I protagonisti del giorno. Top e Flop del 15 aprile 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

ROBERTO SAVIANO

Lo scrittore ha affrontato il caso Lombardia in un lungo articolo sul prestigioso quotidiano francese Le Monde. Insomma, più di qualcosa non ha funzionato ma nessuno pare voler affrontare il problema. Per Saviano l’errore è stato quello di ritenersi “invincibili.

E ha scritto: «Per quanto possa apparire paradossale, il punto debole della Lombardia è rappresentato dalla sua dinamicità economica e dal volume di scambi e relazioni con l’estero e, in particolare, con la Cina».

«Nelle valli bergamasche falcidiate dal virus (alcuni già adesso parlano di un’intera generazione cancellata) esiste una miriade (migliaia) di piccole aziende, spesso con meno di dieci dipendenti, che però rappresentano un’eccellenza tale da fare di quei distretti industriali una vera locomotiva, non solo per la Regione Lombardia».

«A un certo punto, però, mentre i media parlavano delle scelte drammatiche che erano rimesse ai medici delle terapie intensive, tra chi intubare e chi lasciar morire, altre scelte venivano fatte e il tema del contendere è stato: chiudere le produzioni, con il rischio di un collasso economico, o mantenere aperto tutto il possibile, sacrificando vite umane? Va da sé che non c’è stato un dibattito pubblico sulla questione, e ci mancherebbe».

Capitan Coraggio.

MATTEO BASSETTI

Il professor Matteo Bassetti è direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Sul quotidiano La Repubblica ha rotto il silenzio sui test sierologici. Dicendo: «I dati che ho visto sono impressionanti. Su alcune migliaia di test sierologici eseguiti su persone non sintomatiche tra Liguria e Lombardia, la percentuale di positivi al Covid 19 è molto più alta di quella che pensassi».

Matteo Bassetti

«Siamo oltre il 10 per cento, diciamo verso il 15 e alcuni segnali mi fanno pensare a percentuali anche maggiori». Questa è la strada maestra per superare la pandemia. C

osa si aspetta a dare il via libera a questi test a tappeto su tutto il territorio nazionale.

Competente.

FLOP

ATTILIO FONTANA

«La Lombardia guarda avanti e progetta la “nuova normalità” all’insegna della prevenzione, della cura e della programmazione. Dal 4 maggio, la Regione chiederà al Governo di dare il via libera alle attività produttive nel rispetto delle “Quattro D”: Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia.

Attilio Fontana © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Quando la nota della Regione è arrivata sui tavoli del Governo in tanti sono saltati sulla scrivania. Ma possibile? «Così si rischia la ripresa del contagio».

In effetti la situazione della Lombardia è quella che fa sballare i dati italiani. La situazione non è sotto controllo. Ma c’è un elemento: sul piano politico la Regione Lombardia (guidata dalla Lega) è sotto attacco. Vuoi vedere che alla fine quello di Attilio Fontana altro non è che un rilancio politico in stile Matteo Salvini, il capo del Carroccio.

Distrazione di massa ai tempi del Coronavirus.

GIUSEPPE CONTE

L’Huffington sentenzia: «Quando e se arriverà il momento in cui l’Italia dovrà decidere se usare i soldi del Meccanismo europeo di stabilità, sarà il Parlamento a deciderlo. A una settimana dal Consiglio Ue del 23 aprile, Giuseppe Conte resiste alle pressioni del Pd, favorevole a fare ricorso al fondo Salva Stati contro i partner di maggioranza pentastellati che restano contrari».

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Ma come? Tutto qui? Dopo settimane da uomo solo al comando, di decreti sfornati a raffica, di conferenze stampa nelle quali se l’è cantata e se l’è suonata, il premier si rimette alla volontà del Parlamento (non è mai troppo tardi). Forse glielo avrà consigliato il portavoce Rocco Casalino. O forse è l’unico modo per provare a restare a Palazzo Chigi, considerando la spaccatura tra Pd e Movimento Cinque Stelle.

I pentastellati non vogliono sentir parlare di Mes. Conte ha già pronto il discorso: «Il Parlamento è sovrano». Ma dove è finito il decisionismo? Soprattutto, dove è finita la maggioranza?

Capitan Tentenna.