I protagonisti del giorno. Top e Flop del 22 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Quando il gioco si fa duro, vince… Nicola Zingaretti. Il segretario del Partito Democratico si dimostra imbattibile negli appuntamenti che contano davvero, quelli che fanno la differenza. Come i grandi giocatori di calcio che non falliscono le finali.

Nicola Zingaretti. Foto © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Queste elezioni avrebbero dovuto spazzarlo via, sia come Segretario del Pd che come Governatore del Lazio. Invece il Partito Democratico ha respinto gli assalti del centrodestra sia in Toscana che in Puglia, dove i candidati di Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono stati surclassati da Eugenio Giani e da Michele Emiliano. Vincenzo De Luca è stato poi confermato in Campania.

Le strategie politiche zingarettiane hanno funzionato alla perfezione. D’altronde uno non vince due volte di seguito alla Regione Lazio (nessuno c’era riuscito prima), confermandosi nel giorno (4 marzo 2018) della peggiore sconfitta del centrosinistra, se non ci capisce davvero.

Inoltre Zingaretti ha incassato anche la vittoria al referendum spostando il partito sul Si. Evitando proprio la conseguenza che tutti profetizzavano e cioè una vittoria inutile perché quella alla quale aveva arruolato il Pd era con chiarezza una battaglia targata M5S. Invece, nel modo in cui ha vinto, Nicola Zingaretti è riuscito ad intestarsi a pieno titolo anche il risultato del Si, riducendo il M5S al ruolo di gregario. Al quale ha già inviato un messaggio a caldo: decidete cosa volete fare da domani. (Leggi qui La vittoria di Zingaretti, la sconfitta di Salvini).

Fuoriclasse immarcabile.

ZAIA – DE LUCA

Impressionanti le conferme di Luca Zaia (Lega) in Veneto e di Vincenzo De Luca (Pd) in Campania. I due Governatori in questi anni si sono distinti per capacità, decisionismo, fiuto politico, autonomia, indipendenza. Hanno raccolto quanto seminato.

Nicola Zingaretti, Luca Zaia, Vincenzo De Luca

Luca Zaia è ormai diventato ingombrante per il Capitano Matteo Salvini. E semmai si dovesse svolgere un congresso in tempi rapidi, la partita nella Lega sarebbe apertissima.

Vincenzo De Luca va oltre i confini del Partito e aggrega pure tanti settori del centrodestra.

Entrambi i successi vanno nella direzione opposta di quella della predominanza dei Partiti, delle organizzazioni, degli assetti. Sono vittorie anche personali, in controtendenza in Partiti molto strutturati come il Carroccio e i Dem. Entrambi poi sono al secondo mandato, il che significa che potranno concedersi quasi tutto.

Ne sentiremo parlare ancora. E non solo in Veneto e in Campania.

Splendidi solisti.

FLOP

MATTEO SALVINI

Dopo il suicidio politico dell’agosto 2019, il numero uno della Lega non ne azzecca più una. Ha portato il Partito dal Governo all’opposizione, ha perso in Emilia Romagna e adesso anche in Toscana.

Matteo Salvini Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

I risultati delle Europee sono lontanissimi e probabilmente irripetibili. In più ha scoperto di avere un avversario interno pericoloso e insidioso come Luca Zaia. Dal lockwdow in poi, inoltre, non ha potuto più usufruire di quella che è stata la vera forza degli ultimi anni: la piazza.

A disinnescarlo è un limite fondamentale: esaurito il tema dell’immigrazione, Matteo Salvini si è dimostrato a corto di argomenti. Difficile che continuando in questo modo possa davvero pensare di poter concorrere da Presidente del Consiglio.

Eppure, nonostante le ormai tante sconfitte politiche, non accenna ad autocritiche. Il vento però si è fermato e nel duello politico con Nicola Zingaretti è uscito ridimensionato. E neppure di poco. Il tocco magico è finito.

Sindrome dello sconfitto.

BERLUSCONI-RENZI

Due dei maggiori protagonisti della storia politica italiana recente non riescono più a lasciare il segno. Forza Italia nel centrodestra ha ormai una posizione marginale, schiacciata più da Fratelli d’Italia che dalla Lega.

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi

Silvio Berlusconi dovrebbe prendere atto che forse c’è bisogno di uno scossone vero. Magari perfino di un passo indietro definitivo. Non lo farà mai e in questo modo gli “azzurri” sono condannati all’irrilevanza.

Stesso discorso per Italia Viva, che pure ha dato il suo contributo in Toscana. Il fatto però è che il Partito Democratico senza di lui non soltanto è andato avanti lo stesso, ma ha ricominciato a vincere. E sono proprio i successi di Nicola Zingaretti a delineare in maniera forte le scelte sbagliate di Matteo Renzi.

Soltanto rimpianti.