I protagonisti del giorno. Top e Flop del 15 gennaio 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ANDREA CRISANTI

Dallo studio di Piazza Pulita lo scienziato Andrea Crisanti (l’uomo del miracolo in Veneto nella prima fase della pandemia) ha avuto il coraggio di dire la verità che tutti tacciono. Affermando: «In una situazione di trasmissione, vaccinare a rilento è un azzardo biologico. Più il virus si trasmette, più ci sono mutazioni e più ci sono le possibilità che queste siano resistenti al vaccino». Quindi quale dovrebbe essere la soluzione? Un lockdown di almeno quattro settimane, per far scendere la curva dei contagi.

Andrea Crisanti. Foto © Imagoeconomica

E poi aumentare in maniera enorme il numero dei vaccinati al giorno. Perché se il virus muta in maniera resistente al vaccino, si deve ricominciare tutto dall’inizio. Non solo. Andrea Crisanti ha aggiunto pure un’altra cosa: definendo «follia totale» l’ipotesi di somministrare una sola dose a più persone posticipando quindi il “richiamo”. Crisanti ha spiegato che il vaccino è stato autorizzato dall’Ema sulla base di un protocollo che prevede la somministrazione di due dosi a distanza di tre o quattro settimane. Dipende da Pfizer e Moderna. Cambiare questo vuol dire alterare tutto. Ma perché nessuno lo aveva spiegato in questo modo?

La bocca della verità.

MATTEO SALVINI

Il Capitano della Lega ha ragione: o Giuseppe Conte va al Senato e chiede la fiducia oppure sale al Quirinale e si dimette, rimettendo il mandato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Quello che sta succedendo non si è mai visto nella prassi della storia repubblicana. Un governo in crisi che non apre la crisi, che non ha più la maggioranza ma fa finta di nulla. Qualcuno ha scritto che in realtà il centrodestra fa da spettatore in una crisi tutta interna alla maggioranza.

Matteo Salvini Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Da una parte è vero, ma bisogna pure aggiungere che al centrodestra basta stare fermo per mettere in evidenza le contraddizioni della coalizione giallorossa. E il ruolo di Matteo Salvini è stato importante, perché ha evitato il “soccorso azzurro”. Il leader del Carroccio sta gettando le basi per il futuro. Ha capito che Sergio Mattarella non manderà il Paese ad elezioni anticipate e allora ha scelto di cementare l’alleanza.

Archiviato il Papeete.

FLOP

MATTEO RENZI

L’ultima del leader di Italia Viva è questa: «Se arrivano i responsabili, noi andiamo all’opposizione». E’ proprio questo che vogliono il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico di Nicola Zingaretti. In realtà l’ex Rottamatore sembra aver sbagliato i conti stavolta. Per un fatto semplice: non ha le truppe per vincere la guerra. E l’appello del ministro Francesco Boccia ai senatori di Italia Viva eletti nel Pd può aver aperto una breccia.

Matteo Renzi (Foto: Alessandra Serrano / Imagoeconomica)

In realtà Matteo Renzi ha fatto cadere l’esecutivo senza avere una visione di lungo periodo. Il suo obiettivo era quello di sfrattare Giuseppe Conte da Palazzo Chigi. Il fuoco di sbarramento di quel che resta della maggioranza lo ha preso in contropiede. Più si protrae questa situazione, più rischia di restare in mezzo alla palude. Quanto al fatto di andare all’opposizione, la domanda è una sola: quanti deputati e senatori renziani resterebbero in Italia Viva?

Irresponsabile.

CARLO CALENDA

Il leader di Azione ha spiegato che l’unica via di uscita per il Paese è quella di un governo di unità nazionale composto da persone competenti e autorevoli. Che scoperta! Ma in politica bisognerebbe guardare a quello che succede e che si può fare, non aprire il libro dei sogni. In questo Parlamento non ci sono i numeri per una soluzione del genere. Il Movimento Cinque Stelle non lo consentirà. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni mai voterebbe per un esecutivo guidato da Mario Draghi.

Carlo Calenda

E neppure il Pd lo farebbe. Inoltre, dal momento che Carlo Calenda si è candidato a sindaco di Roma e vorrebbe il sostegno del Pd, perché non cominciare a dire qualcosa di sinistra? Come suggeriva Nanni Moretti con riferimento agli anni dei Ds targati Massimo D’Alema? La sensazione è che Carlo Calenda giochi costantemente una partita parallela con Matteo Renzi. Entrambi però sono “cespugli” di quel centrosinistra che vorrebbero guidare.

Fuori dalla realtà.

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