I protagonisti del giorno. Top e Flop del 22 gennaio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

LUIGI DI MAIO

Nel giorno dell’addio da capo politico del Movimento 5 Stelle ha fatto il suo primo discorso… da capo. Dicendo chiaramente di aver protetto i Cinque Stelle da trappole e approfittatori, parlando di ‘fuoco amico‘ e perfino di ‘ coltellate alla schiena‘.

Luigi Di Maio © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Poi ha aggiunto che non mollerà mai e che si è chiusa una stagione. Era da tempo che il fuoco covava sotto la cenere. Probabilmente se avesse mostrato prima gli attributi, avrebbe potuto dettare le sue condizioni. Sia a Matteo Salvini (durante l’esperienza del governo gialloverde) sia a Nicola Zingaretti (durate il governo giallorosso).

A questo punto però diventa davvero una scheggia non controllabile, in grado di poter rappresentare una mina vagante per il movimento. Cazzimma. Ma fuori tempo massimo.

ENRICO CAVALLARI

Il consigliere regionale Enrico Cavallari a questo punto potrebbe intraprendere una carriera ricca di soddisfazioni in un programma cult come Striscia la Notizia. Con una sola frase ha attapirato il centrodestra che sta all’opposizione di Nicola Zingaretti.

Enrico Cavallari

Davanti all Flash Mob improbabile di un centrodestra che continua a cercare spallate che non spostano d’un millimetro Nicola Zingaretti, lui ha commentato : “Qui fuori a protestare ci sono consiglieri che poi in Aula sostengono Zingaretti e governano con lui”.

Con una sola frase ha ricordato le assenze strategiche compiute più volte in questi anni dal Centrodestra per evitare che il Governatore rischiasse di cadere davvero. Ha evidenziato che autorevoli consiglieri del centrodestra sono anche Presidenti di Commissione, cioè i luoghi nei quali si dettano i tempi del dibattito politico e amministrativo.

Ha ricordato il celebre tormentone di Ezio Greggio: È lui o non è lui, certo che è lui. Meglio del Gabibbo.

FLOP

BEPPE GRILLO

Nell’ora più buia della storia del Movimento 5 Stelle il fondatore è letteralmente scomparso. In questi mesi ha agito dietro le quinte, tra dune di sabbia e nascondini. Nelle dichiarazioni ufficiali blindava di Maio ma poi nelle riunioni ristrette lo picconava senza pietà.

Beppe Grillo

Quello che alla fine però neppure lui è riuscito a realizzare è che i Cinque Stelle sono crollati, prima dal punto di vista politico e poi elettorale. La giravolta estiva che ha portato il MoVimento ad un accordo con il Pd e con nemico giurato Matteo Renzi ha rappresentato il de profundis.

E l’aver “dimissionato” Di Maio a pochi giorni dall’ennesimo disastro annunciato in Emilia Romagna è l’ulteriore dimostrazione che i 5 Stelle si avviano a diventare un piccolo Partito che proverà a recitare un ruolo nella logica di un sistema proporzionale.

Non era per questo che Beppe Grillo aveva fondato il Movimento 5 Stelle. Se questo è un leader.

MATTEO SALVINI

Potrà anche vincere in Emilia Romagna, potrà anche governare l’Italia da monarca assoluto. Ma è certo che il suo modo di fare politica dovrebbe cominciare davvero a generare domande serie.

Matteo Salvini

Ieri a Bologna ha citofonato all’abitazione di un cittadino tunisino additato dalle voci di popolo come un possibile spacciatore. Al citofono gli ha chiesto se fosse vero che spaccia droga. E invitandolo a smentire queste voci.

Per chi ha ricoperto il ruolo di Ministro dell’Interno e vuole governare il Paese, siamo davvero su Schezi a Parte. Anche se il vero problema comincia ae ad essere quello di capire perché tanti italiani votano per lui. Capitano ma non gentiluomo.