Fischi e fiaschi della settimana XXIX 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

Altro che (solo) formidabile burocrate e grand commis di Stato. Mario Draghi si sta dimostrando (anche) un politico forte e sopraffino. Il suo appello alla vaccinazione ha mandato in tilt in poche ore tutte le piattaforme regionali dedicate alla profilassi. (Leggi qui Le randellate di Draghi a Movimento Cinque Stelle e Lega).

Quello di Draghi è stato un brusco altolà a Matteo Salvini, dopo che per giorni il leader della Lega aveva “martellato” sul fatto che la vaccinazione non può essere imposta e che anzi per alcune fasce di età bisogna valutare bene. Concetto scandito a chiare note anche durante la visita fatta in settimana a Frosinone. E sulla stessa lunghezza d’onda c’era Giorgia Meloni. (Leggi qui Salvini: “No ai vaccini baby, si ai termovalorizzatori”).

Mario Draghi ha fatto capire che su queste tematiche i cittadini ascoltano il premier. Il premier, più che il Governo. Sulla Giustizia ha fatto capire al Movimento Cinque Stelle che o la riforma Cartabia si vota così come è, altrimenti l’unica vera alternativa è quella di mandare il Paese a rotoli. Per accedere ai fondi del Recovery Plan l’Italia deve effettuare riforme. Quella della Giustizia è al primo posto.

Pure sul Green Pass le parole di Mario Draghi hanno sbloccato la situazione. Il fatto è che le forze politiche faticano ancora a rendersi conto che dopo Draghi non c’è un altro Governo. E non ci sono neppure le elezioni. C’è il vuoto. Ma il Presidente del Consiglio intanto sta ulteriormente crescendo sul piano politico. (Leggi qui Giorgia in fuga, FdI sempre più primo Partito).

Mario il Conquistatore.

SARA BATTISTI

Sara Battisti

Vicesegretario regionale del Partito Democratico. Un traguardo enorme: il risultato di un delicatissimo Risiko che ha ridisegnato le alleanze Dem su Roma. E allargato a tutta la regione i confini di Pensare Democratico, la componente creata da Francesco De Angelis nella quale il neo vice Segretario è pilastro fondamentale. (leggi qui Il grande Risiko dietro alla nomina di Sara).

La sua nomina non è un pennacchio da portare in giro mentre stringe mani, taglia nastri, bacia bambini. Tutt’altro: è un’investitura pienamente operativa, consegnata da Bruno Astorre ad una donna che conosce tutto o quasi delle dinamiche Dem romane e laziali. Nessuno dimentichi che si è fatta le ossa dirigendo il movimento giovanile dei Ds del Lazio e che molti dei suoi interlocutori dell’epoca sono quadri di Partito oggi.

Presidente della commissione Affari Istituzionali della Pisana, sul piano politico è quella che più di tutti si è messa alla prova. Ed è soprattutto quella che mai ha avuto problemi ad intestarsi le “battaglie” della sinistra sui diritti.

La corrente di Francesco De Angelis sta crescendo da tempo oltre i confini della provincia di Frosinone. E sarà ancora di più così. Lei vi ha aderito da qualche anno, dopo essere stata con l’area di Matteo Orfini. Lo ha fatto con scienza e coscienza e la sensazione è che anche su questo versante potrebbe ulteriormente scalare il Partito.

Lanciatissima.

FRANCESCO DE ANGELIS

Francesco De Angelis

L’intuizione di una Fiscalità di vantaggio per le province del Lazio è stata la sua, unitamente al deputato del Pd Claudio Mancini., con l’apporto fondamentale del sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze Claudio Durigon e dell’ex segretario Pd del Lazio Fabio Melilli che oggi è presidente della V Commissione Bilancio alla Camera. (Leggi qui Un tesoretto a De Angelis per tentare Stellantis).

La “firma” di Francesco De Angelis ora diventa ancora più pesante. Perché oltre ad avere disegnato il più grande Consorzio Industriale d’Italia ora il presidente ha per le mani il bazooka economico con il quale farlo funzionare. E dare buone ragioni agli investitori nazionali e stranieri per venire ad investire nel Lazio.

Per essere chiari: la fiscalità di vantaggio non sono soldi dati a pioggia per la serie “Fai il capannone, intasca i fondi e poi scappa”. Al contrario: sono soldi per chi assume, ha dipendenti al lavoro, realizza produzione. Con la fiscalità di vantaggio le tasse sul lavoro saranno molto più basse. È uno dei temi che aveva sollevato il CEO Stellantis Carlos Tavares, uno dei guru contemporanei dell’Automotive. Dopo la visita allo stabilimento Cassino Plant aveva individuato due criticità: icosti dell’energia troppo alti e la fiscalità troppo alta. Tradotto: su ogni macchina prodotta sulle linee di Cassino pesa troppo il costo dell’energia e delle tasse. Con la Fiscalità di Vantaggio arriva una prima risposta.

Francesco De Angelis può dare il via ad una fase espansiva senza precedenti in tutta la Regione. Con un Consorzio che più di tutti ha voluto, progettato, disegnato, attuato.

L’uomo del destino.

ALBINO RUBERTI

Albino Ruberti con Nicola Zingaretti

Renato Nicolini fu l’inventore dell’Estate Romana, l’insieme di manifestazioni che ha trasformato Roma in un gigantesco teatro a cielo aperto costantemente in attività: ogni sera almeno un evento, nello scenario naturale dei suoi monumenti. Cinema, teatro, musica, dibattiti diventano per oltre vent’anni l’humus culturale che rende a pieno titolo Roma la Capitale della Cultura.

In una fase di quei vent’anni Albino Ruberti è stato il dominus del braccio operativo del Comune che organizzava gli eventi. Ora è il felpatissimo Capo di Gabinetto di Nicola Zingaretti in Regione Lazio.

In questi giorni di ripartenza, Roma ha ritrovato compagnie teatrali, service luci e audio, orchestre, danzatori e musicisti. Lo deve in larga parte alla Regione Lazio che nel periodo del lockdown ha fatto l’impossibile per sostenere auditorium, cinema, musei. La Cultura a Roma e nel Lazio ha avuto la stessa dignità riconosciuta a fabbriche, uffici, partite iva.

Oggi non c’è ancora l’Estate Romana. Ma se nemmeno c’è il Deserto Romano nella Cultura lo si deve alle insistente quasi asfissianti di Albino Ruberti in favore del comparto. E ce ne stiamo accorgendo in queste giornate di ritorno alla normalità.

FIASCHI

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini con Nicola Ottaviani, Paola Carnevale e Kristalia Papaevangheliu

Martedì scorso è venuto a Frosinone per spingere i referendum sulla Giustizia. Scattando centinaia di selfie con i sostenitori, a dimostrazione del grado di popolarità. E questo è stato da “top”. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: 20 luglio 2021).

Poi però sono successe due cose. La prima lo storico e ormai stabile sorpasso di Giorgia Meloni e dei Fratelli d’Italia in tutti i sondaggi effettuati. (Leggi qui Giorgia in fuga, FdI sempre più primo Partito).

Il secondo lo “schiaffo” di Mario Draghi su vaccini e Green Pass. (Leggi qui (Leggi qui Le randellate di Draghi a Movimento Cinque Stelle e Lega).

Entrambi gli episodi hanno un filo comune: l’estrema difficoltà di Salvini nell’affrontare una fase nella quale la Lega è forza di un Governo di salvezza nazionale. E perciò continuerà a perdere voti per il fatto di dover sostenere delle situazioni impopolari: dal green pass alle vaccinazioni, a tutto il resto. Ma i conti si faranno alla fine, tra due anni.

La domanda è: Matteo Salvini avrà la pazienza e la tenuta nervosa sul piano politico di resistere ora per poi cercare di capitalizzare dopo? Il punto è tutto qui, ma niente affatto semplice. Il continuo elastico tra piazza e governo ha già sfilacciato il Carroccio.

Se la strada è quella di un patto federativo con Forza Italia e le altre formazioni centriste, allora va calibrato nel medio-lungo periodo. Altrimenti può provare a uscire dalla maggioranza ora. Con il rischio però di spaccare la Lega.

Imbrigliato.

VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi (Foto: Imagoeconomica / Sara Minelli)

Ennesima settimana di scaribarile e di inconcludenza sui rifiuti. Al punto da far “incazzare” uno mite come Nicola Zingaretti. (Leggi qui Anche agli Zingaretti nel loro piccolo girano i coglioni).

Il presidente della Regione Lazio,  colpito da una battuta ricevuta da una signora del durante un’inaugurazione a San Basilio, ha detto: “Per correttezza istituzionale stavo zitto, ma glielo dico: dalla Valle D’Aosta alla Sicilia, passando per la Sardegna, andando nelle Marche o in Campania, dove sono più avanti di noi, ovunque nella Repubblica italiana la gestione dei rifiuti è dei Comuni, che hanno il dovere di gestire il ciclo dei rifiuti. Le Regioni fanno la programmazione e indicano quello che i Comuni devono fare. Sono due anni che diciamo che Roma si deve dotare di un sito dove conferire i rifiuti perché i cittadini come lei, di Viterbo, di Frosinone, di Albano, dell’Emilia Romagna, della Lombardia, dell’Abruzzo, della Puglia si sono rotti i coglioni di prendere la monnezza che Roma non riesce a mettere sul proprio territorio”.

Naturalmente l’Amministrazione guidata dalla sindaca Virginia Raggi ha proseguito lungo la strada di sempre. Nessuna decisione ed emergenza infinita. Senza mai individuare una discarica.

Oro olimpico nella specialità scaricabarile.

ANTONIO POMPEO

Alessandra Sardellitti e Antonio Pompeo

Il presidente della Provincia ha perso entrambi i consiglieri che facevano riferimento a lui. Germano Caperna è da tempo in Italia Viva, mentre Alessandra Sardellitti pochi giorni fa ha sbattuto la porta, scagliandosi contro la “logica da caserma” che anima il Pd provinciale. (Leggi qui Sardellitti: «Addio caserma del Pd, mi hai deluso»).

Sicuramente Antonio Pompeo avrà fatto di tutto per convincerla a restare. Ma non c’è riuscito e non deve sottovalutare questo segnale, che peraltro è diffuso all’interno della sua componente, Base Riformista.

È il segnale di chi fatica a sopportare non il predominio di Pensare Democratico (è nei fatti e nei numeri), ma l’assenza di prospettive nel breve e medio periodo. Alessandra Sardellitti ha lanciato anche un grido d’allarme. Pompeo sbaglierebbe a non raccoglierlo.

Chiuso all’angolo.