I protagonisti del giorno. Top e Flop del 10 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

BUSCHINI & ALFIERI

Il Consiglio regionale del Lazio ha osservato un minuto di silenzio per commemorare la tragica scomparsa del giovane Willy Monteiro Duarte ucciso a Colleferro domenica scorsa. Lo fortemente voluto il presidente dell’Aula Mauro Buschini. Che nelle ore successive ha annunciato anche un’altra iniziativa: «Segnaleremo alle autorità tutti i post, i messaggi social offensivi, oltraggiosi che riguardino Willy».

MAURO BUSCHINI

«La morte di Willy sta avvenendo anche attraverso i social. Con dementi che tirano fuori odio ed espressioni pazzesche verso un ragazzo di 21 anni – ha spiegato Buschini-. E’ vergognoso che sia possibile pubblicare qualunque cosa, è vergognoso che ci si possa sentire impuniti usando strumenti come Facebook o Twitter. Sono urgenti regole severe, chiare. Non per imbrigliare la libertà di espressione, ma per regolamentare un mondo, come è la rete, i social. Che tanti danni possono fare alle coscienze di tutti noi e nei più giovani in particolare».

«Il Parlamento – ha concluso Buschini- adotti nuovi strumenti di regolazione e repressione per aiutare magistratura e Polizia Postale nel suo lavoro. E i social fermino immediatamente questi criminali».

In questo modo Mauro Buschini ha messo in campo tutto il peso politico che deriva da una carica istituzionale come la presidenza dell’Aula della Regione Lazio. Ed ha inviato un messaggio chiaro al Partito ed alle Camere. Una battaglia ancora più forte perché viene dal Pd, partito paladino delle libertà individuali e sociali.

Domenico Alfieri con i parenti di Willy

Il sindaco di Paliano invece ha accompagnato alcuni familiari di Willy con in testa la sorella Milena allo stadio Stirpe per ricevere le maglie della Roma e del Frosinone firmate da tutti i calciatori. La sorella di Willy le ha strette forte: un momento di grande commozione che va oltre il valore simbolico.

Contemporaneamente, Alfieri ha rifiutato gli inviti in diverse trasmissioni televisive. Ha voluto evitare in ogni modo la spettacolarizzazione: «Perché non condivido il modo con il quale si sta descrivendo un territorio che non è una periferia degradata».

Due gesti che testimoniano la fermezza e la sensibilità con i quali il sindaco di Paliano sta affrontando questa situazione.

I simboli del Partito Nuovo.

AMBROGIO SPREAFICO

Ha tenuto tutto insieme: il coronavirus, l’ambiente ed il fatto che l’umanità, come dice lui, è tutta interconnessa. Eppure quell’umanità si ostina a vivere in maniera egoista, ognuno isolato dall’altro. Il vescovo Ambrogio Spreafico lo ha fatto intervenendo alla XV edizione del Forum dell’informazione cattolica per la custodia del Creato. È l’iniziativa intitolata “Indietro non si torna. Un nuovo umanesimo alla luce della Laudato si’” e promossa da Greenaccord onlus a Montefiascone.

Ha fatto capire che il tema delle bonifiche ambientali ai tempi del coronavirus assume un’importanza ancora maggiore. Anche e soprattutto da un punto di vista etico. Come dimostrano le recenti encicliche di Papa Francesco.

Monsignor Spreafico ha fatto capire che il crocifisso e la pattumiera fanno parte di uno stesso creato: perché il mondo è uno, le risorse sono sempre meno, per rispettare Dio è indispensabile rispettare la terra che ci ha dato, custodendo con cura ogni risorsa. E puntando, se è il caso, verso le soluzioni green e circular: un po’ come san Francesco ma otto secoli dopo.

Porpora verde.

FLOP

PAOLO PULCIANI

Absit injuria verbis, nulla di personale ma è il coordinatore provinciale ed è sempre l’allenatore a pagare per tutti. Come in questo caso. Fratelli d’Italia appare stretta nella morsa della Lega di Francesco Zicchieri e di Forza Italia. Basta vedere quello che sta succedendo a Sora dove però il coordinatore regionale degli azzurri Claudio Fazzone ha lanciato in extremis una ciambella di salvataggio al Partito di Giorgia Meloni. (Leggi qui Lega e Forza Italia dicono si. “Fratelli d’Italia decida ora”).

Paolo Pulciani © A.S.Photo / Andrea Sellari

Ma in realtà FdI appare fuori dalle logiche dell’alleanza anche per quanto riguarda le candidature a sindaco di Alatri e persino di Frosinone. Infatti qualche giorno fa c’è stato un incontro tra il capogruppo della Lega Danilo Magliocchetti ed il presidente del consiglio comunale Adriano Piacentini, che è anche uno dei tre commissari azurri. Se poi si collega tutto questo alla anomala situazione che c’è a Pontecorvo dove il candidato sindaco Riccardo Roscia è dirigente provinciale del Partito ma nel fronte avversario sono candidati un ex sindaco ed il vice sindaco in carica entrambi dirigenti provinciali di FdI il quadro è ‘allarmante’.

Completa il tutto la situazione anomala che c’è alla Provincia, dove Fratelli d’Italia ha un atteggiamento perlomeno benevolo nei confronti del presidente Antonio Pompeo, che è pur sempre del Pd. La delega alla presidenza dei lavori dell’assemblea Daniele Maura è sicuramente un elemento di un alleanza che è nei fatti.

La conclusione però è che in provincia di Frosinone il Partito di Giorgia Meloni non è in sintonia con gli alleati del centrodestra. E questo potrebbe rappresentare un grosso problema in prospettiva.

Troppi Fratelli nel pollaio.

DARIO FRANCESCHINI

All’interno del Pd lui ha una sola linea: restare al Governo. Indipendentemente dall’esito delle Regionali. Persino se il centrodestra dovesse vincere 7-0 e non 5-1 o 4-2 che sarebbero comunque risultati pesantissimi. Ma per Dario Franceschini, il Pd deve restare al governo qualunque sia l’esito del referendum, sia che vinca il si, sia che vinca il no.

Dario Franceschini

Probabilmente è stato sempre lui a suggerire al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di mettere le mani avanti e di dire che l’esito dell’election day non avrà effetti sulla tenuta dell’esecutivo.

Il che va anche bene, ma Franceschini sembra non rendersi conto, o forse se ne frega, di alcuni elementi ormai molto radicati nei dirigenti e nella base dei Democrat. Uno, la stanchezza verso un atteggiamento subalterno nei confronti dei Cinque Stelle. Due, l’assenza totale di politiche di sinistra (leggasi decreti sicurezza di Salvini ancora validi dopo più di un anno). Tre, mancanza assoluta di una prospettiva che consenta al Pd di recuperare il dialogo con una parte importante del Paese.

Dario Franceschini è molto ascoltato nel Partito. Ed il segretario Nicola Zingaretti deve tenere conto degli equilibri e dei rapporti di forza interni. Ma il capo delegazione dei Democrat al Governo non può avere solo una prospettiva governativa.

Più contiano di Conte.

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