Fischi & Fiaschi della settimana I / 2021

Fischi e Fiaschi. I protagonisti della settimana 1 dell’anno 2021. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

FRANCESCO BORGOMEO

L’alleanza con A2A lo consacra definitivamente nel panorama economico nazionale. Quello che è riuscito a fare in pochissimi anni ne mette in evidenza una visione e una lucidità fuori dal comune. Dal salvataggio dell’Ideal Standard di Roccasecca al modello Saxa Gres, tutto costruito intorno a stabilimenti riconvertiti, risanati, riportati in attivo. (Leggi qui Un colosso per Borgomeo: Saxa Gres si sposa con A2A).

Francesco  Borgomeo si allea con un colosso di levatura nazionale e in questo modo blinda e dà continuità a quello che è il suo vero ed indubbio punto di forza: la visione dell’economia circolare.

La nomina a presidente della Territoriale di Undindustria Cassino-Formia lo proietta pure in un’altra dimensione, che ha come confini lo sbocco al mare e i grandi collegamenti infrastrutturali. Fermata dell’Alta Velocità compresa.

L’intesa con A2A è il salto in avanti definitivo: ora Borgomeo gioca in Coppa dei Campioni.

Progressione geometrica.

PIERPAOLA D’ALESSANDRO

La Asl di Frosinone sugli scudi. Per molti giorni prima nel Lazio come numero di dosi di vaccino somministrate. E ora comunque ai vertici, considerando le dimensioni delle Aziende Sanitarie Romane. Una risposta pronta, efficace e di grande impatto mediatico. (Leggi qui L’Italia che funziona e vaccina sta a Frosinone).

Pierpaola D’Alessandro

La manager Pierpaola D’Alessandro è entrata perfettamente nel ruolo, interpretandolo con un operatività che non si era vista spesso dalle parti di via Armando Fabi a Frosinone.

Adesso dovrà gestire una ulteriore fase complessa: la terza ondata,  i successivi step della campagna vaccinale e il potenziamento degli ospedali. E’ pronta a stupire, forte di una determinazione assoluta. Fatta di una non comune capacità di coinvolgere i collaboratori: dal più esperto all’ultimo assunto; una dimestichezza agile con i numeri; una conoscenza del campo a 360°: da quello sanitario a quello economico ed a quello politico,

L’importante è vincere.

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti. Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica

Ancora una volta è sul punto di risolvere una complicatissima crisi di maggioranza. Ci sta riuscendo avendo applicato un contropiede fulminante. Quando cioè ha detto a Matteo Renzi, ma pure a Giuseppe Conte, che nel caso di crisi di Governo, l’unica alternativa sarebbero state le urne. Prospettiva che terrorizza l’ex Rottamatore e crea attacchi di panico non controllabili ai Cinque Stelle.

Ma Zingaretti ha fatto di più, evitando che la crisi venisse parlamentarizzata. Vale a dire con una “conta” in Parlamento. (Leggi qui Il monito di Zingaretti: “Ecco per cosa saremo giudicati”).

Stratega.

ROBERTO DE DONATIS

Roberto De Donatis

Da mesi si è preso la scena della politica sorana. Accelera, frena, scompiglia le carte, effettua strambate che annullano quelle precedenti. Vero: la maggioranza è in crisi. Ma chissenefrega. Scritto tutto attaccato.

Mancano pochi mesi alla fine della consiliatura e in ogni caso a guidare il Comune resterà lui. Che potesse essere il federatore del centrodestra non l’ha detto lui. Si è limitato a non smentirlo.

Il centrodestra si sta accapigliando sull’ipotesi di un sostegno a De Donatis. Lui continua a guardare alla Piattaforma Civica.

Te la faccio sognare, ma non te la concedo. L’alleanza politica, s’intende.

FIASCHI

CONTE-RENZI

Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Hanno fatto volare gli stracci, come nelle peggiori famiglie. Il leader dei Italia Viva Matteo Renzi ha più di una ragione sul piano operativo, specialmente per quel che riguarda il Recovery Plan e il Mes. Ma poi non riesce mai ad andare fino in fondo e questo ne penalizza il peso politico nella maggioranza.

Il premier Giuseppe Conte è stato costretto ancora una volta a chiedere la tutela politica del Pd di Nicola Zingaretti, al quale aveva riservato silenzi assordanti per mesi. Non ha altro obiettivo se non quello di restare a Palazzo Chigi.

Si appresta a salvare la poltrona ancora una volta. Ma entrambi potevano risparmiare al Paese la solita sceneggiata.

Gioco delle parti.

DONALD TRUMP

Donald Trump

L’uscita di scena dalla Casa Bianca non poteva essere peggiore. Sciamani, sovranisti, fascisti, disadattati: un manipolo di queste persone è entrato nel Tempio del Congresso seminando violenza e terrore. Ci sono stati 5 morti.

Il presidente degli Stati Uniti per mesi si è ostinato a non riconoscere la vittoria di Biden e ha innescato un clima insopportabile, che poi è culminato in quell’assalto.

È il responsabile morale e anche l’istigatore considerando le frasi delle ore che hanno preceduto l’assalto. Ha dimostrato di non essere all’altezza, di essere un bambino viziato che batte i piedi quando perde.

Le dimissioni a raffica della stragrande maggioranza dei suoi fedelissimi dimostrano che la sua elezione alla Casa Bianca è stata un incidente della storia. Nessuno ne sentirà la mancanza. Neppure lo sciamano.

A non rivederci.

STEFANO GIZZI

Ha il gusto della provocazione, ma stavolta ha davvero fatto… flop. Le frasi a sostegno di Donald Trump sono veramente risultate uno scarabocchio. Andare controcorrente va bene e il personaggio lo sa fare. (Leggi qui Gizzi ‘sciamano’ difende QAnon e scatena l’inferno).

Ma esiste un limite e il limite è rappresentato dall’indifendibilità di un presidente degli Stati Uniti d’America che, solo per soddisfare il suo ego, non ha esitato a dare il via libera (morale) all’assalto fascista al Congresso. Operazione che ha fatto registrare 5 morti.

Anni fa Stefano Gizzi balzò agli onori della cronaca per aver bruciato dei libri in piazza. Ora il sostegno a Trump. Stavolta ha toppato e di brutto.

Meglio lo sciamano originale.

CENTRODESTRA PROVINCIALE

Nicola Ottaviani, Massimo Ruspandini, Claudio Fazzone

A chiacchiere tutti dicono di volere l’unità. Claudio Durigon e Nicola Ottaviani (Lega), Claudio Fazzone e Antonio Tajani (Forza Italia), Massimo Ruspandini e Paolo Pulciani (Fratelli d’Italia). Poi però la coalizione continua a non riunirsi (da anni) e a Sora emerge una contrapposizione feroce non soltanto tra i diversi Partiti. Ma pure all’interno degli stessi partiti.

La verità è che nessuno di loro ha la voglia e il carisma di poter davvero provare a riunire il centrodestra. E allora tanto vale limitarsi agli annunci.

Coreografici.

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