I protagonisti del giorno. Top e Flop del 20 febbraio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

MASSIMILIANO SMERIGLIO

“La Raggi ha fallito, nulla di personale ma il giudizio della città sull’azione della sua giunta è drammaticamente negativo. La distanza, la mancata empatia, la cura negata, l’assenza di manutenzione e di visione hanno ridotto la città a un cumulo di passioni tristi e disincanto. Doveva essere il vento del cambiamento, un ponentino dolce, invece si è rilevato uno tsunami di superficialità e pressappochismo”. Lo ha scritto sul blog l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, ideologo di Piazza Grande di Nicola Zingaretti.

Massimiliano Smeriglio con Nicola Zingaretti

Aggiungendo: “L’estrema destra in città è forte, socialmente insediata, soprattutto nelle aree urbane di maggiore sofferenza. Lo è da sempre e ora ancora di più grazie al vento nazionalista e razzista che spira forte in tutto l’occidente e in Europa. L’estrema destra di Salvini e Meloni, che non ha nulla di moderato, è l’aggregazione politica da battere perché favorita dagli umori, le paure e la ferocia del tempo presente. E anche perché interna alle pieghe della realtà romana”.

E allora che fare? Suggerisce Smeriglio: “Chi sottovaluta la concreta possibilità di vittoria della destra commette un errore grave di autoreferenzialità e avventurismo politico. Per competere in queste condizioni c’è bisogno della coalizione larga dei progressisti. Nessuno escluso. Ci vuole la pazienza della cucitura a mano di mondi, culture, biografie e spunti programmatici”.

Ci vuole la voglia di accogliere le diversità come opportunità di crescita. Ci vuole uno spazio collettivo di organizzazione e riflessione. Servono idee nuove per rilanciare una città invecchiata. Non basta l’uomo solo al comando. Non basta la mossa a sorpresa, urge una costruzione minuta… Noi dobbiamo cambiare l’ordine del discorso investendo tutto sulla città aperta, accogliente, solidale, capace di risollevarsi grazie alla forza di volontà di  cittadini e cittadine. Tutti e tutte insieme”.

Più lucido di così. Candidato sindaco.

SELVAGGIA LUCARELLI

La giornalista ha risposto al leader della Lega Matteo Salvini sul tema dell’aborto. Il Capitano aveva detto: «Il pronto soccorso non è la soluzione a stili di vita incivili».

Selvaggia Lucarelli, polemicamente, ha risposto con un articolo su Tpi. Così: «Ho abortito. Volontariamente. Più di una volta. Due o cinquanta, sono fatti miei, e in realtà anche quello che nella vita ho deciso di fare del mio corpo erano fatti miei, finché ho sentito che non lo erano più». 

Selvaggia Lucarelli © Imagoeconomica / Benvegnu’ Guaitoli

Poi, con riferimento alla libertà di scelta delle donne sul tema, ha aggiunto: «Abbiamo esercitato un nostro diritto, un diritto che non si misura nella quantità e che non si misura nei giudizi regalati a un microfono. Io e così le altre donne. Tutte». E ancora: «Potrei raccontarti di aver fatto file in un giorno di inverno in un padiglione squallido, di cosa sia la pillola abortiva e di cosa succeda se non funziona come dovrebbe. Potrei raccontarti di una ragazza che piangeva in un letto d’ospedale e di una che ha preso veloce la sua borsa ed è scappata via sollevata. Di me che ho sofferto o che sono stata fredda, senza mai dimenticare, qualunque fosse il mio stato emotivo, che stavo decidendo per me, che stavo decidendo io, che nessuno poteva e doveva farlo al posto mio».

Tostissima.

FLOP

VITO CRIMI

Da quando Luigi Di Maio ha lasciato la guida del Movimento 5 Stelle, i pentastellati hanno perso quasi 4 punti. È il clamoroso dato che emerge dal sondaggio Ipsos diffuso dal Corriere della Sera.

Luigi Di Maio e Vito Crimi Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Affaritaliani.it  scrive: “Secondo le intenzioni di voti, i grillini sono al 14 per cento, mentre il 20 dicembre scorso erano stimati al 17,7 per cento. Dal quartier generale M5S nessuna reazione ufficiale al crollo, insomma bocche cucite nel Movimento. Anche se tra i parlamentari grillini c’è chi fa notare che “questo dato deve farci riflettere molto sul futuro del movimento e sulla necessità di avere una leadership forte”.

E l’effetto Vito Crimi? Semplicemente non c’è stato, non si è visto. Ma quello che più sorprende è la totale assenza di iniziative del nuovo capo politico.

Nemmeno traghettatore.

SILVIO BERLUSCONI

È ripartito il tormentone, naturalmente sempre orchestrato da Arcore. Silvio Berlusconi è stanco, avrebbe tanta voglia di lasciare il Partito. Ma il fatto è che non c’è un erede e quindi, per spirito di sacrificio, è costretto a rimanere. Non ci crede più nessuno.

Silvio Berlusconi © Imagoeconomica

In un quarto di secolo non ha lasciato un millimetro a nessuno. Bruciando tutti i potenziali eredi: Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Angelino Alfano, Giovanni Toti, Mara Carfagna, Stefano Parisi. Semplicemente Berlusconi non lascerà mai la guida di Forza Italia, un partito che ha celebrato meno congressi del Pcus di Leonid Breznev.

Nessuno si illude più: Forza Italia non riuscirà a sopravvivere al suo fondatore. Dopo di me il diluvio.

IL TESTACODA

Il “testacoda” lo stanno facendo entrambi, in modo trasversale. Matteo Renzi ha chiesto un incontro a Giuseppe Conte. Dicendo: “La settimana prossima conto di poter mettere la parola fine a questo teatrino. Poco dopo però il leader di Italia Viva è risultato assente votazione sulla fiducia al Governo presentata sul decreto Intercettazioni, su cui però è arrivato il sì del suo Partito”.

Matteo Renzi e Giuseppe Conte © Imagoeconomica

L’Huffington Post racconta: “Giuseppe Conte risponde da Bruxelles e accetta l’incontro: “Io sono sempre disponibile. Sicuramente ci vedremo la settimana prossima, la mia porta è sempre stata e sarà aperta” afferma il presidente del Consiglio, che però si pronuncia contro l’annunciata mozione di sfiducia di Italia Viva contro Alfonso Bonafede. Conte ribadisce che “sarebbe assolutamente improprio che mi cercassi altre maggioranze”.

All’esito del confronto con le attuali forze di maggioranza sull’agenda 2023, prosegue il premier, “farò delle comunicazioni al parlamento dove preannuncerò le misure per il rilancio del paese”. Tutto avverrà “in modo lineare e trasparente, non in televisione ma nelle sede istituzionali, in Parlamento”. Chi ci capisce è bravo. Matteo Renzi e Giuseppe Conte si stanno sfidando a colpi di annunci, di foto e di rilanci. Si consegneranno il tapiro a vicenda.