La reazione della Giunta all’apertura fatta dal consigliere Vecchi. Una prova muscolare esagerata. Ma solo in apparenza. perché dietro c’è una strategia precisa
Franco Ducato
Lo strano consiglio comunale. Nel quale il neo consigliere d’opposizione fa una dichiarazione di apertura al sindaco. “Pronti a collaborare”. E il Bilancio passa liscio come l’olio
Lettera di un nobile che si vorrebbe ‘decaduto’ a un sindaco che rischia la ‘decadenza’. Da cosa? Dal piglio con cui aveva affrontato la prima parte della pandemia. Quel piglio che ora si percepisce meno. E rischia di portare Daniele Natalia ad emulare Giuseppe Conte.
Un incendio minaccia una delle zone strategiche per lo sviluppo della città. Ma la gente parla di un buffone che imita un pagliaccio. E non si interroga sul futuro dei propri figli.
Il sindaco confida ad alcuni collaboratori che il tema del rimpasto è rinviato. All’autunno.Questione di equilibri. Ma anche di Bilancio. Nessuno andrebbe ad occupare un dicastero con le linee economiche già tracciate da altri
Ancora una volta sono i refusi ad innescare le polemiche sulle iniziative di Anagni. Facendo perdere di vista la sostanza del progetto. Dove sbaglia l’opposizione. E dove sbaglia la maggioranza.
Il centrosinistra ancora non ha superato la scorsa sconfitta elettorale. Il tema di fondo: ad Anagni esiste uno schieramento comune di Progressisti? L’errore da non ripetere. A destra non c’è lo stesso problema. Anche se le divisioni non mancano. Ecco perché
A cena ipotizzano una sua candidatura a sindaco. Lui si riserva azioni giudiziarie a tutela del proprio onore e decoro. In realtà è offensivo il contrario.
Al di là della polemica diretta sulle mascherine tra Tagliaboschi e Natalia: c’è il primo segnale che indica lo stress da responsabilità nell’amministrazione. Un segnale che proprio la maggioranza non può sottovalutare
Il caso delle mascherine da distruire agli ammalati di Anagni innesca una polemica politica. Che dimostra solo la forza del sindaco. E l’ulteriore frantumazione delle opposizioni. Ecco perché