Toccata, salvezza e… fuga: il “regno breve” di Bianco

[L'ADDIO] Il tecnico ai saluti dopo 4 mesi al Frosinone. Andrà al Monza per guidare il rilancio dei brianzoli retrocessi dalla Serie A. Terzo allenatore stagionale, ha conquistato 20 punti in 12 gare che però non sono bastati ad evitare sul campo i playout. Il caso-Brescia gli ha schivato la pericolosa coda contro la Salernitana. Meriti e demeriti del trainer pugliese arrivato in Ciociaria in uno dei momenti più difficili della storia recente del club giallazzurro

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Un profeta o una meteora? E’ questo il dilemma irrisolto su Paolo Bianco ormai ai saluti dopo 4 mesi sulla panchina del Frosinone. Il tecnico pugliese alla scadenza del contratto il 30 giugno lascerà la Ciociaria e firmerà un biennale per il Monza fresco di retrocessione dalla Serie A. Una parentesi in giallazzurro che fino ad un certo punto sembrava potesse diventare qualcosa di più ed invece si è rivelata breve. Bianco ha avuto il merito di risollevare il Frosinone e trascinarlo fuori dalla zona retrocessione ma nel contempo non è riuscito sul campo a conquistare la salvezza diretta che comunque nei prossimi giorni arriverà grazie alle disavventure del Brescia.

Terzo tecnico in una stagione tormentata

Guido Angelozzi

In 22 anni di presidenza mai Maurizio Stirpe aveva avvicendato 3 allenatori in un campionato. Paolo Bianco, 47 anni, ex difensore (Treviso, Cagliari, Catania e Sassuolo le principali squadre), ha rotto una sorta di tabù in uno dei momenti più difficili per il Frosinone in fondo alla classifica sin dalle prime giornate. E così il 18 febbraio ha sostituito Leandro Greco che a sua volta aveva preso il posto di Vincenzo Vivarini.

L’ex allenatore del Modena, già collaboratore di Max Allegri e Roberto De Zerbi, è stato scelto da Guido Angelozzi con il quale aveva lavorato ai tempi del Sassuolo. Bianco già in estate era stato accostato al club ciociaro prima dell’avvento di Vivarini.

Numeri ok, meriti e demeriti

Paolo Bianco

Venti punti in 12 gare (media di 1.6) con una proiezione sulle 38 gare di oltre 63 che oggi sarebbero valsi il quarto posto e quindi i playoff. Quindi dal punto di vista dei numeri non si può imputare nulla a Bianco. Ma poi la classifica finale ha detto altro: senza il -4 al Brescia il Frosinone avrebbe dovuto disputare i playout con la Salernitana. Partito forte con 1 pareggio a Salerno e 4 vittorie di fila, ha frenato (4 pari e 2 sconfitte) e solo all’ultima giornata ha evitato la retrocessione vincendo in casa del Sassuolo.

Bettella rigenerato dalla cura-Bianco (Foto © Mario Salati)

Insomma alla fine è mancato quel briciolo di continuità fondamentale in una corsa dura come quella della salvezza. Bianco ha pagato, come i suoi predecessori, la catena incredibile d’infortuni. Inoltre alcune scelte di formazione e tattiche non hanno convinto. Emblematici e fatali i pareggi interni con Cosenza e Cittadella. Ma al tecnico bisogna dare atto di aver preso una squadra al penultimo posto e di averla condotta ai playout che poteva essere anche un obiettivo. Al netto di qualche problema ed incomprensione, è riuscito poi a trasmettere fiducia, carattere ed un’identità: qualità che spesso erano venute meno con Vivarini e Greco. Dulcis in fundo ha rigenerato e valorizzato qualche elemento come Bettella, Vural, Bohinen e Ghedjemis.

La chiamata di Galliani

Adriano Galliani. (Foto: Paolo Lo Debole / Imagoeconomica)

Il lavoro svolto al Frosinone evidentemente non è passato inosservato nel mondo del calcio. Ed in particolare ha colpito uno dei dirigenti più navigati come Adriano Gallini che ha deciso di affidargli il Monza, reduce dalla delusione della retrocessione. Curiosità: prenderà il posto di un altro ex canarino come Alessandro Nesta. Bianco sarà chiamato a rialzare un club che nel frattempo potrebbe cambiare proprietà con la famiglia Berlusconi pronta a cedere ad un fondo.

La società si sta muovendo già sul mercato e l’intenzione è quella di disputare un torneo di vertice. Per Bianco, dopo le esperienze a Modena ed a Frosinone, un’occasione importante e difficile per dimostrare il suo valore.

Via al totoallenatore

La Curva Nord

Una volta definito il caso-Brescia con la certezza della Serie B, il Frosinone dovrà lavorare sul nuovo tecnico. Fare anticipazioni è praticamente impossibile: il focus in queste settimane è stato solo ed esclusivamente sul processo sportivo che ha penalizzato e retrocesso la società lombarda.

Se la politica resterà quella delle ultime stagioni, il neo allenatore sarà un emergente che prediliga un calcio propositivo e sappia valorizzare i giovani. Inoltre dovrà riaccendere l’entusiasmo della tifoseria che dopo la stagione passata sarà ai minimi. Via al totoallenatore.