I protagonisti del giorno. Top e Flop del 1 dicembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

LUCA DI STEFANO

Sarebbe stato più facile otturarsi il naso e restare su un Carroccio che per quattro anni ha camminato nel Municipio di Sora solo grazie a lui. Il capogruppo di opposizione Luca Di Stefano invece ha deciso di scendere, scegliendo di percorrere la via più difficile. Quella della coerenza. (Leggi qui Di Stefano l’ha fatto: addio Lega, ora è Made in Sora).

Questo in politica rappresenta un’eccezione, soprattutto di questi tempi. Luca Di Stefano ha protocollato oggi al Comune di Sora la nascita di un nuovo gruppo consiliare, Made in Sora. Un ritorno al passato per programmare il futuro.

Luca Di Stefano

In realtà Di Stefano ha ripetuto per mesi che non era disposto ad andare avanti in questo modo. Perché da quando al Carroccio ha aderito Pasquale Ciacciarelli, questo ha significato pure l’arrivo di Lino Caschera. Il problema era irrisolvibile e insuperabile, dal momento che Di Stefano sta all’opposizione del sindaco Roberto De Donatis, mentre Caschera sostiene la maggioranza in maniera ormai sistematica ed organica.

Il voto sul documento di Bilancio ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In questa scelta Di Stefano ha visto lo schieramento della Lega e ha colto nel segno. Quindi, è uscito lui.

Ma anche la telefonata all’onorevole Francesca Gerardi ha rappresentato una ulteriore clamorosa e palese “rottura”. Luca Di Stefano non ha chiamato il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. Men che meno quello regionale Claudio Durigon o l’onorevole Francesco Zicchieri.

Ha chiamato la Gerardi per sottolineare lo “strappo” da un momento preciso in poi: la salita sul Carroccio di Pasquale Ciacciarelli e Lino Caschera. Forse però la scelta di oggi rappresenterà una fase nuova per Luca Di Stefano. Una fase civica (come quella che caratterizzò l’ascesa di Enzo Di Stefano, il papà), che guarda sia alle elezioni comunali del 2021 che probabilmente a quelle successive, del 2026.

In ogni caso Luca Di Stefano ha avuto il coraggio della coerenza.

Nel nome del padre.

RICCARDO MASTRANGELI

Da otto anni l’assessore al Bilancio del Comune di Frosinone porta avanti un piano di risanamento da 50 milioni di euro. Senza sbavature, senza errori, senza passi falsi. E ogni volta che in Consiglio comunale ci sono delibere che hanno a che fare con gli assetti contabili dell’ente, lui fa centro.

Riccardo Mastrangeli

Pure stasera, con l’assestamento di Bilancio e con l’approvazione del documento contabile “consolidato, quello che comprende anche le partecipazioni del Comune capoluogo in altre società. Sul piano gestionale e amministrativo è diventato insostituibile.

Sul piano politico è il “tecnico” esterno, fortemente voluto dal sindaco Nicola Ottaviani. Nella corsa alla successione del 2022, Riccardo Mastrangeli è l’unico a non essere schierato in un Partito. Non nella Lega, non in Fratelli d’Italia e neppure in Forza Italia. Potrebbe essere un vantaggio decisivo, considerando che alla fine i veti incrociati dei Partiti del centrodestra potrebbe “impallinare” diverse possibili candidati a sindaco.

Lui non fa parte neppure di liste civiche. Ha un raggio di azione che nessun altro potrà avere.

Bilancio a… credito.

FLOP

DURIGON-ZICCHIERI

Appena qualche giorno fa sono venuti in Ciociaria per discutere di strategie politiche. Parliamo di Claudio Durigon e Francesco Zicchieri. Poi è successo che oggi è andato via dalla Lega anche Luca Di Stefano. Non è l’unico e neppure il primo.

Claudio Durigon con Matteo Salvini e Francesco Zicchieri Foto © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

La sensazione è che non sarà neppure l’ultimo. In questi anni alla guida della Lega si sono alternati in tanti in Ciociaria: Kristalia Rachele Papaevangeliu, Fabio Forte, Carmelo Palombo, Francesca Gerardi, Nicola Ottaviani. Ma la sostanza non è mai cambiata: vale a dire che il partito di Matteo Salvini fatica da matti a radicarsi in provincia di Frosinone.

Inoltre perde diversi “pezzi” e ha una linea più centrista che sovranista. La linea di continuità è rappresentata proprio dai due parlamentari, che si sono perfino passati il testimone per la guida del Partito nella regione Lazio. Claudio Durigon lo ha praticamente già preso da Francesco Zicchieri. Ma non è cambiato mai nulla. Fra le altre cose Francesco Zicchieri è stato eletto nel collegio maggioritario della Camera nord della provincia di Frosinone, Claudio Durigon in quello proporzionale.

Entrambi hanno favorito l’ingresso nella Lega di esponenti politici molto diversi tra loro e in alcuni casi “antagonisti”. E’ il caso di Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli, quest’ultimo sostenuto dal “mentore” Mario Abbruzzese, in contrapposizione genetica (sul piano politico) con Francesco Zicchieri. La strada dell’imbarcare tutti non funziona.

Naufragio nell’isola che non c’è.

ROBERTO GUALTIERI

Il ministro dell’economia non riesce a sbloccare la matassa. Soprattutto quella del Mes, vale a dire i 36 miliardi di euro che potrebbero rappresentare una vera e propria “manna” per rimettere a posto la sanità italiana, peraltro ai tempi del Coronavirus.

La ragnatela del premier Giuseppe Conte e il fuoco amico dei “cecchini” a Cinque Stelle lo costringono a restare immobile. Fermo. Stesso discorso pure sul Recovery fund, perché anche in questo caso a dare i ritmi sono il presidente del consiglio e i pentastellati.

Roberto Gualtieri

Poi c’è stata la vicenda della nomina del commissario della sanità della regione Calabria. Roberto Gualtieri avrebbe voluto Narciso Mostarda, ma è stato sconfessato, messo in minoranza e costretto alla ritirata.

E’ probabilmente il ministro più competente e autorevole della squadra di Governo. Sarebbe il caso che il Partito Democratico lo tenesse presente evitando di lasciarlo “scoperto” ogni qual volta il gioco si fa duro e la posta in palio diventa fondamentale. Ma pure lui potrebbe provare a cominciare ad alzare la voce.

Abbandonato dietro le linee nemiche.