Stavolta la favola non ha il lieto fine: il Sora rinuncia alla Superlega

L'Argos getta la spugna dopo quattro stagioni nel massimo campionato e tre lustri sulla cresta dell'onda. La pesante crisi economica, scatenata dal coronavirus, non lascia scampo. Il futuro ora è un'incognita. La società potrebbe decidere di iscriversi ad un campionato inferiore come l'A2 per tornare così a giocare in città al "Palapolsinelli".

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Ci sono favole che non hanno il lieto fine. Ci sono favole dove l’orco trionfa. Una di queste strane favole è quella dell’Argos Volley Sora che in un piovoso e freddo venerdì di fine maggio getta la spugna. Niente Superlega. Niente iscrizione al massimo campionato di pallavolo fermato ed archiviato a causa della pandemia da coronavirus. Una delle eccellenze sportive della provincia deve arrendersi al covid-19, l’orco della situazione, che ha spazzato via ogni certezza e scatenato una crisi economica senza precedenti. Nello sport l’Argos è una delle vittime illustri. 

Il commiato in poche righe

Argos Volley Sora durante la gara contro Vibo. Foto: Giovanni Tomaselli

Una breve nota pubblicata sul sito internet e sui canali social ha ufficializzato il forfait.

La società Argos Volley comunica di aver assunto la decisione, non certo facile, di rinunciare a iscriversi al prossimo campionato di SuperLega – si legge – Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci hanno fin qui accompagnato, sotto ogni profilo, in questo entusiasmante avventura. A loro chiediamo di comprendere una scelta che non sarebbe potuta essere diversa in questo particolare momento storico“.

Un comunicato molto asciutto. La società non è voluta entrare nei dettagli di una decisione che è stato a dir poco sofferta. Ci sarà tempo e modo per approfondire le motivazioni di questa scelta. 

Una scalata da record

Argos Volley Sora durante la gara contro Vibo. Foto: Giovanni Tomaselli

La società bianconera si arrende dopo quattro stagioni in Superlega e tre lustri fantastici.

La scalata al grande volley era partita dalla serie B2. Un filotto incredibile di promozioni che aveva catapultato l’Argos sulla ribalta del volley nazionale. Insomma una favola: la piccola Sora alla corte delle grandi della pallavolo italiana ed internazionale come Civitanova, Modena, Perugia e Trento. Un club solido, organizzato e anche impegnato nel sociale.

Aveva superato qualsiasi difficoltà come la carenza di strutture che l’aveva costretta a peregrinare tra Frosinone e Veroli. Ma il covid-19 si è rivelato troppo forte.

Prima del lockdown la formazione sorana era all’ultimo posto ed era ad un passo dal ritorno in A2. Lo stop al campionato e il blocco delle retrocessioni l’aveva rimessa in pista. Ma la società del patron Giannetti non ha voluto fare salti nel buio. Ha alzato bandiera bianca con grande dignità senza elemosinare nulla. La prospettiva di giocare a porte chiuse chissà dove e la scontata contrazione delle sponsorizzazioni non consentivano di programmare la stagione con la giusta serenità.

Forse l’Argos s’aspettava anche un maggiore sostegno da parte della città e del territorio. E non ultimo sulla decisione potrebbe aver influito la formula del prossimo campionato che avrebbe previsto sempre 2 retrocessioni (ora sarà solo 1). 

Un futuro tutto da scrivere

Il patron dell’Argos Volley Bpf Sora Gino Giannetti. Foto © Claudia Di Lollo

Cosa farà ora l’Argos? Il club potrebbe chiedere l’iscrizione ad un campionato inferiore come l’A2 per tornare così a giocare a Sora al “Palapolsinelli”. Ma non sono escluse altre ipotesi come quella di rinunciare a palcoscenici importanti e magari decidere di dedicarsi solo ai giovani.

A pensare che soltanto qualche giorno fa l’assessore allo sport Daniele Tersigni e il consigliere Alessandro Mosticone avevano promosso una riunione tra le tre società cittadine (Argos, Olimpia e Vis) per dare vita ad un progetto comune e far fronte insieme alla crisi post-covid. Sembrava la svolta. (leggi qui L’Argos Globo Bpf lancia l’azionariato diffuso per salvare il volley a Sora)

L’Argos aveva dato la sua disponibilità ad una collaborazione ed aveva lanciato l’idea dell’azionariato diffuso che avrebbe consentito l’iscrizione alla Superlega. Ed invece nelle ultime ore la decisione più sofferta perché ci sono favole che non hanno il lieto fine.