Fischi e fiaschi della settimana XXVII 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

MATTEO RENZI

Matteo Renzi

Sul piano politico e parlamentare sta vincendo su tutta la linea. Dopo aver mandato a casa Enrico Letta, Matteo Salvini e Giuseppe Conte, si sta godendo in poltrona il suo spettacolo preferito, vale a dire il disfacimento del Movimento Cinque Stelle. Da lui stesso propiziato  quando ha spianato la strada a Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Adesso la sua lucidità sta facendo la differenza. Senza i voti di Italia Viva il ddl Zan non passa e Andrea Marcucci (Pd) lo ha detto chiaramente. E se non passa Enrico Letta va incontro all’ennesima Caporetto del Partito. (Leggi qui Renzi: “Il Movimento 5 Stelle è morto, ma non gliel’hanno detto”).

Ma è nel lungo periodo che Matteo Renzi sta dimostrando di essere un fuoriclasse, vale a dire sul tema dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Anche in tal caso sarà lui ad essere decisivo. Già sta prendendo contatti con personalità tipo Pierferdinando Casini. Ma potrebbe stupire ulteriormente con un gioco di sponda con la Lega di Matteo Salvini. O con Dario Franceschini.

I sondaggi gli attribuiscono il 3%, ma lui ormai prescinde dai consensi e dalla popolarità.

La solitudine dei numeri primi.

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Da quando si è dimesso da segretario è diventato lui l’uomo forte del Pd. Ha saputo trasformare una possibile sconfitta (la mancata candidatura a sindaco di Roma) in una potenziale straordinaria vittoria.

Perché se Roberto Gualtieri dovesse indossare la fascia tricolore in Campidoglio, il merito sarebbe soprattutto di Zingaretti. Il presidente della Regione si è messo a servizio del candidato come l’ultimo dei militanti, ma con la forza del suo peso politico specifico. Tiene Virginia Raggi sotto pressione sui rifiuti e non solo, entra nei quartieri con una facilità incredibile. Ed ha capito che a Roma si tratta di una partita che finirà ai supplementari, cioè al ballottaggio.

È lì che sta portando Gualtieri. Trascinatore.

DANIELE NATALIA

Daniele Natalia

Il sindaco di Anagni si sta distinguendo nel panorama politico locale per varie ragioni. La prima: ha delle idee, cosa tutt’altro che scontata nella politica attuale. La seconda: ha il coraggio delle scelte e questo lo rende unico in un panorama di traccheggiatori che rinviano sempre facendosi governare dalla pancia della gente anziché governarla.

Sul fronte interno di Forza Italia: solo lui sul piano politico è in grado di potersi confrontare con i suoi e stabilire una posizione che poi viene tenuta. Nessun altro lo fa. Siamo in presenza di segretari di Partito che ammettono di non poter “controllare (che brutto termine, basterebbe il confronto) l’ultimo dei militanti della sezione più sperduta. Ci sono parlamentari che giocano al “poliziotto buono e al poliziotto cattivo” perché non hanno il coraggio di dire sì oppure no.

Daniele Natalia si espone, esce allo scoperto, difende una posizione. E cresce politicamente. Sempre di più.

Gladiatore.

FLOP

VIRGINIA RAGGI

Virginia raggi (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

Nel sondaggio Governance Poll è precipitata in termini di gradimento. Non poteva essere diversamente, considerando i disastri amministrativi di questi anni. In più insiste. Soprattutto sull’emergenza rifiuti. (Leggi qui Il balzo di Zingaretti: ora è al 43%).

Lo scenario era stato previsto in anticipo: le riaperture avrebbero comportato un aumento della produzione dell’immondizia e quindi il problema sarebbe stato complicato da controllare. Lei come al solito ha alzato la barricata e non ha indicato un sito dove ubicare la discarica per Roma.

Poi c’è l’operazione “antipatia”, nel senso che tutta Italia è stufa di dover raccogliere i rifiuti prodotti da Roma. Lo scaribarile non ha funzionato, perché poi alla fine la Regione Lazio interviene, il Comune di Roma no.

Asfaltata.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte. Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Come volevasi dimostrare: non ha strappato, non ha intrapreso la strada di fare un suo Partito. Operazione impossibile. È rimasto nel Movimento Cinque Stelle e alla fine potrebbe perfino spuntarla nel braccio di ferro interno con Beppe Grillo e Luigi Di Maio.

Però, spuntarla per fare cosa? Giuseppe Conte sta facendo sponda con tutti quelli che lo hanno fatto a pezzi quando era presidente del consiglio. Cioè con i pentastellati duri e puri.

Vuole ritagliarsi un ruolo a tutti i costi e ha un solo obiettivo: mettere in crisi il governo di Mario Draghi. Ma intanto sulla riforma della giustizia ancora una volta ha dovuto incassare una sconfitta durissima.

Io speriamo che me la cavo.

DE DONATIS-MORINI

Il sindaco di Sora è chiamato ad un miracolo per una eventuale riconferma. La candidatura di Giuseppe Ruggeri, con tutto il centrodestra unito, significa che gli spazi di azione per il primo cittadino in carica sono davvero ridotti al lumicino. Ma Roberto De Donatis fatica a fare autocritica, preferisce chiedere le dimissioni ad assessori fotografati con avversari politici. (Leggi qui De Donatis: “Di Ruscio dimettiti”. Caschera: “Sei un sindaco scaduto”).

Cinque anni rappresentò la speranza di una politica diversa: civica e sostenuta dai partiti in modo trasversale. Oggi fa  i conti con una situazione diversa.

Giuseppe Morini ad Alatri si appresta a concludere il mandato. Però magari poteva perfino pensare ad essere decisivo nella scelta e nell’elezione del successore. Invece non è così.

Marginali.

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