Non solo il Frosinone: pure le favorite della vigilia hanno iniziato col freno a mano tirato. Colpa anche di una campagna acquisti-cessioni che si è conclusa alla quarta giornata, inficiando la programmazione dei vari club. E così in testa c’è la neo promossa Juve Stabia oltre che Pisa e Spezia. Nei primi posti Reggiana, Mantova, Cittadella, Cesena e Sudtirol. Ora la sosta per colmare il gap
Se Atene piange, Sparta non ride. Potrebbe essere il titolo del primo capitolo del nuovo romanzo sulla Serie B che tira il fiato dopo 4 giornate con poche certezze e tante sorprese. L’avvio in salita del Frosinone è solo l’istantanea di un torneo iniziato senza una logica ma nel segno della solita imprevedibilità, diventata ormai un marchio di fabbrica del secondo campionato nazionale. E così la classifica si è quasi rovesciata: il Frosinone non è l’unico ad aver steccato la partenza ma è in buona compagnia dei cosiddetti squadroni che dovrebbero lottare per la promozione.
Le figurine non scendono in campo
Un campionato non è un album della Panini dove si raccolgono le figurine dei vari giocatori, si completano le pagine ed una volta finito siamo tutti felici contenti. Per vincere non bastano soli nomi. Serve altro, serve la squadra nel senso più generale del termine. Altrimenti Sampdoria (ha già cambiato tecnico, da Pirlo a Sottil) e Palermo, le 2 strafavorite della vigilia, non occuperebbero il 15^ (Palermo) e 18^ posto (Sampdoria). Stesso discorso per il Bari addirittura penultimo. Ma anche il Sassuolo è andato al di sotto delle attese (5 punti sui 12 a disposizione sono pochi). E neppure Cremonese e Brescia (6 punti) possono fare salti di gioia.
Il Frosinone fa parte del treno delle deluse (solo 3 pareggi) anche se in verità è partito senza squilli di tromba e con un mercato meno altisonante ma per storia ed aspettative ci si attendeva di più sotto tutti i punti di vista. Mentre per investimenti effettuati pure il Modena ha cominciato il torneo con il freno a mano tirato (4 punti e già 2 ko).
Ritardi maledetti e sosta benedetta
In attesa di valutazioni più attendibili (ancora sono poche 4 giornate per giudizi precisi), si può dire che i ritardi nella costruzione delle rose hanno condizionato la partenza di diverse squadre. Il mercato aperto con i campionati in corso resta un problema: la programmazione rischia di essere inficiata. Sarebbe meglio chiudere le operazioni prima dell’inizio ma probabilmente ci sono interessi economici superiori. E quindi bisogna convivere con questa situazione e magari farsi trovare più pronti. Tuttavia è innegabile che ci sia un campionato prima ed uno dopo il mercato. Un dato incontrovertibile.
La sosta dunque arriva come manna dal cielo e non servirà a rifiatare perché dal punto di vista fisico le squadre sono fresche. Ma soprattutto sarà importante per trovare la quadratura del cerchio e la giusta intesa. Con le rose finalmente chiuse (a parte qualche movimento con l’estero e gli svincolati) i tecnici potranno lavorare in profondità e con maggiore serenità. Gli stessi giocatori avranno certezze e non saranno in bilico. E poi sarà fondamentale l’inserimento degli ultimi arrivi. Diversi club hanno effettuato le le operazioni più importanti proprio negli ultimi giorni.
L’opinione di Angelozzi
“Vedo molto pessimismo in giro, ma per me abbiamo una squadra buona che ha bisogno di lavorare – ha detto il direttore dell’area tecnica nel corso della conferenza stampa di fine mercato – Le squadre si formano con il tempo, giorno dopo giorno. Abbiamo un gruppo di lavoro nuovo, la maggior parte dei giocatori sono new entry e i più forti sono arrivati gli ultimi giorni. Mi scuso con i tifosi se i rinforzi li prendo alla fine, ma dovete capirmi perché non è che a me piace fare la squadra l’ultimo giorno. Ma dobbiamo lavorare per un calcio sostenibile”.
Angelozzi ha ricordato. “Quando sono arrivato qui il più giovane aveva 30 anni, molti erano ex calciatori, con 30 elementi in rosa. Nel giro di un anno e mezzo è cambiata tutta la rosa, però sempre critiche. Tuttavia ho le spalle larghe e le accetto. Date il tempo a questa squadra, che farà benissimo”.
La partenza sprint delle “piccole”
Ad onor del vero non è una novità l’avvio veloce delle “piccole” o delle squadre meno accreditate. Una scelta ben precisa sul piano della preparazione e dell’impostazione della stagione. Insomma cercano di conquistare più punti possibili sfruttando l’effetto sorpresa ed il periodo di rodaggio delle avversarie.
Non a caso in vetta c’è la Juve Stabia in condominio con Spezia e Pisa che alla viglia non erano di certo tra principali favorite. Poi nei primi posti si trovano Reggiana, l’altra matricola Mantova ed il Cittadella. Buono l’avvio anche della terza neo promossa Cesena e del Sudtirol.
Se Atene piange, Sparta non ride.