Rabone, estro, tiri ad effetto: Millico vuole prendersi il Frosinone

Il neo attaccante giallazzurro si presenta ai tifosi: “Voglio migliorare ed aiutare la squadra. Ho scelto la società per il progetto”. Cresciuto nelle giovanili del Torino, spera ora di affermarsi in un campionato difficile come la Serie B. Potrebbe debuttare venerdì a Vicenza.

Alessandro Salines

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Ai tempi della Primavera del Torino si divertiva a sfidare se stesso: durante gli allenamenti posizionava il pallone al centro del campo. E con una “rabona” (uno dei colpi più difficile e spettacolari) provava a centrare la traversa. Ci riusciva quasi sempre. I compagni dapprima rimanevano estasiati e lo applaudivano. Poi si sono abituati. Il gioco della “rabona” racconta nel migliore dei modi Vincenzo Millico, professione attaccante, talento purissimo del calcio italiano al servizio da qualche giorno del Frosinone.

Quasi una metafora. Scuola Toro, un po’ “anarchico” come lo hanno definito alcuni suoi allenatori, classe cristallina e quel temperamento che ci vuole per sfondare. Uno dei più forti millennials in circolazione che ora spera di sbocciare alla corte di Alessandro Nesta.

Guido Angelozzi

Millico è stato il primo rinforzo del mercato di gennaio. Il primo rinforzo targato Guido Angelozzi, fondamentale per l’arrivo del giovane torinese che poteva anche scegliere squadre di Serie A. «Il direttore è stato la persona che mi ha voluto con maggiore forza. – conferma Millico durante la presentazione organizzata dall’ufficio stampa secondo le norme anti-covid – Da quando sono qui mi sta trattando con grande attenzione e rispetto. Questa cosa mi fa rendere conto sempre di più che ho fatto la scelta giusta. E poi conoscevo il progetto del club e quindi è stato facile accettare la proposta». (Leggi qui Angelozzi: “Al Frosinone solo giocatori motivati”).

L’identikit di un campioncino

Millico ha tirato i primi calci nell’Atletico Mirafiori e nel vivaio della Juve. Poi a 14 anni è passato al Torino incrociando idealmente Moise Kean che ha fatto il percorso inverso.

Nelle giovanili granata ha fatto tutta la trafila fino all’esordio in Serie A il 19 febbraio del 2019 contro l’Atalanta. A suon di gol e magie è diventato uno dei “gioiellini” del Toro che è sempre stato un’importante fucina di talenti. Nella Primavera ha collezionato 61 gare, 39 gol e 15 assist. Ha vinto Coppa Italia e Supercoppa nel 2017-2018. Millico inoltre vanta un record: è il più giovane marcatore granata in una competizione ufficiale. Questo grazie al gol segnato in Europa League al Debrecen ad appena 18 anni e 354 giorni sotto la guida di Mazzarri.

Vincenzo Millico (Foto © Marco Canoniero / Dreamstime.com)

«Credo che posso dare il mio meglio nel ruolo di esterno alto nel modulo a tre attaccanti. Ma posso giocare anche nel 3-5-2 da seconda punta. – si presenta Millico – Negli ultimi 3 anni, tra gli allenatori che sono passati al Torino, ho sempre giocato nel 3-5-2 ed ho agito da seconda punta. Un ruolo che mi sta piacendo. Perché voglio imparare a giocare in più moduli per aiutare sempre di più la squadra in qualunque situazione».

In molti lo paragonano a Lorenzo Insigne soprattutto per il tiro a giro, uno dei suoi marchi di fabbrica. E poi dribbling secco, rapidità e doti balistiche sui calci da fermo.

La chance-Frosinone

In maglia giallazzurra cercherà quello spazio che gli è mancato al Torino dopo i fasti nella Primavera. Sei mesi in prestito per maturare e consacrarsi in un campionato duro come la Serie B. E magari tornare in granata ancora più forte.

«Non è detto che saranno solo sei mesi qui a Frosinone. – interviene Millico – E comunque voglio aiutare questa squadra in tutto e per tutto per raggiungere gli obiettivi. Spero di giocare il più possibile. Chi non lo dice forse non ama questo sport. Quanto ai gol, nessuno può prevederlo. Ognuno pensa a farne sempre di più». Vincenzo si sente pronto per dare il massimo. Finora ha giocato poco: 3 presenze in A e 1 in Coppa Italia.

«In questa stagione ho fatto 3 partite. – conferma l’attaccante piemontese –. Ho avuto anche alcuni infortuni, il Torino all’inizio credeva in me, non mi ha lasciato partire. Perché ero all’interno del progetto ma poi le cose possono cambiare in corsa. Al Frosinone ci credo, voglio raggiungere qui tutti gli obiettivi possibili sia personali che di squadra. E spero che sia una stagione piena di emozioni che ci permetta di toglierci grandi soddisfazioni».

Venerdì l’esordio a Vicenza?

Millico potrebbe debuttare nell’anticipo di venerdì sera al “Menti” contro i biancorossi di Mimmo Di Carlo. Toccherà a Nesta decidere se gettarlo nella mischia dall’inizio oppure in corsa. L’ex granata non vede l’ora di mettersi alla prova. «Fisicamente sto bene, ho avuto il covid dopo la seconda di campionato. – afferma – Dopo un mese fermo ho patito un affaticamento muscolare, normale in questi casi. Perché quando rientri devi spingere per riacquistare la condizione e farti trovare pronto. Ma ora sto bene, mi sto allenando con i compagni già da una settimana».

La Serie B lo incuriosisce e non l’ha mai snobbata. «Io non ho mai guardato la B da calciatore di A. Guardavo i cadetti come un giocatore di calcio, senza mai sminuirli. Quando mi è stato chiesto che si cercava una squadra di Serie A per andare a giocare è perché c’erano formazioni pronte a prendermi. Volevo fare quel tipo di esperienza. Ma io sono stato anche il primo in questi 3 anni a chiedere di lasciarmi andare a giocare in Serie B. Per me l’importante è crescere ed affermarmi».

Via dal Torino senza rimpianti

Millico sembrava destinato a prendersi la maglia granata e diventare uno delle “stelle”. L’esplosione per adesso è stata rinviata. L’attaccante non ha nessun rammarico. Il Torino resta sempre casa sua. «Non è mancato nulla per affermarmi. – sostiene – Ci sono state tante dinamiche che un giocatore non può cambiare. Ci sono le gerarchie ad esempio. Inoltre negli ultimi anni non siamo andati bene e magari a volte buttare nella mischia un giovane non è facile».

«Ma debbo anche dire che tutti gli allenatori hanno creduto in me. Mazzarri in due anni non mi ha mai voluto lasciar partire. Io chiedevo di andare in prestito per una crescita personale ma mi hanno sempre chiuso le porte. Mister Giampaolo ad inizio stagione ha fatto la stessa cosa. Poi in questi sei mesi le cose sono cambiate. Quindi giustamente abbiamo preso insieme la decisione di venire qui ed aiutare il Frosinone».

La benedizione dell’ex Coppitelli

L’allenatore delle giovanili granata Federico Coppitelli

Il tecnico romano, 36 anni, una laurea in scienze politiche, è uno dei migliori per quanto riguarda il settore giovanile. E’ stato sulla panchina degli Allievi nazionali e della Primavera giallazzurra. Ha vinto tutto nella Roma. Nel Toro ha allenato Millico.

In un’intervista al quotidiano L’Inchiesta Coppitelli ha avuto parole di grande stima per il neo attaccante canarino. «E’ un acquisto top», ha detto.

Vincenzo ha un bel ricordo del trainer capitolino, un vero maestro per lui. «Con il mister Coppitelli in Primavera c’è stata la mia consacrazione nel calcio dei grandi. – spiega Millico – Con  lui feci molto bene, mi sentivo libero di esprimere le mie caratteristiche, ci divertivamo insieme. Lo ringrazio per le belle parole. Magari se ci fosse stato un altro al posto suo non so se sarei riuscito ad esprimermi così. Perché tante volte trovi un allenatore con il quale non ti trovi bene ed allora sei costretto ad andare altrove. E magari un giocatore a quel punto si può anche perdere. Quindi sono io che devo ringraziare chi mi ha fatto stare bene».