosenza).

I PIEDI… BUCATI DELL’INCOMPIUTA

Ad oggi il problema del gol sembra quello più importante e che sta penalizzando parecchio la squadra di Grosso. I giallazzurri non sono concreti, sbagliano molto sotto porta pur creando tanto (col Cosenza 23 tiri di cui 9 in porta, 5 fuori e 9 ribattuti ma solo 1 gol). C’è da dire che anche nei momenti meno brillanti i canarini riescono lo stesso a costruire pericoli ma allo stesso tempo spesso sbagliano la conclusione decisiva o l’ultimo passaggio.

Il tiro di Garritano

I numeri poi parlano chiaro: il Frosinone ha realizzato 9 reti in 8 partite. Uno degli attacchi meno prolifici. Peggio soltanto il Cosenza (8), il Monza (7) ed il fanalino di coda Pordenone (5). I giallazzurri insomma non hanno l’istinto del killer.

Il tecnico Fabio Grosso è consapevole di questo limite che la squadra si porta dietro dall’inizio della stagione e sembra difficile da correggere. “Dobbiamo crescere, quando crei 10 occasioni e ne subisci mezza su rigore sei chiamato a fare meglio. Rimane un grande rammarico”, mastica amaro l’allenatore.

TEMPI REGALATI E PAUSE

Contro il Cosenza il Frosinone è partito col freno a mano tirato e solo nella ripresa sotto di un 1 gol ha espresso il suo gioco mettendo alle corde gli avversari. Non è la prima volta che succede. La squadra mostra discontinuità nella stessa gara. Accusa pause, regala un tempo. Era capitato col Perugia, ma anche con la Reggina ed il Cittadella si era visto un Frosinone dai 2 volti.

Nel primo tempo siamo andati ad appiattirci sul ritmo loro e noi in quel caso non siamo bravi – ha detto il trainer – Abbiamo preso gol su rigore ma ci sono state anche tre occasioni per noi. E poi nella seconda parte del match abbiamo creato tantissimo ma non siamo riusciti a vincere e questa non è una cosa positiva. Dobbiamo essere arrabbiati e migliorare questo aspetto”.

DOPPIO PLAY RIMANDATO

Fabio Grosso

Fabio Grosso ha riproposto il 4-3-3, schierando per la prima volta a centrocampo Maiello e Ricci insieme. Il primo da mezzala sinistra ed il secondo da regista. Un po’ come fa Mancini in nazionale con Jorginho e Verratti. Un esperimento che non ha sortito gli effetti sperati. (Leggi qui Il Giudizio Universale: Cosenza – Frosinone 1-1).

Un centrocampo così tecnico avrebbe dovuto garantire un altro tipo di manovra ed invece la scossa è arrivata quando Grosso ha inserito 2 giocatori più dinamici come Boloca e Lulic. C’è da dire che Maiello era al rientro dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori per 4 gare e quindi non era al meglio. E poi serve l’intesa: i 2 non avevano mai giocato in tandem. E per capire la loro compatibilità e funzionalità nell’impianto di gioco occorrerà tempo.

Grosso dà una sua spiegazione per la prova incolore di Maiello e Ricci. “Nel primo tempo ci siamo adeguati al loro ritmo – ha osservato il tecnico – A ritmi bassi non riusciamo ad esaltare le nostre qualità. Dovevamo alzare i giri”. Un esperimento comunque rimandato. Ad oggi questo Frosinone probabilmente non si può permettere 2 centrocampisti di qualità ma compassati. Ha bisogno di giocatori più aggressivi e che sappiano accendere la manovra.

ANDAMENTO LENTO

Maiello ed il fallo da rigore

Il Frosinone non vince da 4 turni nei quali ha racimolano la miseria di 3 punti. Una squadra in frenata se si pensa che nelle prime 4 giornate ha conquistato 8 punti con 2 vittorie in trasferta ed altrettanti pareggi.

Certo la classifica è relativa ma i giallazzurri hanno perso terreno, sono stati scavalcati da Perugia e Reggina, scivolando al decimo posto. C’è sempre da ricordare che l’obiettivo dichiarato dalla società è la salvezza e quindi i giallazzurri sono in linea.

Tuttavia Maiello e soci potevano avere qualche punto in più. E poi la partenza sprint aveva acceso le fantasie soprattutto dei tifosi. Comunque il campionato è ancora lungo e le occasioni per rifarsi sono tante. Già sabato in casa con l’Ascoli del grande ex Dionisi il Frosinone dovrà dare una risposta per tornare alla vittoria e rompere il tabù-Stirpe (in casa non ha ancora vinto). 

LE NOTE POSITIVE

Boloca tra i più efficaci con il Cosenza

Il ritorno al gol di Novakovich è molto importante. Regala fiducia al giocatore e a tutta la truppa. L’attaccante statunitense la stagione scorsa ha segnato 11 reti ed il suo completo recupero potrebbe risolvere almeno in parte il problema della rete. Andrjia (alla terza presenza stagionale) sta crescendo e per Grosso potrebbe diventare un’alternativa di spessore per il centro dell’attacco considerando anche le difficoltà che sta attraversando in questa fase Ciano.

Altra nota positiva è la difesa. Con 6 reti al passivo il Frosinone ha la seconda migliore retroguardia del torneo insieme a Pisa e Cremonese. Solo il Perugia ha subito meno: 5 reti. Pur privo di Szyminski, il Frosinone ha concesso pochissimo al Cosenza, a segno solo su rigore.

Positivo il debutto dal 1’ di Casasola, anche Cotali non ha sfigurato da centrale. Conferme per Gatti e Zampano. Infine la panchina: decisivi gli innesti di Boloca, Lulic, Charpentier e dello stesso Novakovich. Con i 5 cambi i cosiddetti rincalzi devono farsi trovare sempre pronti perché possono veramente cambiare la squadra e la partita stessa.