I protagonisti del giorno. Top e Flop del 22 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MAURO BUSCHINI

E’ cominciato il conto alla rovescia che porterà al congresso provinciale del Pd. Segretario verrà eletto Luca Fantini, uno che davvero lui ha cresciuto politicamente. E allora il presidente del consiglio regionale del Lazio ha iniziato a fare sul serio. Nel corso di un tour per confrontarsi con alcuni sindaci, ha incontrato non casualmente Simone Costanzo, ex segretario del partito e attualmente schierato con Antonio Pompeo. (leggi qui Buschini a tavola con Costanzo. E batte pure Quadrini).

Mauro Buschini

Inutile immaginare quali siano le reali strategie di Buschini. Stasera il presidente del consiglio regionale dialogherà con un mostro sacro della politica nazionale come Claudio Martelli, ex delfino di un certo Bettino Craxi. Lo farà a Veroli nel corso del riuscitissimo Festival della filosofia.

Un Mauro Buschini a tutto campo nel momento decisivo del Pd provinciale. Conferma una scelta dei tempi impeccabile, segno di una maturità ormai raggiunta da tempo. Accompagnata da una visione politica e da una strategia di Partito.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

ENZO SALERA

Il sindaco di Cassino continua nella “striscia” di rompere gli schemi politici. Ha incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza per parlare delle problematiche dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino. Sfatando una serie infinita di tabù: la sanità è materia che non rientra nelle competenze dei Comuni, bisogna rivolgersi alla Regione, a Roma nessuno ti vede. (leggi qui Speranza per la Sanità cassinate. Salera dà scacco alle accuse di indifferenza).

ENZO SALERA FOTO © MICHELE DI LONARDO

Soprattutto ha centrato, in un colpo solo, una serie di risultati politici.

Il primo: ha avuto la forza politica di chiedere ed ottenere un incontro diretto con il Ministro della Salute. Il secondo: ha dimostrato alle opposizioni che è falsa la malignità secondo cui si interessasse più del Priato che del Pubblico (perché il suo presidente d’Aula opera nella Sanità Privata). Il terzo: ha la misura dei confini politici ed amministrativi, perché il problema degli anestesisti è nazionale in quanto se ne formano troppo pochi rispetto alle esigenze; la competenza è regionale per Costituzione. E Salera ha chiesto al Ministro un efficace raccordo tra Ministero, regione e Comuni italiani.

Da quando ha deciso di candidarsi a sindaco, Enzo Salera ha dimostrato che “volere è potere”. Non si ferma davanti a nulla, si muove fisicamente, non si nasconde e non gli importa nulla dell’effetto annuncio. Le opposizioni consiliari non toccano palla, alcuni settori della maggioranza anche.

Negli ultimi tempi sta perfino “recuperando” esponenti che si erano allontanati. Come Sarah Grieco. Il sindaco di Cassino avanza e se ne frega.

Il pitbull sul Caterpillar.

FLOP

ANTONIO TAJANI

Dopo aver portato a casa l’accordo sul Recovery Fund (ma non è tutto ora quello che luccica. Anzi), il premier Giuseppe Conte sta cedendo ai Cinque Stelle su un punto decisivo, quello dei fondi del Mes. Secondo indiscrezioni fondate una cinquantina di parlamentari pentastellati sono pronti a mettersi di traverso sul Mes, sgambettando quindi gli alleati del Pd di Nicola Zingaretti e di Italia Viva di Matteo Renzi. A dimostrazione ulteriore che sono i Cinque Stelle a influenzare davvero l’inquilino di Palazzo Chigi.

Antonio Tajani

In tutto questo Forza Italia è rimasta completamente spiazzata, perché Antonio Tajani, pur alternando i giuramenti di fedeltà al centrodestra e il richiamo al superiore interesse dell’Italia, aveva comunque lanciato un ponte verso Conte. Insistendo sulla necessità di votare sì al Mes.

Il premier invece ha “chiuso” sul Recovery Fund e ora è pronto a fare “marameo” sul Mes. Per la gioia di Luigi Di Maio. Sconfitta politica per Tajani.

Illuso e bidonato.

STEFANO BONACCINI

Il suo nome continua a circolare per la segreteria politica del Pd nell’eventualità di un dopo Zingaretti. Il presidente della Regione Emilia Romagna non ha mai smentito e questo è comunque indicativo.

Vero che la pandemia Covid ha dilatato perfino i confini dello spazio e del tempo, ma a fine gennaio Bonaccini è stato confermato alla guida dell’Emilia anche per la caparbietà di Zingaretti che lo ha sostenuto con convinzione dal primo all’ultimo minuto.

Stefano Bonaccini © Imagoeconomica / Alessia Mastropietro

Con una mossa importante, quella di aver frenato molti settori del centrosinistra “allergici” alle Sardine, che invece hanno avuto il merito in quel momento di fermare l’avanzata inarrestabile del centrodestra a trazione Lega.

Va bene che in politica i sentimenti non contano molto, però provare soltanto ad immaginare la scalata al partito “contro” Nicola Zingaretti non è il massimo. Se poi è tutto campato in aria, basterebbe smentire.

Silenzio inappropriato.