Fischi & fiaschi della settimana LI

Fischi e Fiaschi. I protagonisti della settimana 51 dell'anno 2020. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

FRANCESCO BORGOMEO

Ha completamente ribaltato il punto di vista di Unindustria. Non è soltanto la carica di presidente della Territoriale di Cassino-Formia-Gaeta a fare la differenza. E’ la sua visione a fare la differenza, nell’ambito del solco tracciato da Unindustria di Angelo Camilli. (Leggi qui Borgomeo punta verso l’era dell’automotive sostenibile).

Francesco Borgomeo

Borgomeo parla di automotive e di sviluppo sostenibile, di nuovo modello per la gestione dei rifiuti e di economia circolare.

In Ciociaria così come in giro per l’Italia ha risanato aziende e dato prospettive. È un imprenditore che ha visione, ma che al tempo stesso mette questa visione al servizio dell’associazione e dell’economia di un intero territorio. Infatti è apparso subito perfettamente integrato nel nuovo ruolo di presidente di Unindustria di Cassino-Formia-Gaeta.

È uno che lascia il segno, che non si accontenta né di partecipare né dell’ordinaria amministrazione. E’ uno che  con la politica ed i politici parla tenendo il suo punto di vista. Che non è mai né scontato né banale.

Rivoluzionario.

STEFANO PARISI

Le sue dimissioni da consigliere regionale del Lazio e di consigliere comunale di Milano hanno lasciato il segno perché hanno fatto emergere il vuoto di una politica che non riesce a trattenere persone competenti che provengono dal mondo del lavoro. (Leggi qui Addio politica ingrata: va via l’avversario di Zingaretti e ascolta qui L’antipolitica che brucia gente come Stefano Parisi).

Stefano Parisi. Foto © Imagoeconomica

Nella corsa alla presidenza della Regione Lazio è arrivato vicinissimo a Nicola Zingaretti, dopo essere stato letteralmente gettato nel mezzo di una campagna elettorale alla quale il centrodestra non credeva. Ma archiviato quel risultato politico, ha provato a dare un’impronta diversa. Amministrativa, concreta, gestionale. Non ricevendo mai alcuna risposta vera in cambio.

Alla fine ha deciso di andarsene e in quel momento ha evidenziato i limiti del centrodestra regionale. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia dovranno pedalare molto per provare ad essere competitivi la prossima volta.

Stefano Parisi tornerà nel suo mondo, quello del lavoro.

Via dalla palude.

NICOLA ZINGARETTI

Ha dimostrato, da presidente della Regione Lazio, quanto pesa come segretario nazionale del Partito Democratico. In questi giorni il “balletto” sul Decreto di Natale ha messo in evidenza tutti i limiti di un Governo che naviga a vista perché il timoniere Giuseppe Conte si fida solo dei rematori a Cinque Stelle. (Leggi qui Il pressing di Zingaretti che ha messo all’angolo Conte).

Foto Carlo Lannutti / Imagoeconomica

L’Italia, come tutta l’Europa, è in una situazione delicatissima per quanto riguarda la pandemia. Non c’è tempo per parlare politichese. A un certo punto Zingaretti ha detto a Giuseppe Conte che la Regione Lazio era pronta a fare da sé con una ordinanza se dal Governo non fossero arrivate risposte concrete in poche pre. E così è stato.

Ora sul Recovery Fund e sul Mes si prepara alla battaglia decisiva.

Segretario di Partito.

FIASCHI

GIUSEPPE CONTE

Giorni e giorni di estenuanti trattative e di tiro alla fune mentre tutti i suoi colleghi, europei e non, decidevano il lockdown senza perdere troppo tempo. Si è scoperto un premier debolissimo, privo di una vera maggioranza e senza un Partito di riferimento.

Giuseppe Conte

Guarda sì ai Cinque Stelle, ma con Luigi Di Maio il feeling non c’è. Sul Mes si gioca la sua credibilità politica in Europa, perché non si capirebbe il rifiuto dell’Italia di utilizzare quei fondi per migliorare la Sanità.

Certamente Giuseppe Conte andrà avanti e probabilmente riuscirà a superare anche l’ostacolo rappresentato dalla posizione rigida di Matteo Renzi. Ma più di tirare a campare non potrà fare.

Il premier debole.

DURIGON-RUSPANDINI-FAZZONE

Continuano a dire che il centrodestra va rilanciato in provincia di Frosinone, che dovrebbe tornare a riunirsi. Poi nei fatti però Claudio Durigon (Lega), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) e Claudio Fazzone (Forza Italia) non assumono mai un’iniziativa in tal senso.

Massimo Ruspandini con Claudio Fazzone e Nicola Ottaviani

A Sora sembra che il sindaco Roberto De Donatis stia facendo i “provini” per capire con quale Partito di centrodestra dovrà allearsi prioritariamente. Senza però decidere.

Ad Alatri la coalizione praticamente non esiste e mancano pochissimi mesi alla campagna elettorale. A Frosinone, nel capoluogo, tutti i Partiti si stanno preparando a giocare la loro partita. Senza una visione di insieme. E il tempo passa.

Parole, parole, parole.