I protagonisti del giorno. Top e Flop del 21 aprile 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Riaprire e riaprire in sicurezza. È questo l’obiettivo di Nicola Zingaretti come presidente della Regione Lazio. Dopo aver affrontato l’emergenza sanitaria senza sbagliare praticamente nulla. Adesso Zingaretti sa che se riesce a centrare lo stesso obiettivo sul piano dell’economia, allora potrebbe davvero celebrare il sorpasso non soltanto sulla Lombardia ma anche a livello nazionale.

Nicola Zingaretti © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Come segretario del Partito Democratico sta reggendo letteralmente il Governo Conte da mesi. Nonostante le “bizzarrie” del Movimento Cinque Stelle.

Nicola Zingaretti sta guardando alle prossime elezioni politiche, che sono in programma quando finirà il suo mandato di Governatore della Regione. Potrebbe puntare alla Presidenza del Consiglio.

In ascesa.

DOMENICO ARCURI

«Il numero di ventilatori è più alto di quello dei ricoverati nelle terapie intensive»: il commissario straordinario Domenico Arcuri ha il dono della chiarezza. Ha detto in conferenza stampa: «Non dobbiamo abbandonare cautela e prudenza, il virus è tra noi ma abbiamo imparato a contenerlo e i cittadini hanno imparato ad attrezzarsi a costo di molte vittime e a fronte della privazione di molte libertà. Il virus è meno forte e più conosciuto, ma non è stato sconfitto o allontanato. Non bisogna, prendere decisioni frettolose in merito alle riaperture».

Domenico Arcuri Foto © Imagoeconomica / Sara Minelli

Poi ha aggiunto: «Il contact tracing è una modalità per garantire che in qualche modo vengano conosciuti e tracciati i contatti che le persone hanno, molto importante se qualcuno si contagia.

Possono essere usati per contenere la diffusione del virus. In tutto il mondo alleggerire il contenimento significa essere in grado di mappare tempestivamente i contatti delle persone; l’alternativa sarebbe non alleggerire le misure, privandoci di quote importanti della nostra libertà come in queste settimane è accaduto». Insomma, o la App o tutti ancora a casa.

Limpido.

MASSIMO GARGANO

Ha dato una mission nuova e moderna all’Anbi, l’Associazione nazionale degli enti di Bonifica italiani. Considerato a lungo un carrozzone che apriva e chiudeva le bocchette per l’irrigazione dei campi, il direttore nazionale Massimo Gargano lo ha trasformato in un avamposto nella lotta per la difesa del suolo e la lotta ai cambiamenti climatici.

Massimo Gargano Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

Da quell’avamposto ha diffuso i dati dell’imminente catastrofe: in Italia mancano 20 miliardi di metri cubi d’acqua. I nostri bacini sono al limite ed i laghi, le nostre casseforti, sono ad un livello troppo basso. (leggi qui La grande sete nei campi è iniziata: ecco la mappa dell’emergenza).

Ma ha detto una cosa ancora più grave: spesso non è un problema di infrastrutture. Non piove. Il clima è cambiato. Occorre un diverso approccio: alla gestione dell’acqua ed al suo utilizzo. Occorre una mentalità diversa. La colpa sarà pure di qualcun altro ma la responsabilità quotidiana di fare qualcosa è nostra.

Profetico

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Nella sua informativa al Senato il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha detto che bisognerà osservare l’obbligo di indossare le mascherine e il distanziamento sociale, seppure con alcune modifiche, fino a che non ci saranno il vaccino o terapie efficaci.

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Il premier ha inserito il provvedimento in una lista di cinque punti che sintetizzano il piano di risposta sanitaria predisposto dal Governo. Il problema sta nel fatto che il Presidente del Consiglio continua nella strategia di dire le cose poco alla volta. Come se gli italiani fossero dei bambini da non spaventare.

È stato così per la chiusura del Paese e adesso rimane così anche su un versante assai importante. Perché se è necessario continuare ad indossare le mascherine e mantenere le distanze, allora significa che la situazione è molto lontana dall’essere sotto controllo. Perché siamo passati dal dire che le mascherine non servivano a nulla all’affermare che saranno fondamentali nella vita quotidiana fino al vaccino. Ammesso che un vaccino si trovi.

Trasmette incertezza.

SALVINI-DI BATTISTA

I due si detestano. Matteo Salvini, leader della Lega, ha risposto così alla proposta dell’eterno secondo dei Cinque Stelle di avere un rapporto privilegiato con la Cina: «Di Battista ha detto “affidiamoci alla Cina”. Io non mi fido di quella che non è una democrazia. Il virus arriva da là, non so se in maniera fortuita o per altre maniere, e guarda caso l’economia cinese è l’unica che crescerà quest’anno. Non mi faccio dettare le condizioni dalla Germania, non voglio indebitare mio figlio con Pechino o Berlino».

Matteo Salvini Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

La controreplica di Alessandro Di Battista: «Quel che ha sostenuto il senatore Salvini è una menzogna. In molti mi attaccano in queste ore. È anche abbastanza facile farlo: uso poco i social e non vado da molto tempo in tv. Ma le bugie hanno le gambe corte e la statura di certi politici è molto bassa».

Sicuri entrambi che in questo momento sia questa la priorità?

Sindrome cinese.