I protagonisti del giorno. Top e Flop del 11 novembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ROMANO PRODI

«Il Paese è scombinato, è chiaro che abbiamo una debolezza insita nel governo. E quando arriva il dramma non si può ricomporre questa debolezza in un giorno solo. Ecco perché siamo in sofferenza»: lo ha detto Romano Prodi nel salotto di Giovanni Floris a DiMartedì. Aggiungendo anche che in un momento del genere servirebbe un Governo in grado di prendere decisioni rapide, efficaci e vere. Senza svicolare e senza nascondersi dietro un dito, affermando che occorrono proposte da più parti. Non c’è tempo.

Romano Prodi

Questa seconda ondata autunnale ha portato allo scoperto le debolezze e le fragilità di un Governo che sconta il fatto di avere un premier non eletto da nessuno. E senza un partito di appartenenza.

Giuseppe Conte da mesi si sta barcamenando senza avere la forza di prendere in mano la situazione.

Romano Prodi, il fondatore dell’Ulivo, lo ha detto senza peli sulla lingua. Il suo è un monito anche al Pd, che rischia di essere politicamente travolto dai ritardi di un esecutivo su un tema delicatissimo come la pandemia.

Gigante.

DANIELE LEODORI

Nel momento in cui lo perdi sul radar lui colpisce. Con la diplomazia. Oggi alla Regione Lazio c’è stato il via libera all’ingresso nella maggioranza di Nicola Zingaretti di Marco Cacciatore, consigliere regionale eletto nel Movimento Cinque Stelle e poi passato negli ambientalisti di Europa Verde.

Daniele Leodori Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

A questa soluzione nelle retrovie ha lavorato vicepresidente Daniele Leodori insieme ai capigruppo Marco Vincenzi (Pd) e Marta Bonafoni (Civica Zingaretti). Ma è evidente che la regia è stata tutta di Daniele Leodori, il quale ha proprio il dna democristiano: cauto, dialogante, convincente, fiero di arrivare a soluzioni operative.

E’ uno dei grandi favoriti alla candidatura alla presidenza della Regione per il dopo Zingaretti. Gli basta non farsi notare. Eppure in questi anni, prima da presidente del consiglio regionale e poi da vicepresidente, di decisioni importanti e delicate ne ha assunte tante.

Niente fumo e tutto arrosto.

DANIELE NATALIA

Cari amici, voglio dirvi che oggi sono veramente soddisfatto. Abbiamo gettato le concrete basi per un futuro più florido per la nostra città. Abbiamo dimostrato di essere una squadra all’altezza del ruolo: basti pensare che la maggior parte delle amministrazioni è caduta proprio sulla Rigenerazione Urbana. Noi invece non solo siamo stati capaci di approvarla, ma ne abbiamo addirittura triplicata la portata con gli altri strategici punti discussi”. Il messaggio è apparso a tarda pra nella chat che collega tutti gli amministratori comunali della maggioranza che governa Anagni.

Daniele Natalia e Vittorio D’Ercole

Ad inviarlo è stato il sindaco Daniele Natalia. Sottolineando due innegabili evidenze politiche. La prima: amministrazioni di città importanti sono cadute, altre hanno traballato, al momento di discutere le regole che consentono di ridisegnare l’urbanistica recuperando aree degradate o immobili abbandonati. Anagni invece c’è riuscita senza nessuno scossone: anzi ha incassato addirittura il voto della minoranza.

La seconda: sono false le illazioni su una rivalità tra il sindaco ed il suo vice; tanto quanto lo sono anche le voci su frizioni interne alla giunta. Lo dimostra il pubblico ringraziamento fatto da Daniele Natalia proprio al suo vice Vittorio D’Ercole, al quale ha riconosciuto in maniera inequivocabile i meriti.

Quello di Daniele Natalia è un modello di amministrazione. Tutto riassunto nella frase finale del suo messaggio: “solo insieme possiamo vincere le ardue prove e la nostra forza è proprio il gioco di squadra”.

Pater familias

FLOP

CLAUDIO DURIGON

Nessuno lo considera più il favorito per la presidenza della Regione Lazio nel campo del centrodestra. Mister Quota 100, altro provvedimento caduto in disgrazia, ha seguito la stessa evoluzione politica di Matteo Salvini, leader della Lega.

Claudio Durigon. Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Con il vento in poppa fino al lockdown, capace di essere sempre sul pezzo. Se davvero si fosse andati ad elezioni anticipate in quel periodo, sarebbe stato il grande favorito nel centrodestra. Poi è cambiato tutto: il virus ha bloccato le piazze e quindi anche il modo preferito dal Carroccio per fare comunicazione politica.

Claudio Durigon lo ha perfettamente capito e infatti da qualche settimana è concentrato sulle prossime elezioni comunali a Latina, dove rivendica la legittimazione della scelta al Carroccio. Si è reso conto che dovrà ottenere la ricandidatura al Parlamento e che con 345 seggi in meno non sarà semplice. Tutt’altro.

Inoltre è il responsabile politico della Lega a Roma. Per la candidatura a sindaco della Capitale nel centrodestra avanza l’ipotesi di Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia. Insomma, arretramento su tutti i fronti.

Discesa libera.

GIUSEPPE CONTE

L’Istituto Superiore di Sanità ha confermato nel report settimanale che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. La maggior parte del territorio nazionale è compatibile con uno scenario 3 ma sono in aumento le Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4. Si sottolinea pertanto una situazione «complessivamente e diffusamente molto grave sull’intero territorio con criticità ormai evidenti in numerose Regioni».

Giuseppe Conte

Ma c’è di più: «Per le Regioni e Province Autonome classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, data l’elevata trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto, si raccomanda di considerare di anticipare rapidamente le misure previste. Questo per il livello di rischio alto ed il corrispondente scenario come riportato nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19». La conclusione è che la situazione evidenzia «forti criticità dei servizi territoriali. E il raggiungimento attuale o imminente delle soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri in tutte le Regioni».

Cioè tutte le Regioni e Province Autonome sono classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio. O a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. Davanti a questo il quadro perché il presidente del consiglio non dispone il lockdown nazionale e generale? Pensa davvero che in questo modo si può salvaguardare l’economia? E’ vero l’esatto contrario: il continuo tergiversare tra salute ed economia finisce con il logorare entrambi i settori.

Re Tentenna al confronto era un decisionista sfrenato.