I protagonisti del giorno. Top e Flop del 20 dicembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

LE SARDINE

Rivendicano la libertà di non fondare un Partito. Loro sono i quattro fondatori delle Sardine, Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Mattia Santori, Giulia Trappoloni.

In un lettera a La Repubblica hanno spiegato: «Le sardine non esistono, non sono mai esistite. Sono state solo un pretesto. Potevano essere storioni, salmoni o stambecchi. La verità è che la pentola era pronta per scoppiare. Poteva farlo e lasciare tutti scottati. Per fortuna le sardine le hanno permesso semplicemente di fischiare…».

Mattia Santori © Imagoeconomica

«Non è stato grazie a noi, né tantomeno a chi ha organizzato le piazze dopo di noi. È stato grazie a un bisogno condiviso di tornare a sentirsi liberi. Liberi di esprimere pacificamente un pensiero e di farlo con il corpo, contro ogni tentativo di manipolazione imposto dai tunnel solipsistici dei social media».

E ancora: «La condivisione dello stesso male ci ha resi alleati coesi, ha unito il fronte. Le proteste sono frequenti come stelle cadenti, le rivolte sono rare come le eclissi. L’Italia è nel mezzo di una rivolta popolare pacifica che non ha precedenti negli ultimi decenni. Chi cercherà di osteggiarla sentirà solo più acuto il fischio, chi tenterà di cavalcarla rimarrà deluso. La forma stessa di un partito sarebbe un oltraggio a ciò che è stato e che potrebbe essere. E non perché i partiti siano sbagliati, ma perché veniamo da una pentola e non è lì che vogliamo tornare».

«Chiedere che cornice dare a una rivolta è come mettere confini al mare. Puoi farlo, ma risulterai ridicolo. Noi ci chiediamo ogni giorno come fare, e ci sentiamo ridicoli, inadatti e impreparati… ma finalmente liberi. L’unica certezza che abbiamo è che siamo stati sdraiati per troppo tempo. E che ora abbiamo bisogno di nuotare».

 Canto libero.

NICOLA ZINGARETTI

Al Corriere della Sera il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti ha detto tante cose. Ma una in particolare ne dà la dimensione politica da vecchia scuola delle Frattocchie. La domanda è se si può continuare ad avere un rapporto con i Cinque Stelle.

Nicola Zingaretti © Imagoeconomica

Zingaretti risponde: «Nel Movimento 5 Stelle è in corso un confronto che va rispettato. Una parte è convinta di un rapporto leale e duraturo con la sinistra. A partire, mi sembra, da Grillo, insofferente per natura alla prepotenza di Salvini. Altri hanno opinioni mi sembra diverse. Io, ripeto, rispetto, ma credo che la scelta fatta per l’Emilia e la Calabria sia figlia di questa incertezza. Ma confido che molti loro elettori sceglieranno Bonaccini e Callipo». 

Gramsciano. 

FLOP

I DUE MATTEO

Leggeremo le carte e decideremo, senza isterismi e senza sventolare cappi e manette, come si fa nei paesi civili“. Così in un post su Facebook il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone torna sulla vicenda del voto sulla vicenda della nave Gregoretti.

Matteo Salvini e Matteo Renzi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Riporta il Corriere della Sera: “E adesso la domanda è: quindi salvate Salvini dal processo?“, scrive Faraone: “Noi non usiamo le questioni giudiziarie a fini politici, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Oppure il garantismo vale per gli amici, mentre per gli avversari politici si diventa giustizialisti?“.

Fin qui Faraone e ci sta. Ma la sostanza politica è un’altra. E cioè una ipotesi di convergenza tra Matteo Renzi e Matteo Salvini. Ora, può succedere di tutto e quello che è accaduto in Italia in estate lo dimostra. Ma qui parliamo di due personalità politiche che non sono concorrenti. Di più.

E non si può parlare di compromesso storico. Però se i tre renziani votassero con il centrodestra in commissione, l’autorizzazione a procedere per Salvini non avrebbe i numeri. Accordo a dispetto. Dei santi e pure dei fanti.

CARFAGNA-COTTARELLI

Ti fermi alla notizia e pensi che lo strappo c’è stato. Voce Libera, l’associazione della vice presidente della Camera Mara Carfagna, prende il via. Poi arrivi al primo chiarimento.

Mara Carfagna © Imagoeconomica

È della stessa Carfagna: «Non è un partito, servirà a dare voce a quell’Italia stanca dall’eterno teatrino politico. Sarà un’avventura bellissima, grazie a chi mi ha spinta e incoraggiata e a chi si è messo a disposizione. Daremo voce a quell’Italia stanca dell’eterno teatrino politico, di chi pensa che il Paese sia sempre in campagna elettorale e di chi pensa a fare l’influencer invece di far politica. Quello lasciamo che a farlo sia la Ferragni, che certo non pretende di governare il Paese».

All’annuncio ci sono Renata Polverini, Osvaldo Napoli, Massimo Mallegni, Andrea Cangini, Paolo Russo. Presente anche Gaetano Quagliariello. C’è soprattutto Carlo Cottarelli, numero uno a livello economico. Poi però la Carfagna sottolinea: “Non lascio Forza Italia”. E Carlo Cottarelli puntualizza: “Io con lei ma non scendo in campo”.

Ma allora a che serve? Non è vero ma ci credo.