I protagonisti del giorno. Top e Flop del 21 ottobre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

GIOVANNI ACAMPORA

È il presidente dell’ottava Camera di Commercio d’Italia e lo è diventato avendo ottenuto 20 voti nella votazione di ieri. La terza dopo quelle dei giorni scorsi quando era necessaria la maggioranza qualificata. I fatti dicono che Giovanni Acampora, numero uno della Confcommercio Lazio Sud, ha azzeccato tutte le mosse di una strategia perfetta.

Giovanni Acampora stringe la mano al candidato sconfitto Marcello Pigliacelli

Ha sconfitto Marcello Pigliacelli, che si è fermato a 12 voti. Poi c’è stata perfino una scheda bianca. Acampora aveva avanzato nei giorni scorsi una proposta di condivisione e di sintesi ad Unindustria. Evidentemente rifiutata. In quel momento quella proposta è sembrata un segnale di debolezza e forse allora le cose stavano diversamente. (Leggi qui Acampora a tempo scaduto. Ha vinto Unindustria).

Troppo sicura Unindustria di vincere. Giovanni Acampora ha deciso di conseguenza di spegnere motori e radar, avviando la navigazione silenziosa. Analizzando tutti gli scenari e provando ad immaginare i comportamenti in sede di voto di uno per uno dei 33 consiglieri della Camera di Commercio del Basso Lazio. Per capire come poteva andare a finire.

Ha avuto ragione lui e bisogna dargliene atto. Ma con Giovanni Acampora ancora una volta la provincia di Latina si è dimostrata più forte, compatta e “pesante” di quella di Frosinone.

Proprio per questo sarà necessario un lavoro di diplomazia molto intenso, soprattutto nella fase di avvio. Perché a Latina vanno la sede della Camera di Commercio, il direttore generale e ora anche il presidente. A Frosinone, nulla.

Altro fronte al quale la diplomazia di Acampora dovrà prestare attenzione: l’ottava Camera di Commercio italiana avrà come presidente un esponente del settore del Commercio e non dell’Industria. Un elemento non di poco conto. Sarà lui a sedere ai tavoli nazionali, regionali e provinciali per dettare le linee guida. Inoltre, è entrato di diritto nella storia degli enti camerali come primo presidente della Camera di Latina e Frosinone.

Adesso dovrà decidere squadra e deleghe. Potrebbe continuare a stupire coinvolgendo il maggior numero di consiglieri possibili. Ha ribaltato il pronostico in una settimana e di questo gli va dato atto e onore.

Il primo presidente.

GUIDO D’AMICO

Decisivo, determinante, imprescindibile. Con i 5 voti di ConfimpreseItalia, ha deciso la sfida per la presidenza della Camera di Commercio del Basso Lazio. Anche se c’è stato lo scrutinio segreto, infatti, la lettura della giornata è fin troppo evidente. Se D’Amico avesse deciso di sostenere Pigliacelli, allora sarebbe finita 17-15 per il rappresentante di Unindustria.

GUIDO D’AMICO. FOTO © PAOLO CERRONI / IMAGOECONOMICA

Guido D’Amico ha giocato benissimo la partita e adesso, come rappresentante della provincia di Frosinone, si avvia verso la nomina a vicepresidente. Che con i nuovi assetti costruiti in questi mesi con Giovanni Acampora, non sarebbe un ruolo di rappresentanza ma equivarrebbe ad una presidenza territoriale a tutti gli effetti.

Per tanti anni ha collaborato con Marcello Pigliacelli nell’ambito della Camera di Commercio di Frosinone, ma evidentemente negli ultimi tempi il rapporto si era rotto. Forse non soltanto con Pigliacelli, forse soprattutto con Unindustria.

Guido D’Amico ha una vocazione moderata e quindi sarà uno di quelli che maggiormente spingerà per il dialogo, per il confronto, per la condivisione. ConfimpresItalia rappresenta le micro, le piccole e le medie imprese. Vale a dire il tessuto connettivo e il cuore pulsante della produzione italiana. Quella che però poi viene tenuta ai margini nei tavoli che contano.

Guido D’Amico ha ribaltato la situazione. E adesso si appresta a far effettuare un ulteriore salto di qualità all’associazione che rappresenta. Non ha scelto la strada più semplice (il favorito, sulla carta, era Marcello Pigliacelli), ha scelto una prospettiva differente. All’interno della quale adesso detterà condizioni importanti.

Capolavoro tattico.

FLOP

MARCELLO PIGLIACELLI

Tanto per chiarire: resta un vincente e la sconfitta in una competizione del genere ci sta. Ma quello che inevitabilmente pesa è il fatto che era convinto di spuntarla e questo per uno del suo calibro è perlomeno strano. Un errore imperdonabile. Cioè non aveva il minimo sentore del treno in corsa che stava arrivando. Non aveva posato l’orecchio a terra. (Leggi qui Pigliacelli, il presidente che ha già vinto).

Marcello Pigliacelli

Ha ottenuto soltanto 12 voti. Vuol dire che all’interno della rappresentanza di Unindustria ci sono stati dei “franchi tiratori”. Non c’è troppo da girarci intorno, non serve una chiromante. Marcello Pigliacelli non si è reso conto che “contro” di lui si stava coalizzando un’alleanza molto forte e determinata. Perfino sul piano politico. L’immediata nota di felicitazioni a Giovanni Acampora da parte del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani significa proprio questo. Ottaviani è uno degli avversari storici di Pigliacelli.

L’ultimo presidente della Camera di Commercio di Frosinone ha spinto tutta Unindustria a sostenerlo, bloccando sul nascere ogni tentativo di confronto con Confcommercio Lazio Sud. Vista la situazione con il senno di poi, forse era il caso di effettuare almeno un passo indietro e proporre un altro nome dell’universo di Unindustria. Per arrivare perlomeno ad una governance condivisa.

La sua carriera nel mondo associativo non finisce certamente oggi, ma la sconfitta è stata pesantissima e sarà complicato metabolizzarla.

Ribaltato.

ANGELO CAMILLI

“Bagna” la fresca presidenza di Unindustria con una Caporetto incancellabile sulla presidenza dell’ottava Camera di Commercio italiana. Non sono tutte responsabilità sue, perché la candidatura di Marcello Pigliacelli è nata con Filippo Tortoriello alla guida degli industriali. Ma anche nel mondo associativo l’allenatore paga per tutti.

ANGELO CAMILLI. FOTO © SARA MINELLI / IMAGOECONOMICA

Quando Giovanni Acampora gli ha inviato una lettera per trattare, lui ha risposto più per cortesia istituzionale che per convinzione. Convinto che avrebbe vinto Pigliacelli.

Un genio della politica come Aldo Moro, che pure guidava e influenzava la Democrazia Cristiana come nessuno, sceglieva un avversario interno come Giulio Andreotti per la presidenza del consiglio. Perché si rendeva conto che il Divo Giulio era più gradito agli Usa, alla Nato, all’Europa. E poteva essere votato e sostenuto anche dei settori più a destra della Balena Bianca. Questo vuol dire avere visione e capire quando è il momento di cambiare perfino un candidato.

Marcello Pigliacelli è rimasto fermo a quota 12, non ha perso 17-16. Non è mai entrato in partita nella votazione di oggi. Unindustria si trova fuori dalla governance della Camera di Commercio del Basso Lazio. Senza aver messo in preventivo nemmeno l’ipotesi di una sconfitta. Questo avrà un suo peso.

Asfaltato.

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