Podio e contropodio. Le pagelle di Spezia – Frosinone 0-1

Podio e contropodio del Play Off Spezia-Frosinone 0-1. Gli episodi chiave ed i protagonisti in positivo ed in negativo nella gara.

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Podio e contropodio del Play Off Spezia-Frosinone 0-1. Gli episodi chiave ed i protagonisti in positivo ed in negativo nella gara.

PODIO

Maiello

Peccato che sia l’ultima. Se il Frosinone avesse avuto un Maiello così anche nelle partite post-lockodown, il piazzamento in classifica forse sarebbe stato migliore.

Il regista giallazzurro gioca a tuttocampo, tagliando e cucendo gioco con una maestria unica. Recupera un’infinità di palloni e fa ripartire l’azione sempre con grande qualità e intelligenza. Regge anche il confronto fisico al cospetto di avversari che hanno più chili e centimetri.

Il forte centrocampo spezzino stavolta ha sofferto e perso il confronto. È tra i protagonisti di una vittoria meritata quanto amara.

Rohden

Con un’incursione dei suoi regala la speranza e spaventa lo Spezia. Lo svedese chiude il suo primo anno al Frosinone con un gol che poteva valere mezza serie A ed invece lascia tanti rimpianti.

Parte in sordina e nel primo tempo fatica anche se una sua conclusione dal limite impegna Scuffet. Nel secondo tempo Nesta lo avanza nel ruolo di trequartista e Rohden cresce diventando una spina nel fianco della difesa ligure. F

a le prove generali del gol al 13’ con un bel colpo di testa che termina alto. Segna dopo 4’. Poi partecipa all’assalto finale.

Ciano

Il colpo di tacco con il quale manda in porta Rohden è un’altra delle sue perle messe in mostra in questi playoff. Anche se stavolta non basta per regalare l’impresa al Frosinone, battere lo Spezia con un’altra rete di vantaggio e tornare in Serie A.

Inizia defilato e gira alla larga per non dare punti di riferimento ai difensori avversari che marcano stretto e non fanno troppi complimenti. Con il passare dei minuti entra nel vivo del gioco e cerca d’inventare la giocata vincente.

Ci riesce al 17’ del secondo con il tacco che smarca Rohden. Nel convulso finale può battere una punizione delle sue ma la barriera respinge. E’ suo l’ultimo affondo. Il cross dalla destra è bello però Vignali fa il miracolo ed anticipa Ardemagni e Paganini.

Finisce la stagione in crescendo dopo l’infortunio. Nei playoff è protagonista assoluto. Ha ancora 4 anni di contratto ma è giù uomo-mercato. Il Monza di Berlusconi e Galliani lo tenta.

 CONTROPODIO

Beghetto

La premessa è doverosa: la sua prova è più che sufficiente in una finale playoff mai così tirata ed equilibrata. Ma sulla partita dell’esterno giallazzurro pesa l’errore commesso al 12’ del primo tempo quando timbra il palo esterno. Completamente smarcato in area di rigore poteva fare sicuramente meglio. Colpisce la palla di esterno ma probabilmente serviva calciare in un altro modo.

Un episodio decisivo che poteva indirizzare la partita sulla falsariga di quella vinta a Trieste. Schierato titolare, spinge molto sulla corsia di sinistra costringendo la catena di destra spezzina (Bartolomei e Ferrer) agli straordinari. Tanti cross e falli laterali scagliati verso l’area. Un tiro parato in angolo da Scuffet,

E’ uno degli ultimi ad arrendersi. Rabbia per quel palo maledetto. (Leggi qui Frosinone, la vittoria più amara: in Serie A va lo Spezia).

Ardemagni

La sua mezza stagione al Frosinone termina mestamente a La Spezia. Non lascia traccia neppure nella partita più importante dell’anno. Nesta lo schiera al 20’ della ripresa al posto di Novakovich. Si batte con ardore tuttavia non riesce mai trovare il guizzo giusto.

Terzi ed Erlic lo stringono in una sorta di morsa. Cerca di sbrogliare qualche mischia ma senza fortuna. Allo scadere Vignali lo anticipa altrimenti avrebbe avuto sulla testa la palla della serie A.

Al netto dell’infortunio non è entrato mai in forma-campionato.

Salvi

Torna sulla fascia destra, ma svolge il compitino. In una finale in cui ci si gioca tutto sarebbe servito di più. Sarebbe servito un Salvi versione-Cittadella. Ed invece l’esterno non affonda quasi mai, troppo timido. Probabilmente è preoccupato di non lasciare spazi agli avversari.

Dalla sua parte infatti giostrano elementi di valore come Vitale, Maggiore e Gyasi, match-winner all’andata. Meglio comunque in fase difensiva. Provvidenziale una diagonale che impedisce a Nzola di deviare in rete il cross basso di Ferrer.