Massimiliano Smeriglio riflette sull’Europa come motore contro la narrativa della destra. Critica la gestione Pd e M5S del Campo Largo. E sottolinea l’importanza delle elezioni europee per costruire un’Europa progressista, ecologista e giusta. E sull’automotive: basta piagnistei
Massimiliano Smeriglio
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Il paradosso amaro di un’economia che fonda sui conflitti. E che oggi è più florida che mai specie nella regione di Leonardo-Anagni
Intervista a tutto campo al candidato ed europarlamentare che vuole un’agenda prog in purezza, rimpiange Sassoli e che da ex sfiderà Nicola Zingaretti
Il laico Tarquinio papabile per l’Italia Centrale e l’ex segretario-presidente della Pisana come jolly: anti destre ed anti… Nardella, cioè Bonaccini
Il segretario dem di Frosinone spiega, Statuto alla mano, che sul caso Bigon c’era e c’è una rotta. E semmai che a mancare è stato il Parlamento
I dubbi sul modo in cui si è arrivati alla candidatura di Alessio D’Amato. Se ne fa interprete l’ex braccio destro di Zingaretti, Massimiliano Smeriglio. I segnali del candidato: alla sinistra, agli ambientalisti ed al popolo del 5 Stelle. Ma non a Conte
L’uomo che ha disegnato il Campo Largo e Piazza Grande, torna da Bruxelles. Per dire al Pd che prima occorre la coalizione e poi l’uomo capace di tenerla unita. Le varianti dopo lo scisma del M5S. La necessità di studiare il nuovo orizzonte. E costruire un fronte in sintonia con i cittadini
Le elezioni Regionali dietro l’angolo. E la spaccatura in Consiglio dei Ministri sui poteri speciali a Gualtieri per il termovalorizzatore a Roma. Ma il sindaco assicura che l’alleanza non è a rischio.
Il presidente del Lazio ha trovato l’unica formula politica applicabile affinché il centrosinistra possa competere con il centrodestra e lo ha fatto sulla base di una azione amministrativa “europea”. Ma altrove fanno fatica a seguirlo, anche a Frosinone
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 12 ottobre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore
L’architetto di Piazza Grande: “Vi spiego cosa è stata. E perché si è fermata”. L’addio di Zingaretti: “Qualcuno nel Pd lo ha scambiato per la Croce Rossa”. Il ruolo del M5S “Sottrarlo ai reazionari è stato un merito”. L’importanza di Roma. La prospettiva dopo il voto. E l’idea per la Regione dopo Zinga
Dalle dimissioni da segretario del Pd all’attacco hacker alla Regione Lazio. I mesi più complicati per Nicola Zingaretti, che però appare più determinato che mai. Grazie ad una squadra di primo livello: da Leodori a Ruberti, da Valeriani a D’Amato. Senza dimenticare Astorre, ma anche Smeriglio e Bettini.
Gruppo del Pd dimezzato, quello della Lega pure. E poi tante altre scosse di assestamento. Ora ci si prepara al rinnovo di dicembre. Due i temi caldi: la sfida tra Lega e Fratelli d’Italia e la lista del Pd. Ma tutto il resto non è…noia.
Vicinissimo a Pompeo, ma non nel Pd. Punto di riferimento della sinistra ma intanto dialoga pure con Christian Bellincampi (Cinque Stelle). Il vicepresidente della Provincia potrebbe diventare un interlocutore stabile del centrosinistra. Ma è quello che vuole?
L’eurodeputato mette il dito nella piaga dalle pagine de Il Manifesto. E suona una brusca sveglia al Pd. Dice: “Rischiamo di restare schiacciati tra Raggi e la destra che ha trovato i suoi candidati, il ticket Michetti-Matone che salda la destra storica con due figure civiche”.
A livello nazionale Dario Franceschini ha iniziato la demolizione politica di Goffredo Bettini. Nel Lazio Bruno Astorre punta sul tridente Leodori-Vincenzi-Leonori. Se poi Zingaretti sarà candidato al Campidoglio, allora alla Regione ci sarà spazio solo al Centro.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Cosa sta accadendo nel Pd. Visto da Smeriglio, l’ex vice di Zingaretti ora in Ue. Buschini: “Ha sfidato tutti sul terreno della trasparenza”. La nuova area di sinistra: “Dobbiamo costruire una nuova coalizione progressista”. Il Pd smarrito: “Sono le fazioni a controllarlo”. Lo scandalo di Ankara e l’invito alle dimissioni per Michel. Ma non è Buschini
Nessuno nel Partito Democratico ha difeso Mauro Buschini, che invece è stato lasciato solo ed esposto alla raffica mediatica e politica. Ancora una volta il partito ciociaro è stato umiliato, come accadde in occasione delle candidature del 2018. Così si rischia il disimpegno totale del territorio.