La paura di mettere in gioco capacità e solidarietà diventa movente per aggrapparci solo al piccolo recinto del nostro mondo. E invece dare alla collettività è il modo più profondo per capire. Come a Genova, dove un ponte ricostruito è diventato simbolo di uno scopo ritrovato. Scopo comune.
Genova
L’Italia è un Paese costruito negli anni 60, abbandonato dagli anni 90, appena si prova a realizzare un’opera parte il fuoco incrociato della “minoranza urlante”. Perché la maggioranza rimane silenziosa. Gli esempi in provincia di Frosinone.
Il segnale d’allarme che sale dalla conferenza stampa di Atlantia e Autostrade. Epiteti, volgarità, rabbia, livore, un vomito livido, denso e senza sosta, a prescindere da quello che si stava dicendo, non una obiezione critica, non una argomentazione, ma solo un interminabile fiume di insulti, vendetta e richiesta di sangue. Richiesta di una testa, di un colpevole. La deriva di un Paese che non sa più ragionare.
Il progettista del viadotto crollato a Genova è uno dei papà del Grattacielo Edera a Frosinone. Monumento ad una città che doveva essere ma non è mai diventata. Era uno dei totem del cemento armato negli anni Sessanta