Stefano Bonaccini sta preparando la scalata alla segreteria Pd e potrebbe perfino esserci un accordo con Matteo Renzi (Boschi presidente). Il segretario prepara le contromosse, ma intanto il “cardinal Goffredo” rincara la dose sul referendum.
Giorgio Gori
Il boomerang del premier Giuseppe Conte sull’alleanza Dem-Cinque Stelle passa in secondo piano rispetto alle continue richieste di congresso di Base Riformista. Enrico Rossi attacca: “Operazione finalizzata a giochi di potere interni”.
Continuano le indiscrezioni sul possibile incarico del segretario nel Governo. Ma lui in Sicilia dice: “Qui non si entra per fare carriera”. Perché alla fine potrebbe restare alla guida del Nazareno. E della Regione.
Nel centrosinistra e nello stesso Partito Democratico quelli che spaccano il capello in tre parti non demordono, nonostante i Dem senza le scissioni sarebbero alla pari con la Lega. Ma allora perché non passano direttamente nel centrodestra?
Dopo Giorgio Gori anche Irene Tinagli “punge” Zingaretti. Ma la storia dimostra che chi esce dal Pd rimedia fallimenti storici: Bersani e D’Alema, Renzi, Calenda. I Democrat però devono accelerare sull’economia. A livello locale non ha senso rinviare il congresso.
Giorgio Gori torna a mettere in discussione la leadership del segretario del Pd, insorgono Andrea Orlando e Goffredo Bettini. Mentre Zingaretti si concentra sul Governo e chiude tutti gli spazi per un congresso
Il sindaco di Bergamo (che guarda a Base Riformista) invoca un cambio di leadership al Nazareno. Il segretario, però, sta pensando seriamente a consultazioni anticipate, perché sarebbe lui a fare le liste. E in questo modo avrebbe il controllo dei gruppi parlamentari.