I protagonisti del giorno. Top e Flop del 12 dicembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CLAUDIO FAZZONE

Il coordinatore regionale di Forza Italia ha messo in mostra la sua anima politica moderata. Sfondando al centro e sicuramente nella strategia del Partito. A Frosinone, dove ha incontrato l’intero gruppo dirigente locale, ha fatto sapere che a suo giudizio per la candidatura a sindaco del capoluogo è importante che ci sia un accordo di ferro tra i livelli locali della coalizione. (Leggi qui Fazzone dice si al sindaco scelto senza passare dal Regionale).

Claudio Fazzone durante l’incontro a Frosinone

Quelli cittadini cioè. In presenza dei quali non è necessario rimettere la questione al tavolo regionale. Come invece ha detto il responsabile regionale della Lega Claudio Durigon in un’intervista a Corrado Trento pubblicata dal quotidiano Ciociaria Oggi. (Leggi qui Candidato sindaco e tavolo regionale: la linea Durigon)

Cioè Fazzone ha strizzato l’occhio alla classe dirigente locale dell’intero centrodestra e anche al sindaco Nicola Ottaviani. Ora coordinatore provinciale della Lega, ma in passato di Forza Italia.

Quindi Fazzone aveva invitato alla riunione anche i “ribelli” Gianluca Quadrini, Gioacchino Ferdinandi e Anselmo Rotondo. Nessuno di loro si è presentato, ma intanto il senatore di Fondi ha lasciato a loro il cerino in mano. Infine, nessun commissariamento. Di Alessandro Battilocchio neppure l’ombra. Così come nessuno ha evocato l’ombra di Antonio Tajani. Strategia perfetta quella di Fazzone.

Veni, vidi, vici.

GIANFRANCO PIZZUTELLI

Ha detto al sindaco Nicola Ottaviani che il Consorzio industriale regionale unico è un’opportunità straordinaria, che il Comune di Frosinone non può permettersi di perdere. Pena la marginalizzazione delle imprese locali. Gianfranco Pizzutelli non è soltanto uno dei consiglieri di amministrazione dell’Asi. E’ anche il leader del Polo Civico, la lista civica che appoggia il sindaco Ottaviani con ben quattro consiglieri.

Pizzutelli ha svolto un ragionamento pratico, puntando sulle imprese. Sui servizi che il Consorzio industriale regionale unico può assicurare. Paragonando l’importanza del Consorzio a quella della Camera di Commercio del Basso Lazio.

Gianfranco Pizzutelli

Gianfranco Pizzutelli sta tentando la mission impossible di tenere insieme le ragioni tecniche del Consorzio guidato dal leader del Pd Francesco De Angelis e quelle politiche del sindaco leghista di Frosinone Nicola Ottaviani. Potrà riuscirci o meno, ma in ogni caso la sua articolata e motivata presa di posizione di oggi fissa un punto. Dal quale sarà impossibile tornare indietro. Specialmente in previsione delle prossime elezioni comunali di Frosinone.

Se il sindaco Nicola Ottaviani dovesse intraprendere la strada dell’uscita dal Consorzio Asi per sabotare l’ente unico regionale, a quel punto Gianfranco Pizzutelli potrà assumere tutte le decisioni politiche che vuole. Magari con il sistema imprenditoriale schierato dalla sua parte.

Stratega.

FLOP 

CONTE-BONAFEDE

Matteo Renzi in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais ha invitato il premier Giuseppe Conte a chiedere scusa in Parlamento e a ritirare l’ipotesi della cabina di regia per gestire le risorse del Recovery Fund.

L’intervista a un giornale straniero per annunciare una possibile crisi di Governo e di maggioranza. Una chiara e netta provocazione politica che ha avuto l’effetto di ridimensionare un Giuseppe Conte intento a far passare il via libera europeo come fosse una sua vittoria. Invece le parole di Renzi hanno dimostrato al mondo intero la fragilità e la debolezza politica del premier italiano e del suo Governo.

Alfonso Bonafede e Giuseppe Conte

Soprattutto del Movimento Cinque Stelle, l’azionista di maggioranza. Alfonso Bonafede, ministro della giustizia, si è schierato con Conte accusando Renzi di irresponsabilità politica in questo momento.

Ma sia a Conte che a Bonafede sta sfuggendo un fatto serio e inconfutabile: una parte consistente del Pd condivide la posizione di Renzi. Renzi che peraltro ha detto pure che nel caso questo esecutivo dovesse cadere ci sono i numeri per provare a metterne in piedi un altro. Giuseppe Conte ha incassato in silenzio, Alfonso Bonafede ha urlato la sua rabbia. Entrambi però sono stati messi in fuorigioco da Renzi.

Con le pive nel sacco.

MATTEO SALVINI

E’ bastato un “ci siamo” per far emergere tutta la debolezza politica del leader della Lega in questo momento. Matteo Salvini ha risposto così a chi gli chiedeva di commentare le parole di Matteo Renzi sulla possibilità di un governo di unità nazionale, di transizione, nel caso di una crisi dell’attuale esecutivo.

Un “ci siamo” (nel caso servisse agli italiani naturalmente) che ha fatto partire immediatamente il fuoco di sbarramento di Giorgia Meloni.

Matteo Salvini. Foto © Vince Paolo Gerace / Imagoeconomica

La leader di Fratelli d’Italia non ha mai dimenticato l’accordo della Lega con i Cinque Stelle in apertura di legislatura.

Ma è evidente che Salvini ormai fatica a tenere la leadership del centrodestra e ondeggia tra un no al Mes imposto anche a Berlusconi e un’apertura al Governissimo paventata da Renzi. Magari con Mario Draghi a Palazzo Chigi. Uno straordinario segnale di debolezza politica, l’ennesimo, quello dato da Matteo Salvini.

Non la prende più.