
Il Rally di Roma Capitale, dal 4 al 6 luglio, unisce adrenalina e sostenibilità. Tra competizione e responsabilità ambientale, la manifestazione invita tutti a partecipare attivamente, dimostrando che si può correre rispettando l'ambiente e migliorando le nostre azioni quotidiane.
Trenta giorni. A Roma la fretta non è mai stata una virtù. Ma se parli di Rally, tutto cambia. Qui, dal 4 al 6 luglio, il rombo dei motori torna a spezzare la calma apparente, a fare da controcanto al traffico distratto, alle Vespe stanche, ai clacson frustrati. Torna il Rally di Roma Capitale, quinta tappa del FIA European Rally Championship e cuore pulsante del Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco. Un evento firmato Motorsport Italia e Max Rendina, l’uomo che parla con le curve e ragiona in tornanti.
Faccenda di coscienza

Ma non è solo questione di asfalto e cronometri. Il Rally di Roma è anche – e sempre più – una faccenda di coscienza. Perché correre non vuol dire distruggere. Vuol dire scegliere come si corre. Roma, per il terzo anno di fila, ci mette la faccia (e l’ambizione): sarà sottoposta a un nuovo audit per rinnovare le tre stelle del FIA Environmental Accreditation Programme. Tradotto: il massimo riconoscimento per chi sa far convivere sport e sostenibilità. E non è un premio da salotto. È roba seria. Una patente verde che pochi si possono permettere.
E allora via di isole ecologiche rafforzate, raccolta differenziata spinta, messaggi ovunque per insegnare – con discrezione – che l’ambiente non è uno slogan. È una responsabilità. A Fiuggi, nel paddock, o lungo le prove speciali in Ciociaria e nel Frusinate, il messaggio è chiaro: guardate lo spettacolo, ma lasciate tutto com’era. Meglio di com’era, se possibile.
Tifare è partecipare

Anche il pubblico è chiamato in causa. Non solo a tifare, ma a partecipare. A capire che ogni bottiglia riciclata è un tempo guadagnato sul futuro. Che ogni bus preso – grazie alla collaborazione con ATAC, Official Mobility Partner – è una curva in meno sul consumo di risorse. Roma ci mette le sue bellezze, voi metteteci attenzione.
In gara si corre, ma nei box si pensa. La logistica sarà leggera, con mezzi a basso impatto e generatori che bevono poco. Il plastic-free non è un vezzo modaiolo: è una regola. Il cibo c’è, ma senza plastica. Le auto si sporcano, ma non si lavano. Gli oli esausti finiscono dove devono, grazie a operatori certificati. Qui anche lo sporco ha un senso. E un posto.
Parola di Max

Max Rendina lo dice senza giri di parole: “Il Rally di Roma non è solo una gara. È un laboratorio, un esempio, una sfida. Vogliamo insegnare che si può correre forte senza lasciare indietro niente. Nemmeno il rispetto.”
E allora eccoci. A un mese dal via, Roma si prepara. Non solo a sentire i motori, ma a dimostrare che la velocità, quella vera, è saper cambiare direzione. Senza perdere il controllo.