I protagonisti del giorno. Top e Flop del 16 dicembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

IGNAZIO PORTELLI

I numeri hanno la testa dura. E alla fine gli hanno dato ragione. A lui che ha la testa dura più di loro. Perché Ignazio Portelli è uomo dello Stato cresciuto in terra che lo Stato lo ha sempre avuto in uggia.

Arrivato a Frosinone l’odore di punciuti e mammasantissima in trasferta l’ha fiutato subito. Perché l’ha riconosciuto e perché sa che le nuove mafie non vanno in giro con la coppola e la lupara. Ma sono armate di token per fare un bonifico al volo. Non minacciano, offrono. Non sparano, pagano. È la mafia del business: quella che ha bisogno di aziende sane nelle quali nascondere i suoi affari in nero.

Ignazio Portelli Foto © Rocco Pettini / Imagoeconomica

Frosinone è a rischio, ha un indice medio-alto di permeabilità alle mafie. Lo ha analizzato Eurispes in un rapporto presentato in queste ore con la Direzione Nazionale Antimafia. (Leggi qui Mafie, Frosinone permeabile come Palermo).

Non significa che Frosinone sia terra di mafiosi e di infiltrati. Ma di appetiti criminali si. È per questo che Ignazio Portelli ha iniziato a fare interdittive antimafia: per troncare da subito i rapporti, impedire che la permeabilità diventi infiltrazione.

Perché i numeri hanno la testa dura, lui li sa leggere e per questo ha visto prima ciò che Eurispes ha certificato soltanto ora.

Prefetto 4.0

WALTER RICCIARDI

Ospite del salotto di Giovanni Floris, Walter Ricciardi ha avuto il coraggio di dire che siamo in guerra. Ma non in senso metaforico, bensì in senso vero. È di oggi la notizia che l’Istat ha certificato che il 2020 si concluderà con più di 700mila morti segnando quindi il record di decessi dal 1944 ad oggi.

A chi eccepiva che esiste un linguaggio eccessivo e che si vogliono prendere delle decisioni per Natale non giustificate dal nostro impianto normativo il professor Ricciardi ha risposto che a differenza del 1944 non ci sono le bombe che la gente non vede i morti per strada ma che qui morti ci sono.

Walter Ricciardi. Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Insieme allo scoramento e alla difficoltà dei medici e dei sanitari, che non ce la fanno più a contare i morti che pensano continuamente alle dimissioni. Ricciardi ha citato l’esempio di infermieri che preferiscono indossare i pannoloni per evitare di cambiarsi mentre assistono i malati in corsia. Sono cioè scene da guerra e basterebbe ragionare sul fatto che la Germania con un terzo dei nostri morti va in lockdown. E che Paesi come l’Olanda con la metà dei nostri decessi, va nella stessa direzione.

Si continua cioè a mettere davanti ad ogni tipo di ragionamento l’aspetto dell’economia. Questo quando proprio oggi il Fondo Monetario Internazionale ha detto che in assenza di una soluzione definitiva a livello sanitario non si potrà in nessun modo neppure pensare di far ripartire l’economia.

Le scene vergognose degli assembramenti di domenica scorsa, quando ci sono ancora centinaia e centinaia di morti, dicono che Ricciardi ha pienamente ragione. E che non si può pagare un prezzo del genere a causa dell’incapacità della classe dirigente di questo Paese di pronunciare l’unica parola possibile in assenza di vaccino: lockdown.

Scenziato con l’elmetto.

FLOP

DOMENICO GUZZINI

«Ci aspetta un Natale molto magro, ma le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza». La frase pronunciata dal presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini durante l’evento online ‘Made For Italy per la Moda’ seppellisce in un colpo solo anni di capitalismo dal volto umano, mesi di vicinanza, riassunta negli slogan “I lavoratori sono il nostro vero valore, non vogliamo mettere a rischio la loro salute“.

Frase infelicissima, quella di Domenico Guzzini

Il tutto pronunciato nel momento probabilmente più delicato di una pandemia che sta mietendo vittime quotidianamente arrivando già a quota 66mila.

Cosa sia passato in testa al presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini non è facile da capire. Perché al di là dei ruoli è sotto gli occhi di tutti ce la situazione è drammatica. E che quindi non solo bisognerebbe comportarsi in maniera responsabile ma sarebbe necessario anche comunicare in maniera responsabile.

Prima di parlare, pensa.

MATTEO RENZI

Ennesima giravolta e non solo verbale. Matteo Renzi oggi ha detto che a far cadere Conte non ci pensa proprio e che a questo punto si aspetta uno scatto da parte del governo. Come se tutti gli italiani e gli addetti ai lavori fossero improvvisamente rincretiniti. Perché fino a ieri tutti, ma proprio tutti, avevano avuto la sensazione netta che Renzi proprio a quello puntasse.

In realtà, an cora una volta il leader di Italia Viva ha dovuto fare i conti con il muro issato dal Movimento 5 Stelle ma soprattutto dal Partito Democratico.

Matteo Renzi. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

In realtà in questo parlamento non esiste alcuna possibilità di poter fare un governo diverso da questo. Matteo Renzi a volte riesce a dare l’impressione, ma soltanto l’impressione, di poter mettere in difficoltà il governo e la maggioranza. Ma poi è costretto a fermarsi perché alla fine tutto questo comporterebbe una sola cosa: elezioni anticipate.

E alle elezioni anticipate, l’ex rottamatore rischierebbe di perdere l’unico vero punto di forza che ha. E cioè i gruppi parlamentari. Ancora una volta quindi ha dimostrato di avere le polveri bagnate. Quello che sinceramente non si riesce a capire è perché ogni volta si spinge fino al punto di non ritorno per poi invece tornare indietro. Non sarebbe meglio evitare scatti in avanti ai quali seguono sempre e soltanto delle ritirate precipitose?

Ma è un uomo o una giostra?

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