I protagonisti del giorno. Top e Flop del 24 giugno 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Ha evocato il mitico personaggio di Tafazzi per far capire che stavolta ha davvero perso la pazienza. Davanti ad un centrodestra unito, che si presenterà compatto alle regionali dappertutto, l’alleanza di governo fa acqua da tutte le parti. (Leggi qui: L’urlo di Zingaretti: “Basta fare i Tafazzi, si all’alleanza con il M5S”).

Nicola Zingaretti

A cominciare dal Pd, dove i “diversamente renziani” hanno cominciato da giorni un fuoco di sbarramento inutile, dannoso e completamente gratuito. Mentre il Matteo Renzi vero ha presentato un suo candidato alla presidenza della Regione Puglia, tanto per mettere in difficoltà Michele Emiliano. Mentre nel Movimento Cinque Stelle lo sport preferito è diventato quello di spaccare il capello e di avventurarsi in sofismi degni di scuole di retorica di serie A.

In tutto questo il Governo è fermo agli Stati generali…zzati, nel senso che non riesce ad individuare un percorso oppure a trovare il coraggio di prendere qualche decisione vera in materia economica.

Ma è soprattutto al Pd che si è rivolto Zingaretti. Davvero c’è chi pensa che in questo momento siano importanti i giochetti da retrobottega? Stavolta il segretario ha battuto i pugni sul tavolo. Facendo capire di aver capito bene il gioco a sfasciare di Matteo Renzi e Luigi Di Maio. Con la sponda di Matteo Salvini.

Faccia feroce.

ANSELMO ROTONDO

Il sindaco di Pontecorvo ha tenuto il quadro politico in maniera ferma, autorevole e convincente. Come ha scritto alessioporcu.it, nella sua lista ci saranno l’ex primo cittadino Michele Notaro, Anna Grazia Longo (figlia dell’ex vicesindaco Daniele e sorella di Stefano che a lungo è stato assessore). Ma pure Massimo Santamaria, già presidente del consiglio comunale durante la gestione Notaro. Proviene dall’area del Pd e si aggiunge alla candidatura Dem di Gianluca Narducci. (leggi qui Rotondo cala il tris d’assi per vincere le prossime elezioni).

Anselmo Rotondo

Il segnale non è tanto locale. Ma politico. Perché Anselmo Rotondo da mesi sta rimettendo la politica al centro delle dinamiche elettorali cittadine. A partire da quando ha preso lo Statuto di Forza Italia, riunito gli iscritti, eletto il Coordinatore Comunale prima che a qualcuno venisse in mente di imporgli un commissario. Poi, con la “benedizione preventiva” di Gianluca Quadrini (vulcanico vicecoordinatore regionale di Forza Italia), Rotondo ha raggiunto l’accordo con il leader di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, ha ampliato il fronte civico e si è tolto anche lo sfizio di pescare nell’area del Pd.

La conferma come primo cittadino di Pontecorvo rappresenterebbe il capolavoro politico di Anselmo Rotondo. Uno scacco matto all’onorevole Francesca Gerardi, della Lega.

Maestro di strategia.

FLOP

FABIO FORTE

Secondo flop di fila per il mancato onorevole Fabio Forte. Dopo la decisione della Giunta per le Elezioni di Montecitorio se la prende con Alessioporcu.it che ha riportato la notizia. Arrivando a sostenere che si stia deviando dall’informazione genuina, domanda: “Lei c’era Direttore? Ha assistito? Ha letto le carte? Si è informato da fonti ufficiali?“. (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 23 giugno 2020).

FABIO FORTE

In Italia le uniche fonti ufficiali sono 2: la Gazzetta Ufficiale e l’Orario dei Treni e anche loro periodicamente pubblicano un foglio di ‘Annunzi e correzioni‘. Se poi il mancato parlamentare gradisce una copia stenografica del verbale della seduta che lo ha riguardato ci adopereremo per fargliela recapitare.

Per il resto, confermiamo tutto quanto abbiamo scritto. In punto di diritto: è stato respinto il ricorso dell’onorevole Saltamartini e non si innesca l’effetto domino che avrebbe portato Fabio Forte a Montecitorio; formalmente sarà l’Aula ad esprimersi ma i numeri dei presenti sono chiari a tutti. In punto politico: Forte è stato capace di mettere d’accordo il M5S (che così salva un seggio), il Pd (che in questa storia nulla aveva da guadagnare o da perdere ed ha seguito l’alleato), la Lega (dalla quale Forte non si è fatto difendere e si è ben guardata da fare le barricate per lui, lasciandolo al suo destino).

Se non ha capito questo è meglio che il parlamentare lo faccia qualcun altro al posto suo.

A poco vale oggi protestare perché il giudizio è stato emesso da un tribunale politico: Forte sapeva benissimo a chi stesse rimettendo la sua causa. Se lo  sapeva da prima ha accettato il rischio, se lo ha compreso solo adesso è ingenuo.

Nulla di personale.

RENZI-DI MAIO-SALVINI

Stanno unendo le forze per far cadere il Governo Conte e provare a mettere insieme un’altra maggioranza in Parlamento. La prima mossa l’ha fatta il Capitano della Lega quando ha detto che il Carroccio e il Movimento Cinque Stelle hanno i numeri per poter eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Matteo Renzi, ormai, ha un solo pensiero: sfasciare qualunque cosa, a patto che non sia fino in fondo perché alle urne non vuole andare, consapevole che sarebbe spazzato via.

Matteo Renzi Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Luigi Di Maio vuole liberarsi dalla morsa di Beppe Grillo, senza cadere nelle braccia di Alessandro Di Battista. Hanno un collante forte, il nemico comune: Giuseppe Conte. Con Renzi che pensa per 24 ore al giorno ad una sola cosa: la “vendetta” su Zingaretti.

Tutti e tre cercano un alibi politico perfetto e un “appoggio” per mandare tutto all’aria.

Tre uomini e una gamba.

BEPPE GRILLO

La senatrice Alessandra Riccardi e la deputata Alessandra Ermellino hanno lasciato il Movimento Cinque Stelle. La lista di quelli che hanno sbattuto la porta si sta allungando progressivamente. Ma oggi c’è stato anche l’intervento di Davide Casaleggio su Fanpage.it. Il numero uno della piattaforma Rousseau ha detto che Alessandro Di Battista ha dato tanto al Movimento Cinque Stelle e che spetta a lui decidere come continuare ad assicurare un contributo. E che poi saranno gli iscritti a decidere sugli assetti futuri.

Beppe Grillo © Imagoeconomica, Daniele Scudieri

Un siluro lanciato nei confronti del fondatore Beppe Grillo, che  nei giorni scorsi ha fatto capire bene di sentirsi il padrone del Movimento.

Casaleggio ha voluto dire a Grillo che può anche riprendersi il Movimento, ma che lo stesso a questo punto rischia di spaccarsi paurosamente. Non tanto fra i big, quanto in quell’elettorato di opinione che ha abbandonato i pentastellati. Ma Beppe Grillo non se ne cura.

Il pallone è mio e ci gioco io, anche da solo.