
[L'ANALISI] La squadra di Greco a Bari vince la partita dei numeri ma la classifica peggiora. Da qui alla fine saranno 14 finali decisive per i ciociari che vedono la salvezza più lontana. Clamoroso ritorno del capitano della promozione che dovrebbe regalare leadership e personalità ad un gruppo giovane ed inesperto. Con lui in arrivo Bohinen, Kone e Di Chiara
Piove sul bagnato per il Frosinone che, sotto il nubifragio del San Nicola, non riesce ad ottenere la prima vittoria del 2025, nonostante qualche piccolo passo avanti sotto il punto di vista del gioco e del carattere. Decisivi, ancora una volta, errori macroscopici che, come di consueto, i ciociari pagano fino all’ultimo, con il Bari (dell’ex Moreno Longo) che ringrazia e si porta a casa tre punti pesantissimi per la corsa promozione. Frosinone, al contrario, costretto ancora ad inseguire, con la zona salvezza che adesso dista 6 punti.
Oggi termina il mercato ed il Frosinone spera di avere una mano. In partitolare dal clamoroso ritorno del capitano dell’ultima promozione Fabio Lucioni, difensore centrale di grande esperienza, reduce dalla parentesi al Palermo. Un innesto che dovrebbe garantire leaderhip e personalità in campo e fuori oltre al suo indiscusso valore tecnico. Oltre a lui arriveranno i centrocampisti Bohinen dal Genoa e Kone dal Como, entrambi in prestito secco, e l’esterno sinistro Di Chiara dal Parma a titolo definitivo. Ceduto Gelli alla Cremonese.
Numeri in crescita, ma serve la serenità perduta

Prestazione in crescita su un campo non facile, come dicevamo, e quindi non propriamente da buttare (al contrario delle precedenti), con il Frosinone che tiene testa al Bari per tutto il primo tempo, eccezion fatta per l’ingenuo (e forse, fin troppo generoso) calcio di rigore assegnato da Cosso, autore di un arbitraggio insufficiente e confusionario in più di un’occasione.
Le statistiche del match raccontano di un Frosinone a due facce: attendista, quasi interamente dietro la linea della palla in fase difensiva e pronta a ripartire in contropiede nella prima frazione e, al contrario, più propositiva, quasi padrone del campo nella seconda frazione.

A fotografare esattamente la situazione i dati possesso palla: 33% del primo tempo, contro il 68% dei secondi 45′, con un 51% di media finale. In crescita, rispetto alle scorse uscite, anche le occasioni da gol che, però, non vengono mai concretizzate dalla squadra di Greco, ancora una volta troppo poco cinica sotto porta. A fine match saranno ben 20 tiri tentati, di cui 7 nello specchio e uno solo convertito in gol, l’ultimo della partita ciociara.
Bettella ingenuo e graziato
Lo spartiacque del match è il rigore causato da Bettella a fine primo tempo. L’arbitro Cosso prima assegna la punizione dal limite del lato piccolo dell’area di rigore, il check del Var, dopo un lungo consulto corregge la sua decisione assegnando il rigore. Il centrale scuola Atalanta, chiamato a sostituire lo squalificato Biraschi, è senza dubbio il più in difficoltà del reparto, complice probabilmente anche lo scarso minutaggio in stagione (con appena 318′ giocati e solo 3 da titolare). Dal dischetto Favilli non sbaglia e realizza il terzo gol stagionale, il quarto al Frosinone in 6 incroci compreso quello messo a segno nel match d’andata.

Il raddoppio del Bari, siglato da Bonfanti in contropiede (al suo primo gol stagionale), è un concorso di colpa di una squadra sbilanciata alla ricerca del pareggio ma che si fa trovare totalmente scoperta, con Monterisi ultimo uomo a centrocampo che non può fare nulla nel due contro uno con cui i pugliesi chiudono definitivamente il match. Un atteggiamento offensivo forse poco accorto quando man tanto tempo dalla fine del match.
Begic paga il campo pesante
Le condizioni del terreno di gioco, al limite del praticabile soprattutto nell’ultimo terzo del match, non sono particolarmente favorevoli per giocatori tecnici e brevilinei. Nonostante tutto, Begic, ha sui piedi l’occasione per sbloccare il match su un lancio illuminante di Koutsoupias, per distacco la sua migliore azione del match. Il fantasista ciociaro però perde un tempo di gioco e si fa respingere il tiro dalla retroguardia avversaria, non sfruttando così un’ottima occasione di uno contro uno. Il suo match finisce all’intervallo con due tiri all’attivo.

Al suo posto, Greco, sceglie di far rientrare dagli spogliatoi un frizzante Kvernadze che, in 45′ minuti di gioco, crea più occasioni (3), completando in maniera vincente anche 2 dribbling e 3 tiri verso lo specchio della porta difesa da Radunovic, tra cui il gol allo scadere, utile solo per le statistiche.
Attacco mai realmente pericoloso
Greco schiera dall’inizio Ambrosino e Partipilo, in linea con l’interpretazione del difendere ad oltranza e provare a far male in ripartenza. I due però, al netto dei cinque tiri totali (4 di Partipilo e 1 di Ambrosino), non riescono mai ad essere realmente pericolosi. Un dato ricorrente ormai, con soli 6 gol realizzati in stagione con gli attaccanti titolari (di cui 3 nelle prime due giornate) e l’ultimo nella vittoria contro il Cesena ad inizio dicembre.

E allora ci chiediamo, davvero non avrebbe fatto comodo un attaccante in più? Certo, il mercato invernale non è facile e, sicuramente, sposare il progetto Frosinone in questo momento spaventa e non poco, ma il problema attacco è lampante ed è ormai impossibile da nascondere. Sarà importante provare a recuperare Pecorino, appena 288 minuti giocati in stagione e rientrato da poco dall’infortunio.
Incubo classifica: vietato sbagliare

Come si suol dire, da qui alla fine, saranno quattordici finali per i ciociari che vedono la salvezza sempre più lontana, con il Cittadella (l’ultima virtualmente salva al momento) a 6 punti di distanza. Certo, colmare il gap non è di certo impossibile, ma saranno di vitale importanza le prossime due partite casalinghe contro Catanzaro e Reggiana, dove bisognerà necessariamente tornare a fare punti e, possibilmente, tornare a vincere.
Nelle ultime otto giocate dai ciociari, infatti, il bilancio è pesantissimo, con appena una vittoria e due pareggi, al netto di cinque sconfitte.