I protagonisti del giorno. Top e Flop del 25 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

ROBERTA LOMBARDI

La guerriera è tornata. All’indomani di quella che è la peggiore sconfitta del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi ha rispolverato i toni dello streaming con Pier Luigi Bersani. Ma questa volta il bersaglio era interno.

Roberta Lombardi. Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Il riferimento alla fine della Likecrazia segna il termine di una stagione contrassegnata dal distacco siderale del M5S dal Paese reale. E inoltre annulla le possibilità che possa finire a tarallucci e vino. Ma quello che più impressiona è il fatto che ancora una volta i leader pentastellati abbiano cercato di fare finta di nulla. (Leggi qui La scossa di Roberta al M5S “Basta con la Likecrazia”).

Dal punto di vista politico la posizione di Roberta Lombardi è molto chiara da anni ed è quella di un dialogo con il Partito Democratico che non ha alternative. Anche perché i risultati della tornata amministrativa, soprattutto in Puglia ed in Toscana, dicono che l’elettorato del Movimento 5 Stelle è più avanti rispetto alla dirigenza. È evidente infatti il peso del voto disgiunto a favore dei governatori Democrat.

Amazzone a 5 Stelle

DAVID SASSOLI

Ormai è più di una sensazione. Sarà il suo nome a segnare l’inizio di una nuova fase del Partito Democratico. Nicola Zingaretti lo ha individuato da tempo come ideale candidato sindaco a Roma. E non è un caso che proprio oggi il Segretario del Pd abbia ribadito che non c’è neppure una sola possibilità di cambiare idea sul No a Virginia Raggi.

David Sassoli, presidente del Parlamento Ue (Imagoeconomica)

Ma se proprio la si vuole dire tutta è chiarissimo che adesso Nicola Zingaretti punti alla fine delle due legislature: in Parlamento ed alla Regione Lazio. E se continua a vincere nei momenti importanti, come in Emilia Romagna ed in Toscana, è altrettanto chiaro come possa essere proprio Zingaretti il prossimo candidato premier di una coalizione alternativa alle destre.

La conseguenza potrebbe perfino essere quella di una candidatura di Sassoli alla guida della Regione Lazio. A meno che non decolli l’intesa con i 5 Stelle e si arrivi ad una designazione di Roberta Lombardi.

Ma in ogni caso è il nome di David Sassoli quello in cima alla lista di Zingaretti: per Roma o per il Lazio.

Veni, Vidi, Vici.

FLOP

FRANCESCO ZICCHIERI

A Terracina, alle Comunali, è riuscito nell’impresa di strappare il ballottaggio. Ma il fatto è che l’onorevole Francesco Zicchieri anche coordinatore regionale della Lega. Ed a livello regionale è ormai evidente che non si andrà ad elezioni anticipate: la giunta Zingaretti resterà in carica fino al 2023.

Francesco Zicchieri © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Domanda: cosa farà adesso il gruppo del Carroccio alla Pisana? L’impressione è che un piano B non fosse stato proprio preso in considerazione. E adesso rischia di essere tardi.

Per non parlare poi dei risultati del Carroccio in provincia di Frosinone. Anche questa tornata amministrativa è stata deludente e certamente non possono bastare i seggi incassati a Ceccano, per compensare la magra figura rimediata a Pontecorvo dove nemmeno un consigliere è stato mandato in quell’Aula nella quale siedeva la vice coordinatrice del Lazio Francesca Gerardi.

Incompiuto.

ANGELO BECCIU

Il comunicato della sala Stampa presso la Santa Sede spiega che Papa Francesco ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al cardinalato, presentata dal cardinale Giovanni Angelo Becciu. Che rimane cardinale, ma perde tutti i diritti che derivano dal cardinalato.

Foto: © CNS photo/Paul Haring / Catholic News Service

Becciu era stato coinvolto nello scandalo dell’immobile comprato a Londra. Il conto bancario, con il quale sono state disposte le operazioni che hanno insospettito gli inquirenti, era gestito dalla segreteria di Stato. Un caso nel quale era stato coinvolto anche Tommaso Di Ruzza, di Aquino, ino a poco tempo fa direttore dell’Authority anti riciclaggio in Vaticano.

Uno situazione che ancora una volta mette in discussione le gerarchie amministrative della Chiesa. Ma un passo che lascia integra la dignità dell’istituzione religiosa. Perché nulla imponeva a monsignor Becciu di dimettersi se non una questione di opportunità. Che ci stava tutta: infatti Papa Francesco nemmeno un secondo ha esitato ad accettare la lettera di rinuncia.

In questo modo, l’inchiesta su eventuali mercanti entrati nel tempio andrà avanti. Ma nessuno potrà dire che un cardinale ha tentato di inquinarla anche solo con la sua autorevole presenza. Avere rinuncato agli incarichi solleva gli inquirenti da qualunque timore reverenziale ma anche di ledere l’immagine della Chiesa se dovessero emergere elementi a carico degli indagati.

Una macchia sulla porpora