I protagonisti del giorno. Top e Flop del 24 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

VINCENZO PAGLIA

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha istituito con apposito decreto una commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. A presiederla sarà monsignor Vincenzo Paglia da Boville Ernica, Gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. La commissione è composta da illustri personalità del mondo scientifico e sociale.

Monsignor Vincenzo Paglia © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Ha detto il ministro Speranza: “I mesi del Covid hanno fatto emergere la necessità di un profondo ripensamento delle politiche di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana. La commissione aiuterà le istituzioni ad indagare il fenomeno e a proporre le necessarie ipotesi di riforma”.

È un concetto che aveva messo in evidenza con molta chiarezza il vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico, ricordando che modelli diversi e più umani per l’assistenza agli anziani già esistono. E proprio la diocesi di frosinone li ha sperimentati. (Leggi qui Covid-19, la strage nelle Rsa. Il vescovo Spreafico: «Salviamo gli anziani»)

Monsignor Vincenzo Paglia ha affermato: “La commissione rappresenta un prezioso strumento inteso a favorire una transizione dalla residenzialità ad una efficace presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina. L’auspicio è che l’Italia, paese tra i più longevi ed anziani del mondo, possa mostrare un nuovo modello di assistenza sanitaria e sociale che aiuti gli anziani a vivere nelle loro case, nel loro habitat, nel tessuto famigliare e sociale”. 

Le polemiche politiche si sono scatenate e soprattutto da sinistra hanno attaccato Speranza sul concetto di laicità dello Stato. Ma per incarichi del genere la competenza non conta? E poi Vincenzo Paglia ha le spalle larghe.

Ecumenico.

FRANCESCO DE ANGELIS

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la variante al Piano Regolatore Industriale di Frosinone dando il via alla trasformazione dell’area ex Permaflex: da industriale ora diventa “commerciale“. È il secondo miracolo di Francesco De Angelis dopo la vendita dell’area industriale ex Videocon al gruppo Cardinale per il suo effettivo rilancio. (leggi qui Addio Vdc, entro Natale via alla Amazon della termo idraulica firmata Cardinale).

Francesco De Angelis

Come Vdc, l’ex storica fabbrica di materassi attaccata al casello A1 di Frosinone era un cimitero industriale. Il primo a capire che lo sarebbe diventata era stato il sindaco Domenico Marzi. Che per questo tentò subito l’operazione di ‘cambio della destinazione d’uso‘. Venne travolto dalle critiche e dalle accuse di voler favorire una speculazione edilizia. Perché un’area industriale ha un valore ma la stessa area se classificata commerciale moltiplica decine di volte quel valore. Risultato? Per dare retta agli urlatori sono stati persi 15 anni.

Con l’operazione portata a termine oggi, Francesco De Angelis riattiva un’area ormai morta. E la collega ad una rivoluzione urbanistica nella parte bassa di Frosinone. Perché quel progetto prevede anche la realizzazione di nuove infrastrutture viarie, di 4 rotatorie e di un parcheggio nei pressi della stazione ferroviaria. Ci sarà un intervento deciso sulla vivibilità cittadina, per una migliore gestione del traffico sulla Monti Lepini, per una maggiore sicurezza dei cittadini. (Leggi qui Rivoluzione Permaflex: una cittadella del commercio e 4 rotatorie sulla Monti Lepini).

Al di là dell’aspetto industriale ed urbanistico. Quella realizzata dal presidente dell’Asi è una perfetta operazione politica, portata a termine grazie alla conoscenza della politica e delle sue regole. Altrimenti sarebbe stato impossibile dialogare con un Comune di Frosinone guidato da un sindaco leghista. Ed allo stesso tempo pretendere una linea di dialogo diretta con la Regione Lazio a guida Pd. Non è un caso che nel commentare il risultato, Francesco De Angelis abbia riconosciuto i meriti anche ad altri, parlando di “una proficua collaborazione istituzionale tra diversi enti”.

La conoscenza diretta del settore ha fatto il resto: De Angelis è stato per 5 anni assessore provinciale alle Attività Produttive.

E dire che l’avevano mandato a presiedere l’Asi di Frosinone pensando che fosse un cimitero degli elefanti.

Il presidente industriale

ALESSIO D’AMATO

In questi ultimi giorni nel Lazio i contagi da Coronavirus sono aumentati. L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato non ha nascosto le preoccupazioni. Dicendo al quotidiano Il Messaggero: “Ci aspettavamo una ripresa dei casi. Purtroppo ci sono tanti asintomatici in circolazione. Se la curva dei casi salirà ancora, c’è l’ipotesi di mascherine obbligatorie all’aperto. E’ una misura classica, è già stata messa in atto in altre capitali europee quando sono aumentati i casi in modo esponenziale, penso per esempio a Parigi”.

Alessio D’Amato. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Appena ieri nel Lazio si erano registrati 238 casi, il dato più alto di sempre.

Per questo motivo poche ore fa D’Amato è saltato letteralmente dalla sedia quando ha letto delle ipotesi sulla riapertura degli stadi. Dicendo: “Ma siamo sicuri che priorità sia riaprire gli stadi con 25mila spettatori? Mi sembra il modo più rapido per tornare a nuovi lockdown. Attorno a noi città europee stanno attuando o hanno attuato misure restrittive, da Londra a Madrid a Parigi. Ci siamo già dimenticati gli effetti deleteri che ebbe la partita Atalanta-Valencia allo stadio Meazza di Milano? È una follia. Pensiamo invece a tenere aperte e difendere le scuole e le università”.

Non gli mancano certamente chiarezza e coraggio.

Controcorrente.

 FLOP

FRANCESCA GERARDI

Il punto non è la vittoria di Anselmo Rotondo a Pontecorvo, il punto si racchiude in una domanda retorica: chi glielo ha fatto fare? Cioè, perché una parlamentare della Repubblica deve andare alla conta alle comunali del suo paese quando ha tutto da perdere?

FRANCESCA GERARDI, ANSELMO ROTONDO E RICCARDO ROSCIA

Francesca Gerardi, deputata della Lega, a Pontecorvo aveva pensato di candidarsi a sindaco. Poi voleva annunciare “urbi et orbi” il suo sostegno a Riccardo Roscia. Non lo ha fatto perché il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani ha convinto Francesco Zicchieri che non era il caso di strombazzare che il Carroccio sostenesse Roscia, rompendo quindi l’unità del centrodestra. (Leggi qui La lezione delle Comunali / Pontecorvo)

Poi però a Pontecorvo l’unità del centrodestra è stata rotta anche da altri partiti. Alla fine Francesca Gerardi ha comunque sostenuto Roscia. Ma ha vinto Anselmo Rotondo, che infatti ha attaccato la Gerardi prima ancora di festeggiare.

Non c’era bisogno di intestarsi una sconfitta. Non per chi fa in parlamentare nell’anno del taglio di 345 seggi.

Tutto sbagliato, tutto da rifare. Ma non si può.

BEPPE GRILLO

È una strategia di comunicazione vecchia come il mondo. Per distogliere  l’attenzione da una sconfitta storica bisogna spararla grossa. I Cinque Stelle alle Regionali e alle Comunali non sono “pervenuti” e allora hanno esultato in maniera spropositata per il referendum.

FOTO © BENVEGNU’ GUAITOLI / IMAGOECONOMICA

Poi oggi Beppe Grillo, intervenendo in un collegamento con il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, l’ha sparata enorme. Dicendo: “Quando usiamo un referendum usiamo il massimo della espressione democratica, e per me la domanda andare a votare si o no alla riduzione dei parlamentari – per me che non credo più in una forma di rappresentanza parlamentare ma credo nella democrazia diretta fatta dai cittadini attraverso i referendum -, è come fare una domanda ad un pacifista di essere a favore o meno della guerra”. 

E poi: “State costruendo una società del debito, questa è la società del debito”, con riferimento al Recovery Fund.

Dunque Grillo non crede nella rappresentanza parlamentare. Si sapeva. Però, a pensarci bene, a che titolo esterna come se fosse il Verbo incarnato?

Ditegli che nessuno lo ha mai eletto a nulla.