I protagonisti del giorno. Top e Flop del 18 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

FRANCESCO SCALIA

Continua a ripetere che la sua stagione politica è finita e che non tornerà nell’arena. Ma contemporaneamente continua ad incontrare molti dei suoi fedelissimi, va a pranzo con l’amico-avversario di una vita politica (Francesco De Angelis). (Leggi qui Tremate, i due Francesco sono tornati: Scalia e De Angelis di nuovo insieme).

Francesco Scalia

L’ex senatore Scalia non è uno che lascia le cose a metà. Nel 2018 fu penalizzato dalle logiche di Matteo Renzi nella compilazione delle liste. E non ha mancato di dire personalmente a Renzi quello che ne pensava. Adesso il Pd provinciale è in una fase molto delicata e il clima unitario è soltanto di facciata.

Uno come Francesco Scalia sarebbe “oro colato” per il Partito, anche per riparametrare gli equilibri. Con Francesco De Angelis hanno parlato di tutto, perfino delle candidature a sindaco nei Comuni che andranno alle urne. Non è un tema che affronta un pensionato della politica.

Scalia ha voglia di prendersi le sue rivincite. Con tutti, alleati e avversari. Dimostrando che è sempre lui il più bravo.

La vendetta del fantasma dell’opera.

DONATO FORMISANO

Un altro al posto suo sarebbe sulla riva di un lago a godersi i tramonti, oppure sulla prua di uno yacht ad abbronzarsi. Invece, dopo una vita trascorsa con il coltello tra i denti e la calcolatrice in mano, il presidente della Banca Popolare del Cassinate non ha perso un solo secondo a catapultarsi in prima linea. Prendendo una posizione netta e senza equivoci sulle anticipazioni fatte dal Sole 24 Ore.

Donato Formisano

Donato Formisano, negando che BpC sia interessata a fusioni ed a creazioni di fantomatiche super banche popolari, non ha difeso solo l’istituto nel quale entrò ancora ragazzino negli anni Cinquanta. Ma ha difeso un intero modello: il modello delle banche popolari italiane.

Ha ribadito che la forza delle banche popolari sta tutta nel territorio. E nella loro capacità di leggere ed accompagnare il territorio nel suo percorso di crescita. Rinunciando a voli pindarici e crescite economiche ottenute attraverso vitamine economiche che a Formisano non sono piaciute. mai.

È il modello che ha consentito a BpC di costruirsi negli anni una invidiabile solidità. Quella che induce molti ad indicarla tra i possibili partner per grandi fusioni. Ignorando che Donato Formisano mai abdicherà al concetto di territorio.

Si chiama Donato ma non dona.

RICCARDO MASTRANGELI

Per l’ottavo anno consecutivo ieri sera è riuscito a far approvare il bilancio del Comune di Frosinone con una votazione netta: 18-4. L’assessore comunale alle finanze in questi anni ha fatto quadrare cerchi, sfere e figure geometriche incredibili.

Riccardo Mastrangeli

Il Comune è ad un passo dal traguardo del ripianamento di un deficit (ereditato) di 50 milioni di euro e in questi ultimi mesi ha dovuto fare i conti con gli effetti da Covid e con ulteriori tagli di fondi statali.

Mastrangeli non si è lamentato, ha risposto in maniera efficace ai rilievi della Corte dei Conti. Fa il lavoro più oscuro ma quello più importante.  E con lui alle finanze, il sindaco Nicola Ottaviani può concentrarsi su tutto il resto.

Competente e affidabile.

FLOP

MATTEO RENZI

Sul serio: cosa è successo all’ex rottamatore, all’uomo che aveva portato il Pd al 40% come ai tempi d’oro della Dc? Italia Viva ha percentuali da partitino, lui si concentra sulla presentazione dei libri. Resta al Governo e in maggioranza pur non essendo d’accordo su nulla.

Ma stavolta si è superato: ha consigliato a Stefano Bonaccini (presidente dell’Emilia Romagna) di provare a scalare il Partito Democratico.

Matteo Renzi Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Insomma sì, a buttare giù Nicola Zingaretti. C’è un particolare di non poco conto: Renzi è leader di un altro partito, dai Dem è andato via quasi un anno fa dopo aver fatto cadere l’esecutivo Di Maio-Salvini.

Non sono affari suoi quello che succede nel Pd e in questo modo dimostra soltanto di essere ossessionato politicamente da Nicola Zingaretti.

Nostalgia canaglia (e poco lucida). 

ROBERTA LOMBARDI

Dopo la fiammata in occasione della seduta per celebrare i 50 anni del consiglio regionale, la capogruppo dei Cinque Stelle è tornata a sfogliare la margherita: sostegno a Zingaretti oppure no? Passaggio del Rubicone o limbo continuo? In questo modo il tempo passa è i Cinque Stelle del Lazio continuano a restare senza uno straccio di ruolo politico e di orizzonte.

Roberta Lombardi © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Potrebbe provare ad affittare lo specchio magico della regina Ravenna (quella della favola di Biancaneve) e domandare: specchio, specchio delle mie brame, chi è il “re tentenna” del reame?

Potrebbe rimanere stupita dalla risposta dello specchio.

Eterna indecisa.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright