Il primo clean sheet del campionato è stato una delle poche note positive della gara pareggiata con la Juve Stabia. Tante difficoltà soprattutto in fase offensiva per la squadra di Vivarini ancora a secco di vittorie. La sosta arriva al momento giusto per trovare un'identità
Sfuma ancora l’appuntamento con i primi tre punti della stagione e continua il tabù vittoria per il Frosinone. Arriva il secondo pareggio casalingo consecutivo per gli uomini di Vivarini contro la Juve Stabia, attuale leader della classifica. Frosinone e Juve Stabia non si fanno male e chiudono a reti bianche un match decisamente equilibrato e senza particolari emozioni, se non le due espulsioni (una per parte nella seconda frazione). È vero, il gruppo è ancora in via di costruzione, con tanti giocatori arrivati all’ultimo giorno di mercato, ma quella che scende in campo contro la Juve Stabia appare, ancora una volta, una squadra macchinosa, compassata e quasi mai capace di rendersi pericolosa nella trequarti avversaria.
I numeri confermano le difficoltà
A dimostrarlo, i numeri del match, con i canarini che chiudono la partita con solo lo 0,5 xG (expected goal), al pari degli avversari e con soli 9 tiri in 90 minuti, di cui solo 3 verso lo specchio della porta difesa dal portiere dei campani, Demba Thiam.
Troviamo equilibrio anche nei dati sul possesso palla, con il Frosinone che chiude il match con il 52%, contro il 48% della Juve Stabia. Male il bollettino dei cross, con i laterali ciociari che mandano a segno solo il 17% dei cross effettuati (4 su 24).
Il primo clean sheet la nota positiva
In un match che finisce a reti bianche, solitamente, trova nella difesa l’unica nota lieta della partita. E così è anche un questo caso. La retroguardia di Vivarini rimane sempre attenta, seppur quasi mai impensierita veramente, permette raccogliere il clean sheet a Cerofolini, il primo di una stagione iniziata non propriamente con il piede giusto dalla squadra ciociara.
Buona, come dicevamo, la prestazione della retroguardia, con menzione speciale per il solito Marchizza, capitano e trascinatore, specialmente in proiezione offensiva, dove realizza 2 tiri e crea 3 occasioni, non sfruttate dai compagni.
A centrocampo l’inesperienza fa brutti scherzi
La prima, vera, emozione del match arriva al 53′, con l’espulsione di Cichella. Il centrocampista ciociaro sbaglia totalmente i tempi dell’intervento e colpisce con il piede la testa di Floriani. L’arbitro Bonacina non ha dubbi ed estrae il rosso diretto, costringendo il Frosinone a giocare in inferiorità numerica per oltre 40 minuti (che diventeranno 30 per l’espulsione di Folino all’83’ che ristabilisce la parità numerica nel terreno di gioco). Per Cichella pesa, probabilmente, l’inesperienza che va a macchiare una partita che, fino a quel momento, era stata ordinata e precisa, sottolineata dal 92% di precisione passaggi.
In attacco cambiano gli interpreti ma non la musica
Vivarini cambia due terzi dell’attacco rispetto al turno infrasettimanale contro il Modena, ma la storia purtroppo non cambia. L’unico capace di impensierire in maniera più impegnativa Thiam è Ambrosino, che al 63′ calcia dai trenta metri una buona punizione che però trova pronto l’estremo difensore campano che devia in calcio d’angolo.
Per il resto, tra titolari e subentrati, solo Pecorino riesce a centrare lo specchio della porta, con un colpo di testa in tuffo, debole e decisamente velleitario.
La sosta per compattarsi
La sedicesima posizione in classifica e la casella zero alla voce ‘vittorie’ comincia a far preoccupare, soprattutto per l’apparente mancanza di idee sotto il punto di vista del gioco, vero e proprio punto di forza del Catanzaro allenato lo scorso anno dal mister Vivarini. La classifica, fortunatamente, rimane ancora molto corta e i punti che dividono i ciociari dalla zona play-off sono solo 3.
Questo per spiegare come sia ancora molto prematuro tirare le somme di una stagione ancora lunghissima. Al ritorno dalla sosta nazionali però, sarà comunque vietato sbagliare, con Vivarini che avrà a disposizione praticamente tutto il gruppo per lavorare (soprattutto sui nuovi arrivi) e cominciare a dare un’identità alla squadra.