Il partito di Meloni passa dal caso Ruspandini in cui hanno fatto massa critica merito e fedeltà ad altre caselle più “pretoriane” e rigide
Gianfranco Fini
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La vittoria in Puglia ed il ritorno di un campo largo che Conte definisce “giusto” e nel quale Schlein vede più riscossa che sintomo di ripartenza slow.
Un domino tra Palazzo Chigi e il Parlamento Ue per contare di più. E per mettere a massa critica il Ppe con la destra “euroragionevole”
La leader di Fratelli d’Italia è troppo avanti rispetto alla classe dirigente del suo partito e il caso Fidanza rischia di frenarla in prospettiva. Ma forse è arrivato il momento che FdI recuperi le radici della svolta di Alleanza Nazionale. E il pensiero di Gianfranco Fini, che nel 2003 in Israele disse: “Il fascismo fa parte del male assoluto e le leggi razziali furono un’infamia. Salò fu la pagina più vergognosa”.
L’archivio della memoria del senatore Bruno Magliocchetti. E la lettera scritta a Gianfranco Fini vent’anni fa. Da lì – sostiene – nasce il caos di oggi della destra a Sora
Il dibattito di questi giorni mette in luce la totale assenza di candidati pronti e preparati all’interno dei Partiti. Devono andare a bussare alla cosiddetta “Società civile”. Che si tiene ben distante da tanta approssimazione. Storie da Fracchia la Belva Umana
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Stessi risultati sostanziali: il radicamento di Fratelli d’Italia paga, Forza Italia ha classe dirigente, la Lega paga la confusione sotto il cielo della catena di comando. Le strategie di Ruspandini, Zicchieri e Fazzone. Sora e Alatri le prove del nove.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
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L’eterno ritorno del fondatore e leader di Forza Italia, che si ritrova sulle stesse posizioni del sui grande avversario Romano Prodi. Ma che soprattutto ha messo all’angolo Matteo Salvini.
Il fondatore di Forza Italia rivendica il merito di aver “inventato” il centrodestra sdoganando “fascisti” e Lega. Ma in realtà fa soltanto fatica ad accettare che oggi il leader è Matteo Salvini. L’anomalia vera è la mancata evoluzione degli “azzurri”, ormai costretti ad un tramonto senza squilli.
La scissione di Matteo Renzi, via social, non ha ispirato lacrime in un territorio sempre più ai margini dell’importanza politica. Come dimostra l’assenza di candidature eleggibili, la presenza di quadri solo pontini, lo spostamento a Viterbo della convention di Tajani. Contiamo sempre meno