Vito Crimi

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Super Mario ha già cambiato gli assetti politici locali

Nel Pd si rafforza ulteriormente la posizione di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Nella Lega sorridono Francesco Zicchieri e Nicola Ottaviani. Nei Cinque Stelle Ilaria Fontana sorpassa Luca Frusone ed Enrica Segneri. E in Forza Italia è l’ora del kalumet della pace.

Perché i locali dovranno adeguarsi ai diktat dei big

Sul Governo Draghi si decideranno le alleanze del futuro. Deputati, senatori, consiglieri regionali de referenti politici dei partiti in provincia di Frosinone non avranno molti spazi di manovra. Però potranno dire la loro. E poi tutto cambierà. Nel Pd c’è chi (Pompeo) spera nel ribaltone.

Sergio Mattarella

Quegli attimi decisivi che Roberta non ha mai colto

La capogruppo dei Cinque Stelle alla Regione Lazio cannoneggia Matteo Renzi e dice di capire le posizioni di Di Battista. Ma non ha mai effettuato il passo decisivo per arrivare ad un vero accordo di legislatura con Zingaretti. E questo adesso pesa come un macigno.

Conte è morto. Viva Conte.

Cosa c’è dietro alla nomina di Fico. Chi vince e chi perde. Il muso di Zingaretti, le stampelle di Meloni, la smorfia di Grasso, il ciuffo di Zampetti, la criniera di Mattarella. Ma perché consente tutto a Renzi? Una spiegazione c’è

Accordo Pd – 5 Stelle, l’ultima spiaggia passa da Napoli

La candidatura a sindaco del capoluogo campano di Roberto Fico potrebbe dare la svolta. Ma perché il presidente della Camera dovrebbe farlo? Intanto però Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi guardano all’evolversi della situazione. E perfino in provincia di Frosinone si abbozzano degli schemi.

Il Pd per esorcizzare i 5S guardi al modello Ciociaria

Il segretario Dem teme una crisi al buio, ma in questo modo stanno vincendo Conte e Di Maio. In provincia di Frosinone il rilancio delle primarie nel capoluogo guarda al centrosinistra. L’unico antidoto per neutralizzare un Movimento barricato nel Palazzo.

Mes o non Mes il Pd di Nicola Zingaretti stavolta è al bivio

Nel Partito Democratico c’è la consapevolezza che l’esperimento è fallito, che mai potrà esserci una vera alleanza con i Cinque Stelle. E tanti ministri non ne possono più della subalternità a Conte e Di Maio. In questo quadro il segretario non può rischiare il logoramento.

Perché Zingaretti sul rimpasto si gioca tutto

Molti big del Pd sono stanchi di soccombere davanti alle impuntature dei Cinque Stelle. E le parole di Vito Crimi e Alfonso Bonafede sono l’ennesima porta in faccia. Per molti il segretario dovrebbe mettersi in discussione con la carica di vicepremier, che però significherebbe aprire la strada ad elezioni anticipate nel Lazio. Con molti rischi. Per uscire dal tunnel non resta che imporsi su Conte e Di Maio. Ma nulla è scontato.