Terranova: “Vincere per lanciare un segnale forte”

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

 

di GIOVANNI LANZI
Giornalista temporaneamente senza carta

 

 

Il difensore del Frosinone ‘inquadra’ il Verona: “Grande squadra ma siamo consapevoli di esserlo anche noi”
Terranova: “Vincere per lanciare un segnale forte”
Pazzini osservato speciale. Pecchia alza la voce ma è sulla graticola: c’è il precedente col Latina, esonerato da terzo dopo il ko di Benevento

 

FROSINONE – Emanuele Terranova e il Frosinone, una storia importante come cantava Eros Ramazzotti. Non ci si lascia e poi ci si ritrova, se davvero qualcosa l’uno dell’altro non è rimasto dentro. Ed ha fatto di nuovo germogliare un rapporto. E’ vero, il calcio lascia poco spazio ai sentimenti. Ma quando il Frosinone ha cercato Emanuele Terranova al fotofinish della sessione invernale del mercato, il difensore siciliano non ci ha pensato sopra nemmeno mezza volta. E così rieccoli insieme. Terranova poi al suo esordio in maglia giallazzurra ha firmato il gol-partita con il Carpi con dedica al papà scomparso. Un riesordio migliore di così lo aveva solo sognato. Terranova anche a Pisa poi ha confermato di essere in grande forma con una gara giocata senza sbavature e nella quale forse l’unico appunto che si può muovere a lui al pari degli altri centrali, è di non aver osato qualcosa più del normale nell’area avversaria.

Sabato c’è il Verona che ha annunciato ‘sfraceli’ nella rotta di avvicinamento al Comunale. Peraltro mai nessun allenatore a qualsiasi latitudine ha mai dichiarato di sentirsi vittima sacrificale nella partita che andrà a giocare. E nessuno ha mai detto che andrà a perdere. Pecchia sente i carboni ardenti ardergli sotto i sacri lombi, a Verona hanno provveduto a togliergli alle spalle il fantasma di Mandorlini (che aveva rescisso la scorsa settimana ben sapendo che sarebbe atterrato sulla panchina del Genoa) ma non dorme sonni tranquilli. E per lui, corsi e ricorsi storici, depone male già il precedente alla guida del Latina, quando fu esonerato nell’aprile 2013 esattamente nella stessa condizione di oggi, terzo in classifica anche se in quella circostanza era reduce dalla sconfitta di Benevento. Curiosamente proprio i sanniti oggi scalzerebbero dal secondo posto il Latina per effetto dello scontro diretto.

Ma rieccoci a Terranova, che con eleganza respinge il ‘pallone avvelenato’ con le velleità di Pecchia: «Avrei detto anche io la stessa cosa alla mia squadra se fossi stato l’allenatore, questa partita è giusto giocarsela a viso aperto. Il Verona verrà per vincere, è chiaro. Esattamente come noi, che giocando in casa vogliamo i tre punti. E’ un match difficile ma non decisivo ai fini della classifica ma importante. Il Frosinone, si può stare certi, metterà in campo tutte le forze per fare suo l’incontro».

Il Verona del girone di andata era una squadra sicuramente diversa da quella uscita dalla pausa di Natale e Capodanno: 40 punti in 21 partite fino al giro di boa, appena 5 punti nelle ultime 5 partite. Il Frosinone ha doppiato esattamente gli scaligeri, collezionando 10 punti.

Per Terranova non rappresenta un dato granché significativo: «Il Verona quest’anno è una formazione creata per tornare subito in serie A. dalla testa ai piedi non si discute. Ha un ottimo organico, giocatori che per tanti anni in A hanno giocato nella massima serie: da Pazzini a Pisano fino a Romulo (assente a Frosinone) per citarne qualcuno. Una formazione da temere però noi siamo consapevoli dei nostri mezzi».

Per lui ci sarà un avversario speciale: Giampaolo ‘Pazzo’ Pazzini. I numeri del capocannoniere della B sono quasi illegali B: 17 reti finora ma anche con ben 5 rigori, di cui 2 realizzati contro il Frosinone all’andata (inesistenti entrambi). Ma se ritarda Pazzini, il Verona frena: per lui infatti solo 1 gol nelle ultime 5 partite, esattamente la rete dell’1-0 alla Salernitana (partita poi terminata 2-0). E’ un dato inconfutabile. «Per quanto riguarda Pazzini – dice Terranova – non c’è che dire: è un attaccante da attenzionare. Ma non c’è solo lui…».

Quel distacco da Frosinone prova anche a raccontarlo per un attimo quando riavvolge il nastro: «Il Frosinone in questi anni l’ho seguito tantissimo. Quando sono andato via ho lasciato quella macchia della retrocessione, lasciamo perdere… Negli anni di Sassuolo seguivo le gesta del Frosinone. Speravo tornasse in B e poi ho tifato per quella storica promozione in A. E l’ultimo giorno di mercato quando seppi che c’era la possibilità di tornare ero felicissimo. Conosco città e ambiente, c’è un grande presidente e un grande pubblico».

Al Carpi fece gol di testa ma lui tra le caratteristiche ha anche un piede caldissimo su punizione (dove però c’è la fila, tra Dionisi, Soddimo e Kragl). Una soluzione in più. «La botta su punizione ce l’ho ancora – sorride -. Ma prima di ogni cosa voglio dire che sono venuto qui con grande entusiasmo. Voglio tornare in A con il Frosinone».

Il Frosinone che non prende gol da 4 giornate è già un dato significativo. Terranova vuole proseguire, magari anche a far gol pesanti. E spiega che i meriti di una difesa fin qui più ermetica sono di tutti: «Tanto per cominciare ci tenevo a fare gol perché ho voglia di dimostrare sul campo quello che non ho potuto fare in questi anni per via degli infortuni. E vorrei ripetermi, fare il bis sabato. Quanto alla difesa stiamo facendo molto bene ma grazie a tutta la squadra, al lavoro di ogni reparto. E comunque sabato, chi fa gol non conta, è importante che quel gol sia decisivo per vincere».

Le differenze tra le due epoche vissute a Frosinone ma anche la differenza tra i due Terranova, quello della stagione disgraziata e quello di oggi. «Arrivato a Frosinone sono rimasto colpito positivamente da una serie di fattori: intanto l’organizzazione che prima lasciava un po’ a desiderare, poi il Centro Sportivo di Ferentino, un gioiello. Quindi il gruppo, gente di spessore: cito Dionisi, Ciofani, Sammarco. Molte cose positive. Ma anche io sono cambiato tantissimo: con gli errori commessi, si impara».

Il discorso sul Verona è sempre centrale: «Bisogna avere attenzione per 95’. Se vinciamo diamo un bel segnale a tutte. Ripeto, sarà una sfida importante ma non decisiva. Troveremo dopo il Verona tante squadre, tutte con molteplici obiettivi».

E poi aggiunge, per chiudere: «Dobbiamo guardare a noi stessi, senza curarci di altri. Pensare partita dopo partire, il resto si vedrà». Appunto, come si dice il vantaggio di essere capolista.

 

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