La Direzione Regionale del Pd per esaminare i risultati delle Comunali. E riprendere il confronto per la designazione del candidato alla successione di Zingaretti. Le elezioni: “Risultato positivo ma non soddisfacente”. Il candidato: “Primarie legittime” ma non auspicate da tutti. Chi sta con chi. E cosa sta ad indicare
Claudio Mancini
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La Direzione Regionale del Pd. Fondamentale per il percorso verso le Regionali 2023. Il Segretario Bruno Astorre non potrà ignorare la situazione che si è creata. Al tavolo degli alleati ed alle urne. Chi vuole le Primarie e chi vuole congelarle: le indicazioni di Letta
Dodici mesi fa, da segretario del Pd, trionfava in Campania, Puglia e Toscana. Adesso, da Governatore, può affermare il modello Lazio per la conquista di Roma. Lunedì sera analizzerà i risultati con Albino Ruberti, ma una cosa è certa: Nicola Zingaretti non starà a guardare. Nemmeno nel Pd.
La lettera per scongiurare lo scenario del Pd subalterno, poi l’arringa sul palco: “Romani, non mettetevi le dita nel naso, perché poi la Raggi dirà che è colpa della Regione Lazio”. Due passaggi politici che fanno emergere la statura di un leader che vuole ancora scrivere pagine importanti. E dopo il 4 ottobre può succedere di tutto. Anche nel Pd.
Il candidato sindaco sfida Michetti, attacca la Raggi e scarica Calenda. I Democrat puntano a vincere al ballottaggio con uno schema che potrebbe diventare il nuovo punto fermo del partito. Uno schema voluto da Goffredo Bettini e Claudio Mancini. Con il contributo decisivo di Bruno Astorre e Nicola Zingaretti. Cosa può succedere adesso.
La norma passata giovedì in Senato mette nelle mani di Francesco De Angelis il primo pezzo del bazooka finanziario con cui armare il nuovo Consorzio Industriale. È una potente arma di attrazione per colossi come Stellantis. Che proprio sulla fiscalità aveva individuato una delle due debolezze dello stabilimento di Cassino
Cosa c’è dietro alla nomina di Sara Battisti a vice segretario Pd del Lazio. Il nuovo asse Mancini – Bettini. E quello di De Angelis con Bettini e Mancini. Pensare Democratico è sempre meno un fenomeno locale. E sempre più regionale. Ma non ostile
Il presidente della Regione si rende conto che Meloni da una parte e Salvini dall’altra stanno cercando di avanzare ancora. Riuscendovi. Il risultato della Capitale è l’unica variabile che può interrompere schemi e strategie. E allora lui è in prima fila, indipendentemente dal ruolo.
La sindaca andrà avanti comunque: non ascolterà Giuseppe Conte e neppure il Movimento. Il Governatore non può “strappare”, ma la domanda comincia ad essere una: l’accordo con i Cinque Stelle ha davvero ragione di esistere per il Pd? Intanto Mancini si dimette da Tesoriere Dem: “Via ad una fase nuova”
Top e Flop. I fatti centrali ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Spifferi romani del martedì. Il rientro di Cavallari. Ed il suo record. Ma anche in Regione Lazio non si scherza. E per il sindaco di Roma come la mettiamo?
La telefonata di Nicola Zingaretti. Nelle ore successive all’incontro dei suoi in Regione. L’appoggio ad Enrico Letta e la decisione già presa. L’ipotesi del Campidoglio. Ma Mancini è già in campo. L’ascesa di Leodori in Regione.
Spifferi dai palazzi romani. La rivincita Cartaginese. L’effetto Draghi sulle Comunali: perché c’è la corsa a FdI nei municipi. ‘Epurator’ finirà post democristiano? La scommessa sugli auguri di Fazzone a Tajani. Calenda non molla. E nessuno dice allo donne Dem perché al Governo hanno messo i maschietti
Nei giorni scorsi il Tribunale di Roma ha assolto Astorre, Scalia e altri 11 consiglieri regionali dall’accusa delle cosiddette “spese pazze”. Era tutto legittimo e “il fatto non sussite”. L’unico a complimentarsi pubblicamente è stato il segretario nazionale Nicola Zingaretti. Nessun riconoscimento “pubblico” dai leader locali del Partito Democratico. Ancora troppo ingombrante? E se tornasse?
Quattro vie per la soluzione della crisi. Ma due sono abbastanza improbabili. L’incarico a Fico sembra spianare la strada ad un avvicendamento a Palazzo Chigi
Il Movimento in Ciociaria non ha radicamento territoriale. L’iniziativa della parlamentare sui fondi per le aree ex Casmez può dare una nuova impronta alle strategie politiche. Ma prima c’è da risolvere il nodo delle alleanze, soprattutto con il Pd.
L’inizio delle vaccinazioni rappresenta la luce in fondo al tunnel. Ma ora occorre strutturare una Sanità capace di affrontare il futuro: tocca ad una classe dirigente che in questi anni non è andata oltre la protesta verbale. L’importanza dei fondi ex Cassa per il Mezzogiorno arrivati con il dialogo De Angelis – Mancini ed il contributo di Segneri
C’è aria di elezioni anticipate e proprio nel momento in cui il segretario del Pd lo fa capire a Matteo Renzi il numero uno del Consorzio Asi e il presidente del consiglio regionale accelerano su temi come i fondi alle imprese e la bonifica della Valle del Sacco. Solo un caso?
Igino Guglielmi (Polo Civico) plaude ai milioni di euro ottenuti da Francesco De Angelis e Claudio Mancini anche per le industrie della provincia di Frosinone. Rompendo il silenzio del Centrodestra. Non è un nuovo indizio di sintonia con il centrosinistra. Ma un segnale dell’autonomia di pensiero del Gruppo
Non finanziamenti a pioggia, ma 135 milioni di euro per bandi rivolti al tessuto imprenditoriale della Ciociaria. Perché è importante l’emendamento scritto da Francesco De Angelis e Claudio Mancini (Pd). E c’è pure il coinvolgimento dell’onorevole Enrica Segneri (Cinque Stelle).