I protagonisti del giorno. Top e Flop del 19 agosto 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO DRAGHI

Non ha deluso le attese. L’ex presidente della Bce Mario Draghi ha aperto il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini con un discorso degno di un segretario delle Nazioni Unite.

Mario Draghi al Meeting di Rimini. Foto © Imagoeconomica

Ha detto: “Quando la fiducia tornava a consolidarsi e con essa la ripresa economica, siamo stati colpiti ancor più duramente dall’esplosione della pandemia: essa minaccia non solo l’economia, ma anche il tessuto della nostra società, così come l’abbiamo finora conosciuta; diffonde incertezza, penalizza l’occupazione, paralizza i consumi e gli investimenti”.

Poi ha spiegato che i sussidi che vengono ovunque distribuiti sono una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti. “I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire”, ha aggiunto l’ex presidente della Bce. Quindi ha affermato: “Ai giovani  bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.

Ha detto chiaro e tondo che “privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.

Nessuno parla del fatto che il costo economico di questa crisi ricadrà sui giovani, che saranno schiacciati da un debito pubblico già insostenibile. Ma in Italia si fa finta di nulla, maggioranza e opposizione fanno politica su tutto, ma non riescono mai ad elevarsi a rango di statisti.

Mario Draghi statista lo è “naturalmente”. Infatti all’estero non capiscono perché uno così non sta al Governo.

Riserva della Repubblica.

GIORGIA MELONI

Ha portato Silvio Berlusconi, ma soprattutto Matteo Salvini, dove voleva lei. A firmare cioè il patto anti-inciucio. E affinché fosse chiaro a tutti, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, lo ha annunciato “urbi et orbi”.

Giorgia Meloni

Dichiarando: “Grazie a Fratelli d’Italia il centrodestra compatto firma il patto anti-inciucio. Fin dalla campagna elettorale per le politiche del 2018 chiedevamo agli alleati di sottoscrivere questa proposta, abbiamo rinnovato l’appello ad Atreju 2019 e durante la grande manifestazione in Piazza San Giovanni. Oggi finalmente è arrivata la firma degli alleati e voglio ringraziare Matteo Salvini e Silvio Berlusconi”. 

Ancora: “Di fronte alla richiesta del governatore del Veneto di confermare il sostegno all’autonomia, Fratelli d’Italia ha chiesto e ottenuto di aggiungere all’accordo anche quelli che considera essere due punti imprescindibili: il sostegno di tutto il centrodestra al presidenzialismo, elemento fondamentale per rafforzare l’unità nazionale e l’efficienza delle istituzioni centrali, e il patto anti-inciucio per vincolare tutti i partiti della coalizione al rispetto degli impegni programmatici presi con i cittadini”. 

Il 4 marzo 2018 il centrodestra vinse le elezioni come coalizione, ma poi Matteo Salvini decise di andare al Governo con i Cinque Stelle. Lasciando la Meloni con un palmo di naso. Mentre Forza Italia, a corrente alternata, ha continuato comunque a coltivare rapporti con il Pd e perfino con alcuni settori dei Cinque Stelle.

Stavolta però c’è il patto anti-inciucio, indipendentemente dal sistema elettorale che ci sarà. “Pacta sunt servanda”. Chi non li osserva sarà un traditore politico. Nero su bianco.

Io sono Giorgia.

FLOP

GIANLUCA QUADRINI

Poco conta chi abbia torto e chi abbia ragione. Meno ancora se sia un normale scontro tra bande come è fisiologico che accada all’interno dei Partiti. Ma la lettera aperta con la quale i tre coordinatori provinciali di Forza Italia ed il responsabile Enti Locali isolano Gianluca Quadrini è il segnale politico di un malessere. A prescindere. (leggi qui I coordinatori scaricano Quadrini: “Confonde il tavolo da pranzo con quello politico”).

QUADRINI, TAJANI E FAZZONE

Un leader amalgama. Un leader ascolta. Soprattutto le opinioni diverse dalla sua. E poi fa la sintesi. Un leader condivide. E poi fa ricadere l’azione lì dove aveva deciso si sviluppasse. Imporre le cose in un Partito attraverso la forza muscolare non è da leader. È il rimprovero che hanno fatto a Quadrini.

Che la lettera contro di lui sia solo l’ultimo atto della manovra per spingerlo in un Cul de Sac è evidente. Il fatto che Alessioporcu.it la abbia anticipata ha solo fatto precipitare gli eventi, imponendo un’accelerazione. (leggi qui La manovra di accerchiamento per isolare Quadrini in Forza Italia).

Quadrini è diventato troppo ingombrante, troppo forte, rischia di assumere lui il controllo del Partito in provincia. Per questo deve essere politicamente ridimensionato o altrimenti eliminato. In politica funziona così. Ma proprio per questo non doveva lasciare alibi e pretesti a nessuno.

Chi firma la lettera contro di lui, fino ad oggi non ha tenuto una sola riunione di Partito; non ha promosso una sola assemblea di iscritti; non si ricorda un solo consigliere da loro recuperato e riportato in Forza Italia. Cose che invece Quadrini continua a fare: ancora adesso. L’ultima operazione è delle ore scorse: sta recuperando l’ex sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro e lo sta riportando a casa. (Li hanno visti da Varlese qualche giorno fa e poi a pranzo a Cassino).

Proprio per questo non doveva lasciare alibi agli avversari interni.

Gianluca nella cristalleria di Forza Italia

FLAVIO BRIATORE

A che titolo (politico, s’intende) parla? Flavio Briatore la tendenza da “castigamatti” l’ha sempre avuta. E nei confronti di questo Governo è durissimo. Sulla vicenda delle discoteche ha detto: “Volevano trovare un capro espiatorio simbolico e l’hanno trovato nelle discoteche”.

FLAVIO BRIATORE

Come la vedono loro, sembra che questo virus agisca solo di notte e non di giorno, potrebbero ribattezzarlo il virus del panettiere: che si alza la notte per lavorare e dorme di giorno. Questi qui sono degli incapaci: anche quando hanno riaperto dopo il lockdown avevano ideato delle misure che di fatto impedivano ai ristoranti di lavorare come il plexiglass o i tre metri tra i tavoli. Hanno fatto così con un po’ tutte le attività, anche quelle industriali e ora stanno facendo lo stesso con le discoteche. La ripresa come la vedo? Non ci sarà: quelli al governo continueranno a promettere cose finché questo Paese non andrà in bancarotta. A questo punto speriamo arrivi una Troika e ci levi di mezzo questo governo perché sicuramente andrà solo peggio. Questi qui poi, non prendono mai una posizione vera. Le discoteche o le chiudi o le lasci aperte, invece usano queste formule paracule che non hanno senso”.

Intendiamoci: Flavio Briatore ha un suo punto di vista perfino condivisibile su alcune cose, ma perché augurarsi l’arrivo della Troika? E poi la questione delle discoteche non riguarda il giorno o la notte, ma gli assembramenti e l’impossibilità di rispettare le distanze sociali.

Inutile arrampicarsi sugli specchi. Ma in ogni caso, perché Flavio Briatore non prova a candidarsi e a misurare così il consenso delle sue “sentenze inappellabili”?

Tuttologo.

DAVIDE CASALEGGIO

Le condizioni dell’Azienda erano tali da giustificare la richiesta del prestito di Stato? Se no, il Movimento dovrà trarne le conseguenze”. È questa la domanda che il deputato 5Stelle Giorgio Trizzino ha rivolto a Davide Casaleggio, socio di maggioranza della Casaleggio associati srl.

Foto © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Come ha scritto La Repubblica, la società del proprietario di Rousseau ha utilizzato la norma Covid per le Pmi per ottenere un prestito da 25.000 euro. La legge varata dal governo a guida Cinque Stelle è riservata a chi autocertifica danni da Covid.

Ha detto Trizzino a La Repubblica: “La domanda da fare a Davide Casaleggio è chiara e semplice: cosa lo ha spinto a chiedere il prestito? Spieghi con trasparenza la dinamica del bilancio, in particolare la riduzione del fatturato che lo ha indotto a presentare la richiesta. Se non aveva titolo per la richiesta, il Movimento dovrebbe trarre le sue conseguenze. Il Capo politico deciderà. Deve avvenire la stessa cosa che è successa per il parlamentari che hanno chiesto il bonus Covid”.

Tutto logico e perfino giusto. Si potrebbe obiettare che Davide Casaleggio non è un parlamentare, ma sarebbe riduttivo. La realtà è che le recenti decisioni politiche (non più tetto di due mandati e via libera alle alleanze) hanno sostanzialmente “bocciato” proprio la visione di Davide Casaleggio. Ora la sensazione è che i Cinque Stelle vogliano metterlo nella condizione di andarsene. Ad ogni costo.

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