I protagonisti del giorno. Top e Flop del 18 dicembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

NICOLA OTTAVIANI

Ha raccolto al volo l’apertura del Prefetto Ignazio Portelli sulla necessità di trovare una soluzione sulla questione della costruzione di una moschea a Frosinone. (Leggi qui Il prefetto mette la moschea sotto l’albero di Natale).

E lo ha fatto a modo suo. Dicendo che il Prefetto ha fatto chiarezza, che ha messo fine alle “chiacchiere da bar” e che la soluzione di via America Latina non è stata presa in considerazione perché non rispondente agli standard urbanistici.

Nicola Ottaviani (Lega) © Stefano Strani

Poi ha aggiunto un particolare fondamentale: non si tratta di una nuova costruzione, ma del trasferimento di un luogo di culto da una parte ad un’altra più dignitosa e consona all’aspetto religioso. Una puntualizzazione che sarà fondamentale sul piano urbanistico. In un colpo solo Ottaviani ha messo all’angolo le perplessità di chi è contrario, anche nel centrodestra.

Rispondendo all’invito del Prefetto e parlando un linguaggio chiaro alla comunità islamica. Reattivo.

SILVIO BERLUSCONI

È stato raggiunto il quorum dei senatori (un quinto del totale) necessario ad avviare il referendum sul taglio dei parlamentari. Sono state infatti raccolte 64 firme.

Scrive La Repubblica: “Ma è stata fondamentale un’accelerazione che, in questi giorni, ha coinvolto anche alcuni esponenti di punta di Forza Italia, come Maurizio Gasparri, Lucio Malan e Antonio De Poli. Le sottoscrizioni, custodite in un ufficio di Palazzo Madama, dovrebbero essere trasmesse nelle prossime ore in Cassazione. A meno di colpi di scena, si blocca l’iter per l’entrata in vigore della legge”.

Va detto che 42 delle 64 firme sono di Forza Italia. Poi ci sono anche esponenti del Pd, di Italia Viva, della Lega (i tre senatori appena passati, che stavano nei Cinque Stelle). A questo punto, davvero salvo colpi di scena, potrebbe bloccarsi il taglio di 345 tra senatori e deputati. È evidente che la regia politica è stata di Forza Italia e quindi di Silvio Berlusconi. L’unico a non temere l’onda d’urto demagogica dei Cinque Stelle su un tema nazionalpopulista.

La zampata del Cavaliere.
 

FLOP

CINQUE STELLE

Se la politica fosse paragonabile al Giro d’Italia dei tempi epici, loro indosserebbero a vita la maglia nera dell’ultimo in classifica. Negli ultimi 23 mesi hanno perso su tutti i fronti. Il flop del reddito di cittadinanza, l’inversione ad “U” sul Salva Stati, i cambiamenti di rotta su tutto. In queste ore, anche sulla discarica da realizzare a Roma. (leggi qui Roma si è arresa: farà la discarica. A Tragliatella)

Luigi Di Maio

Hanno perso diversi parlamentari e soprattutto moltissimi voti, considerando il dimezzamento dei consensi tra politiche ed europee. Per non parlare del fatto che sono stati costretti ad ingoiare il “rospone” dell’accordo con il Pd, facendo finta di essere pure contenti. Ma se davvero la mossa del Cavaliere bloccherà il taglio dei parlamentari, allora i Cinque Stelle dovrebbero dimettersi dalla politica. Oltre che da Montecitorio e Palazzo Madama.

È la loro battaglia simbolo, infarcita di una demagogia all’ennesima potenza, utile a distrarre l’attenzione dai fallimenti al Governo del Paese. Pure su questo punto hanno fatto calare il silenzio.

Come se bastasse non parlare di una cosa per farla dimenticare. Inghiottiti dal buco nero.

MATTEO SALVINI

La Giunta per le Immunità del Senato è convocata per oggi alle 13.30 con all’ordine del giorno il caso Salvini-Gregoretti. Questa l’accusa contestata dal Tribunale dei ministri di Catania a Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno: “Abusando dei poteri” da ministro dell’Interno avrebbe “privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio“.

Matteo Salvini

Quando è arrivata l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano. Si chiede l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona. I Cinque Stelle hanno annunciato che voteranno a favore dell’autorizzazione a procedere, al contrario di quanto fecero con il caso Diciotti.

Lo ha annunciato Luigi Di Maio a Porta a Porta. Fermo restando l’ennesimo cambiamento di linea dei Cinque Stelle, stavolta per Matteo Salvini sarà complicato evitare il sì all’autorizzazione a procedere. Tempesta perfetta per il Capitano.