I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 27 marzo 2024
Giorgio Gori
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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 8 settembre 2023
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di mercoledì 7 dicembre 2022
Il Segretario ha rimesso all’assemblea nazionale la decisione sulla convocazione di un Congresso, anche per definire la leadership. Ma in Assemblea nazionale lui ha una maggioranza bulgara. Dunque in realtà sarà proprio Zinga ad avere il coltello dalla parte del manico.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Base Riformista, guidata dalla “fronda del Nord”, vorrebbe mettere in difficoltà il segretario e proporre Stefano Bonaccini. Ma Zingaretti ha una maggioranza forte e non intende abdicare. Il duello vero è sulle alleanze, ma un punto fermo c’è: impossibile armonizzare le correnti.
Zingaretti bacchetta Base Riformista che aveva ‘aperto’ ad una candidatura di Calenda come sindaco di Roma. Nel Pd “Decidono i territori”. E poi chiacchiericcio insensato su retroscena inesistenti. Nel M5S cresce la fronda anti Raggi bis. La sindaca convoca il MoVimento su Zoom. Mentre Calenda attende.
Il presidente Nicola Zingaretti non entrerà nel Governo. Il centrodestra deve ricalibrare strategie e candidature, mentre all’interno del Pd chi pensava alla “scalata” dovrà attendere. Si apre un varco per una scelta importante del Cinque Stelle alla Pisana.
La vittoria di Nicola Zingaretti ha rafforzato l’area di De Angelis, Buschini e Battisti. Ma ora si tratta di ricucire gli strappi che hanno prodotto i disastri di Ceccano e Pontecorvo. Anche Antonio Pompeo deve decidere che strada prendere.
Goffredo Bettini sventola la bandiera rossa di chi proviene dall’esperienza del Pci e ricorda che il segretario è stato eletto a grande maggioranza. Bonaccini, Gori e Franceschini non esternano. E Zingaretti rilancia con i Cinque Stelle.
Il cardinale Richelieu del Partito Democratico aveva capito in anticipo quali potevano essere gli unici spazi percorrbili. Adesso che il risultato delle urne è stato ampiamente positivo, ci sono degli spazi che Zingaretti può percorrere alle sue condizioni.
Il Cardinale Richelieu del Pd prova a “fortificare” il Governo. E dice: “Tanto che a questo nostro profilo si oppone il ‘salotto buono’ del capitalismo italiano che agisce anche comprando i giornali. E poi la Confindustria di Bonomi, molto aggressiva”
Giorgetti non attacca Salvini, anzi dice quello che il Capitano non può ufficialmente dichiarare. Ma la stessa situazione è presente nei Fratelli d’Italia, nel Pd, in Forza Italia. Tranne che nei Cinque Stelle, gli unici che vogliono davvero tagliare 345 seggi.
Stefano Bonaccini sta preparando la scalata alla segreteria Pd e potrebbe perfino esserci un accordo con Matteo Renzi (Boschi presidente). Il segretario prepara le contromosse, ma intanto il “cardinal Goffredo” rincara la dose sul referendum.
Il boomerang del premier Giuseppe Conte sull’alleanza Dem-Cinque Stelle passa in secondo piano rispetto alle continue richieste di congresso di Base Riformista. Enrico Rossi attacca: “Operazione finalizzata a giochi di potere interni”.
Continuano le indiscrezioni sul possibile incarico del segretario nel Governo. Ma lui in Sicilia dice: “Qui non si entra per fare carriera”. Perché alla fine potrebbe restare alla guida del Nazareno. E della Regione.
Nel centrosinistra e nello stesso Partito Democratico quelli che spaccano il capello in tre parti non demordono, nonostante i Dem senza le scissioni sarebbero alla pari con la Lega. Ma allora perché non passano direttamente nel centrodestra?
Dopo Giorgio Gori anche Irene Tinagli “punge” Zingaretti. Ma la storia dimostra che chi esce dal Pd rimedia fallimenti storici: Bersani e D’Alema, Renzi, Calenda. I Democrat però devono accelerare sull’economia. A livello locale non ha senso rinviare il congresso.
Giorgio Gori torna a mettere in discussione la leadership del segretario del Pd, insorgono Andrea Orlando e Goffredo Bettini. Mentre Zingaretti si concentra sul Governo e chiude tutti gli spazi per un congresso
Il sindaco di Bergamo (che guarda a Base Riformista) invoca un cambio di leadership al Nazareno. Il segretario, però, sta pensando seriamente a consultazioni anticipate, perché sarebbe lui a fare le liste. E in questo modo avrebbe il controllo dei gruppi parlamentari.